S E M I N A R I    E S T I V I     1 9 9 9

(dal 21 al 25 Agosto) (*)
"Ti farò mia sposa per sempre": il messaggio di Osea.

Relatori: prof. PAOLO DE BENEDETTI, docente di Giudaismo


(dal 25 al 29 agosto) (**)
"Poiché (già) molti hanno posto mano" : Luca, il terzo   Vangelo

Relatori: prof. don PIETRO LOMBARDINI, biblista, e
JÜRG KLEEMANN, pastore luterano


«Ti farò mia sposa per sempre»: il messaggio di Osea, 21-25 agosto 1999. Relatori: Paolo De Benedetti, con interventi di Alberto Soggin e di Pietro Lombardini.
I dodici profeti minori (cosi chiamati soltanto perche i loro libri sono brevi o brevissimi) iniziano con Osea, che è anche uno dei piu antichi: fu infatti contemporaneo di Isaia (sec. VIII a.e.v.). E a Osea è dedicato il primo seminario di Biblia sui profeti minori. Abbiamo detto che questa qualifica e dovuta soltanto alle dimensioni dei loro scritti: in realtà la voce di Osea è una delle più alte di tutta la Bibbia, e dal suo messaggio - certo molto composito anche per aggiunte posteriori - giungono suggestioni che hanno ancora molto da insegnarci, a cominciare dalla `passione', o meglio la `passionalita' di Dio, diviso tra minacce e misericordia. Il Signore ha per il suo popolo un amore materno («Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare» 11,4)e sponsale («Ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell'amore e nella misericordia» 2,21). Nonostante la prostituzione di Israele simboleggiata dal comando divino rivolto al profeta («Va', prenditi in moglie una prostituta», 1,2)  scontata duramente dal popolo («Farò cessare tutte le sue gioie» 2,13), resta aperta una prospettiva di salvezza. Tutte queste prospettive trovano nelle parole del profeta una espressione letteraria di grande efficacia. Bisogna aggiungere che, profeta del nord, Osea fu ascoltato da coloro che diedero origine al Deuteronomio, da Geremia, dai cultori della letteratura sapienziale: un filone che attraverso le vicissitudini del popolo e del Libro giunge fino a Gesù.
II seminario (tenuto dal prof. Paolo De Benedetti) collocherà la figura di questo profeta nel suo ambito storico e geografico (prof. Alberto Soggin), e offrirà una lettura il piu possibile tematica; uno dei temi «`Amore voglio e non sacrificio':  gli influssi di Osea da Geremia ai Vangeli» sarà svolto dal
prof Pietro Lombardini.
    Quest'anno abbiamo pensato di introdurre una novità nel nostro seminario: saranno graditi brevi (massimo 10 minuti) interventi di quei partecipanti che abbiano preparato, in piena libertà, una riflessione, un commento, una attualizzazione, una citazione di qualche autore, su singoli passi del profeta; pensiamo che questi momenti di reciproco ascolto arricchiranno le lezioni e permetteranno una maggiore partecipazione personale a tutti.

Bibliografia: G. BERNINI, a cura di, Osea, Michea, Nahum, Edizioni Paoline, Roma 1970; A. FANULI, Osea, il profeta dell'amore, Michea, l'uomo dalla coscienza profetica, Queriniana, Brescia 1984; G. RAVASI, Osea, in Nuovo Dizionario di Teologia, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1988, pp. 1051-1055; S.P. CARBONE e G.RIZZI, Osea. Lettura ebraica, greca e aramaica, EDB, Bologna 1992; J. DENNIS e D.J. McCARTHY, Osea, in Grande Commentario Bibdico, Queriniana, Brescia 1973, pp. 326-341; B.MARCONCINI Osea, in Profeti e Apocalittici, Elle Di ci, Leumann 1995, pp. 75-83; L. ALONSO SHOEKEL e S. DIAz, Osea, in I Profeti, Borla, Roma 1989, pp. 971-1045.
 

