«BIBBIA E IMMAGINI: TRADIZIONI, LETTURE O TRADIMENTI?»

 

 

Padova,  15-17 maggio 2009

 O Paolo, azionando il mulino separi la pula dalla farina. Ci fai conoscere il cuore della legge mosaica, il chicco intero si trasforma in vero pane senza pula, nostro nutrimento perenne e angelico

 

 

Convegno internazionale organizzato da

Biblia, Associazione laica di cultura biblica,

e dall’Associazione “Bibbia aperta” di Padova.

 

 

 

Patrocinio della Regione Veneto, del Comune di Padova e dell’Università di Padova

 

 

 

 

 

 

Mosè versa il grano nel  mulino e san Paolo ne raccoglie   la farina.

                          Capitello romanico, Abbazia di Vezélay, Francia.

 

 


Vai alla Relazione

PRESENTAZIONE

 

Viviamo in un mondo di immagini, in un flusso ininterrotto che annulla le distanze di luogo, di tempo, di stagione; di fronte a questa ossessiva invadenza di immagini terrene, “profane”, è giusto interrogarsi su quella particolare forma del “sacro” che è la sua raffigurazione che, anche in questo tempo secolarizzato, continua a svolgere una molteplicità di funzioni.

Diversa è infatti la funzione dell’immagine (ritratto o biografia) del santo/santa, della Vergine, di Cristo, della Trinità a cui ci si rivolge per devozione, venerazione, adorazione. In altri termini, ogni immagine sacra presuppone un differente atteggiamento del fedele, un modo diverso di “stare alla presenza”, o di chiedere il suo intervento, anche per via mediata (la mediazione dell’immagine, appunto).

Nella tradizione occidentale, che discende, da un lato, da quella mediorientale, poi ellenistica, poi romana e bizantina, fino all’antropomorfismo rinascimentale portato alla sua massima elevazione, e, dall’altro, dalla non rappresentabilità del divino della tradizione biblica e giudaica, si vive, nella stratificazione dei secoli, questa contraddizione: le chiese raccontano e rappresentano, l’incarnazione si compie anche attraverso la materia dell’immagine, il marmo o l’avorio, il vetro o l’affresco, il legno o la tela.

Anche quando  - come nell’icona bizantina orientale – sulla tavola di legno si stende un velo di lino, a sottolineare la distanza che passa fra immagine terrena e soggetto rappresentato, la contraddizione rimane; essa è ancora più drastica, drammatica nella scelta di Giotto, quando ai fondi dorati sostituisce l’azzurro del cielo terreno, essa racconta una Passione che possiede fin dall’inizio una doppia natura, rappresenta una sofferenza che è mistero o promessa.

Nei nostri occhi come nella nostra mente, l’immagine è idea, è forma e sostanza; la conoscenza della Bibbia – specialmente nel mondo cattolico – è affidata molto più alle immagini che alla lettura; è dunque questa “lettura” a tessere la memoria e il racconto, a fondare un culto. Spesso attraverso i tradimenti  a cui il titolo del convegno allude: le “corna” di Mosè, Paolo di Tarso che cade da cavallo, ecc. ecc.; o le sostituzioni: il buon pastore che è l’Hermes (Mercurio) crioforo, la Vergine che sostituisce la  Grande Madre mediterranea e  così via.

Se le chiese cristiane (salvo la parentesi non marginale dell’iconoclastia, e poi la controversia sulle immagini della Riforma) non hanno mai rinunciato del tutto al “segno” che l’immagine comporta (ricordiamo di sfuggita che anche l’architettura è “segno”), esse si trovano oggi a confronto con altre tradizioni religiose che rifiutano l’immagine, privilegiano la sola scrittura oppure conferiscono agli idola un valore in sé sacro o taumaturgico. Ripercorrere il cammino dell’immagine del sacro e del divino durante più di due millenni è dunque anche un dovere, significa conoscerci e riconoscerci.

Chiedersi oggi che significhi o come si giustifichi il culto delle immagini, “miracolose” o no, vuol dire incrociare la storia della cultura e dell’arte con la storia della devozione e della fede che è, come dice Dante, «sostanza di cose sperate e argomento delle non parventi»; ma allora, non è anch’essa un’immagine del sacro?      

Laura Novati


 

Qui appresso diamo il Programma come era stato originariamente annunciato:

attraverso questo collegamento

potrete peraltro prendere visione del

Programma effettivamente svoltosi

nonché degli "Abstract" di tutte le Relazioni

 

[Giovedì 14 maggio, ore 10,30 e ore 15,30: visite guidate alla città secondo quattro itinerari, con possibilità di sceglierne uno al mattino e uno al pomeriggio (responsabile, Maria Gozzi) 1. Santa Giustina, Prato della Valle, Museo Lanterne Magiche/ 2. Scrovegni, Eremitani, Santa Sofia. / 3. Battistero, piazze, Sala della Ragione / 4. Il Santo, Orto Botanico, Oratorio San Giorgio]

 

Venerdì 15 maggio, Sala dei Giganti.

Ore 10,30        Saluto delle autorità.

Lectio magistralis: Una lunga storia di fedeltà e tradimenti, mons. Timothy Verdon, Stanford University e Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, Firenze.

 

Ore 15,00   Non ti farai immagine alcuna, relazione a due voci: Amos Luzzatto, già Presidente UCEI e Daniele      

                          Garrone, Decano della Facoltà Teologica Valdese, Roma.

                   L’Oriente cristiano, le icone e la crisi iconoclasta, Adalberto Mainardi, Comunità monastica di Bose.

                   L’immagine all’epoca della Riforma: nuove prospettive e conflitti, Jerome Cottin, Facoltà Teologica, Parigi.

 

Ore 20,00     Cena alla Casa del Pellegrino (per chi vi risiede) o libera.

 

Ore 21,30     Serata aperta al pubblico, Palazzo della Ragione:

                      Parola e immagine: inimicizia fraterna, Massimo Cacciari, Sindaco di Venezia.

 

Sabato 16 maggio, Aula Magna Cesarotti, Facoltà di Sociologia.

Ore 09,00     Immagini del Vicino Oriente Antico e testo biblico: dall’iconografia al nome, Thomas Staubli, Università di 

                    Friburgo.

                    Un problema di traduzione: le corna di Mosè, Piero Stefani, Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.

               Contaminazioni figurative in  catacomba: Giona Orfeo e il Buon Pastore, Fabrizio Bisconti, Università Roma

          Tre.

          

Ore 15,00      La Bibbia istoriata padovana: parola di Dio o specchio di una società?,Giordana Canova Mariani

                     Università di Padova.

                     Testi aprocrifi ed elementi non evangelici in Giotto: dall'infanzia di Gesù alla Passione, Chiara Frugoni, già

                     Università di Roma “Tor Vergata”.

                     Il Crocifisso nostro  contemporaneo (Gauguin, Chagall, Bacon, Congdon, Mattioli…) Stefano Levi Della

                         Torre, pittore e saggista, Milano.

 

Ore 20,00      Cena sociale alla Casa del Pellegrino.

 

Ore 21,30      Assemblea dei Soci di Biblia alla Casa del Pellegrino.

 

Domenica 17 maggio, Aula Magna Cesarotti, Facoltà di Sociologia.

Ore 09,30    Quanto la Bibbia non descrive: la Risurrezione di Gesù, Gian Domenico Romanelli, Direttore Musei Civici

                   di Venezia,

                   Visibilità e invisibilità di Dio, François Boespflug, Università di Strasburgo.

 

 Modera Laura Novati, saggista e responsabile della collana «i libri  di Biblia».


R E L A Z I O N E 

Ascoltando i diversi interventi dei relatori che hanno partecipato al convegno su “Bibbia e Immagini”, ho sentito scalfita un’idea ricorrente e scontata, che attribuisce all’immagine sacra una semplice funzione rappresentativa del Testo sacro, del quale fornirebbe illustrazione certa. Anzi essa, attraverso la staticità della riproduzione figurata della Parola, ne confesserebbe la  fedeltà. Al contrario, i relatori, pur nella eterogeneità dei loro contributi, hanno fatto trasparire la presenza di un dinamismo continuo nel rapporto tra Bibbia ed immagine, grazie al quale l’una e l’altra, mediante un incessante dialogo, s’interpretano e si provocano reciprocamente, lasciando emergere il “di più” sotteso di significati, che la parola fatica ad esaurire e l’immagine non riesce a circoscrivere. Dialogo nel quale l’uditore-osservatore stesso diventa interlocutore attivo e, mentre ne è nutrito, si trasforma in luogo e spazio concreto di questa incessante vitalità.

Già nel presentare il convegno  Laura Novati ha sintonizzato i partecipanti sulla lunghezza d’onda del dinamismo e del dialogo, filo conduttore del convegno, con un’espressione che, quasi come una cornice, ha aperto e chiuso i lavori: «L’iconografia non è mai neutrale».

Nella sua relazione, Timothy Verdon, ha richiamato l’attenzione sull’Incarnazione, che dà visibilità al Dio  invisibile,  presentandola come  la radice giustificativa dell’immagine. Verdon ha prospettato l’idea di un rapporto dinamico tra Bibbia e immagine, facendoci riflettere sulla comune radice etimologica dei termini “tradizioni” e “tradimenti”, fatto che permette di affermare come ogni tradizione venga da un tradimento ed il tradimento consenta il formarsi di una nuova tradizione. È stato interessante cogliere come l’apparente antitesi tra tradimento e fedeltà, che attraversa la progressiva evoluzione storica, letteraria ed artistica, venga superata nel rapporto Bibbia – immagine.

La relazione di Chiara Frugoni ha consentito di ripercorrere, accompagnati dai testi apocrifi fonte dell’ispirazione di Giotto, gli affreschi della Cappella degli Scrovegni. Amos Luzzatto e Daniele Garrone hanno cercato di mostrare come l’inconciliabilità tra il precetto divino «Non ti farai immagine alcuna» (cfr. Dt 5,8) e le molte rappresentazioni della divinità sia solo apparente, giacché il divieto non riguarda tanto la materialità della  rappresentazione, quanto la proibizione di fare dell’immagine un oggetto di culto.

L’idea del rapporto dinamico e reciproco tra  Bibbia e immagine, ha continuato a fare breccia attraverso la relazione con cui Adalberto Mainardi, ha presentato la sensibilità dell’Oriente Cristiano sull’argomento. Qui il dinamismo si fa esperienza efficace poiché, con il superamento della crisi iconoclasta e la codificazione del secondo Concilio di Nicea (787), l’icona,  lungi dall’avere una pura funzione illustrativa, diventa sempre più luogo teologico nel quale l’orante viene progressivamente introdotto alla relazione con il mistero.

 Jerome Cottin ha posto in discussione l’opinione consueta che, in nome del principio della sola Scriptura, attribuisce al mondo della Riforma una diffusa iconofobia. Se da un lato, infatti, Lutero affermava che «Il Regno di Dio è un Regno d’ascolto, non d’immagine», dall’altro lato, ripensando al loro valore, sosteneva che «le immagini sono predicazioni per gli occhi”. Grazie al loro fondamento antropologico, le immagini aiutano l’uomo a vivere la fede. Purché non si dimentichi che l’immagine è sempre sottomessa alla Scrittura. Essa diventa fuorviante quando se ne abbandona la neutralità e la si usa a supporto di una teologia dei meriti. Anche Calvino, pur conservando un rapporto paradossale con le immagini, fa uso di quelle narrative, che servono a dire il Regno, laddove le parole non sono sufficienti.

Con il suo intervento Thomas Staubli, ha ampiamente relazionato su «Il nome come immagine a Canaan e in Israele». Partendo dalla prima età del bronzo, egli ha illustrato come il nome trovasse nei sigilli la sua testimonianza e la propria “sacralizzazione”, fino a giungere, passando attraverso l’età del ferro, alla tradizione deuteronomista, per la quale il nome è ipostasi della Parola al punto che, ben più avanti nel tempo, il cristiano potrà pregare nel nome della Parola fatta carne, in Cristo.

L’interrogativo che ha accompagnato il titolo del Convegno: “Bibbia e immagini: tradizioni, letture o tradimenti?” ha fatto da sottofondo all’intervento di Piero Stefani su “Un problema di traduzione: le corna di Mosè”. Stefani nell’indagare il significato di alcuni particolari - primo fra tutti le corna della statua di Michelangelo - ha lasciata aperta la possibilità di ulteriori e sempre non definitive interpretazioni. Anche in questa relazione s’è colto che l’immagine va oltre la possibilità di dire, ma nello stesso tempo si offre all’osservatore affinché egli possa lasciarsi interrogare dalla Parola che l’ha suscitata e che, nell’intrecciarsi con l’immagine, testimonia e annuncia ad un tempo.

Nell’arte l’idea di compimento lascia memoria e provoca futuro attraverso i due eventi centrali della fede cristiana: la croce e la risurrezione. Se la prima, come ha fatto notare Stefano Levi Della Torre, porta alla luce il paradosso di Cristo in quanto egli, Giusto, appeso allo strumento di supplizio e di morte riservato agli ingiusti, spezza la razionalità della croce, la seconda, come ha osservato  Gian Domenico Romanelli riferendosi al tema della dissolvenza, racconta il dinamismo dell’apparire e del sottrarsi del Risorto, che compare per sottrarsi e si sottrae per continuare a donarsi in una logica estranea alla razionalità umana, ma  familiare al cuore. Infatti, esso “sa” quanto il mistero dirompente della vita piena, non possa essere fermato da nessuna forza avversa.

Forse a causa della sovrabbondanza della vita divina che nella Parola e dentro l’esperienza dell’uomo si dà, sarebbe riduttivo credere che Dio dell’arte e Dio della Bibbia s’identifichino. Dare visibilità all’invisibile, come fatto notare da François Boespflug, nella sua relazione ha spesso indotto l’uomo a rappresentare Dio secondo forme antropomorfiche, perché queste sono il linguaggio di cui egli è capace. Eppure, è necessario non cadere nella tentazione di una eccessiva libertà nell’arte sacra, perché, seppure il Dio dell’arte non sia riducibile a trascrizione passiva del Dio della Bibbia, «sarebbe incomprensibile che quest’ultimo non susciti quello. Hanno bisogno l’uno dell’altro».

Il convegno è stato arricchito da una apprezzata serata, aperta al pubblico, in cui  Massimo Cacciari ha indagato, in maniera penetrante, sulle tensioni introdotte dai vari modi di rivelarsi  di un Dio invisibile ma semper loquens.

Alberta Feltrin

Torna ad inizio pagina


 INFORMAZIONI UTILI - Anche se non più attuali -

Logistica

I primi 130 iscritti potranno alloggiare presso la centrale “Casa del Pellegrino” che ci offre una buona sistemazione a prezzi convenienti (accertarsi preventivamente, telefonando a Biblia, della disponibilità):

- camera doppia o matrimoniale, in mezza pensione, € 55 al giorno per persona;

- camera singola, in mezza pensione, € 75 al giorno.

Per poter alloggiare presso la Casa del Pellegrino e usufruire della mezza pensione, occorre inviare la scheda di iscrizione, insieme all’anticipo di 20 € sulla quota di iscrizione e al costo della prima notte, entrambi non restituibili in caso di ritiro.

Chi non rientrerà nei primi 130 iscritti, dovrà prenotare un albergo per proprio conto; ne segnaliamo alcuni:

Hotel Giotto (***), centrale, 049/8761845

Hotel Maritan (***), centrale, 049/850177

Hotel Al Santo (***), centrale, 049/8752131

Ostello Comunale, centrale, 049/8752219 o www.ostellopadova.it

Iscrizione

L’iscrizione al convegno è di 80 € per i Soci di Biblia; 100 € per i non Soci; 40 € per i giovani sotto ai 30 anni e per i residenti del Veneto.

Per iscriversi al convegno occorre inviare la scheda di iscrizione, debitamente compilata in ogni sua parte, insieme all’anticipo di 20 € sulla quota di iscrizione, non restituibile in caso di ritiro.

Pasti

I pranzi sono liberi. Le cene sono tutte presso la “Casa del Pellegrino” per chi vi alloggia (comprese nel prezzo della mezza pensione). Chi alloggia da altre parti, potrà richiederle al prezzo di 20 € a pasto.

 Visite alla città

Le visite guidate alla città di giovedì 14 maggio sono quattro e se ne possono scegliere due: una al mattino e una al pomeriggio. Sono gratuite in quanto gestite da “Bibbia aperta”, ma occorre pagare personalmente il biglietto d’ingresso dove richiesto.

 Assemblea dei soci di Biblia

La regolare convocazione, con l’odg, sarà spedita a suo tempo. Intanto vi anticipiamo che sarà tenuta alle ore 21,30 di sabato 16 maggio, presso la Casa del Pellegrino.

 Pagamento

Può essere effettuato su ccp (15769508) intestato a Biblia, su c/c bancario intestato a Biblia presso Banca Toscana IBAN IT86C 03400 38103 000000019036 oppure su c/c bancario intestato a Biblia presso Banca Passadore IBAN IT85F 03332 02800 000002210506.

 Segreteria

Biblia, via A. da Settimello 129, 50041 Settimello FI; tel. 055/8825055; fax 055/8824704; e-mail: biblia@dada.it; cristina@biblia.org