     Ed ecco quanto ce ne riporta il Socio Guido Ziffer :

Nella bella cornice della Maiella, a 1000 metri sul mare, nell'albergo Scoiattolo Nero a Campo di Giove, in un bosco di tre ettari con una piscina riscaldata a cielo aperto, oltre 60 partecipanti, in massimo parte italiani e soci di Biblia, hanno avuto nel nostro Vice Presidente Paolo De Benedetti, coadiuvato da Pietro Lombardini 1'ultimo giorno, un maestro come sempre sapiente e affascinante per la lettura e il commento del battistrada dei dodici profeti brevi del Primo Testamento. Altrettanto felice si è rivelata la novità introdotta quest'anno di qualche intervento di quei partecipanti che avevano preparato alcune brevi riflessioni e annotazioni su singoli passi del profeta. Delle tre sezioni della Bibbia ebraica, il Tanak, gli scritti profetici, i Neviim, sono al secondo posto, dopo la Torà e prima degli Scritti; il profeta è la coscienza critica del presente ed è uomo della memoria e della speranza. I profeti non aggiungono nulla, ma ravvivano il fuoco che si sta spegnendo: essi sono la Torà orale.
Con una testimonianza di alto profilo, Osea, vissuto nel-1'VIII secolo a.e.v. nel regno ebraico scismatico di Samaria, separatosi da Giuda dopo la morte di Salomone, si colloca in un contesto forse ancora di monolatria, in cui gli dèi sono tanti ma se ne deve adorare uno solo, in quel processo, iniziato da Mosè, che condurrà al monoteismo il popolo eletto.
La raffigurazione dell'alleanza tra Dio e Israele, modellata sul Sinai quasi come rapporto politico, viene qui rappresentata quasi come una relazione d'amore tra due persone, con un tema nuziale che non solo verrà ripreso dai profeti successivi, ma costituirà poi un simbolo significativo per il Nuovo Testamento, con ripetuti e ribaditi richiami alla misericordia di Dio.
Dalla ventina di citazioni e allusioni da Osea del Nuovo Testamento (i quattro evangelisti, Pietro e Paolo) cinque paiono particolarmente significative: «Misericordia io voglio e non sacrificio» citata (Os 6,6) testualmente ben due
volte da Matteo (9,13; 12,7), nonché «e il terzo giorno ci farà risorgere» (Os 6,2) ripresa sia da Paolo «Cristo morì... fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture» (1 Cor 15,4) che da Luca «il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno» (Lc 24,46), così come noi recitiamo durante la messa nel credo niceno-costantinopolitano «Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture».
Un'immagine oseana che avrà una fortuna enorme è quella della vigna (Os 10.1), mentre 1'altra espressione oseana «seminare vento e raccogliere tempesta» (Os 8,7) è da tempo divenuta di uso corrente nella lingua italiana; ma ciò succede anche per un certo numero di altri passi primotestamentari.
Con Osea, profeta dell'amore, si ha una evoluzione profonda e importante nel pensiero biblico primotestamentario, passando da un aspetto di diritto (sinaitico) a quello del cuore: il legame diviene di amicizia. benevolenza, tenerezza; Dio è uno sposo amoroso, un padre generoso.
Un'ultima annotazione, emersa non durante il seminario, ma da successive letture bibliche: un collegamento forse non casuale tra Osea, Gesù e Giosuè. Così come il nome di Gesù viene da Giosuè, così la settima volta che nel Primo Testamento (Num 13,8) si parla del successore di Mosè, enumerando tutti i capi degli Israeliti, si dice testualmente «per la tribù di Efraim, Osea figlio di Nun» e più avanti. nello stesso capitolo 13, al versetto 13«Questi sono i nomi degli uomini che Mosè mandò a esplorare il paese. Mosè diede a Osea, figlio di Nun, il nome di Giosuè».

   Guido Ziffer


«Poiché (già) molti hanno posto mano': Luca, il terzo vangelo», 25-29 agosto 1999. Relatori: Pietro Lombardini e Jürg Kleemann.
Il vangelo di Luca si presenta come la prima parte di un dittico completato dagli Atti degli Apostoli. Redatto dopo il 70 e rivolto ai cristiani di origine non ebraica, attribuisce un particolare rilievo alla città di Gerusalemme. Il vangelo infatti si apre nel Tempio (annuncio della nascita di Giovanni Battista) e termina di nuovo nel Tempio dove i discepoli si riuniscono regolarmente anche dopo 1'Ascensione. Inoltre la scansione della vita pubblica di Gesù è organizzata lungo un unico itinerario che lo conduce dalla Galilea a Gerusalemme (moto centripeto). Uno dei temi cruciali della comprensione di questo vangelo rivolto alle genti sta dunque nel chiedersi perché resti così decisivo il riferimento alla `matrice ebraica' del cristianesimo, interrogativo che diviene particolarmente vivo tenendo conto anche dell' altro scritto lucano - gli Atti - in cui è narrata la diffusione del buon annuncio verso I'estremità delle genti (moto centrifugo).
«Ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili» (Lc 1,52): in questo verso del Magnificat traspare la tipica attenzione lucana verso i poveri e gli umili, visti come protagonisti della storia della salvezza. Il dinamismo del cammino che si sviluppa nel tempo si rivela pure nel tipico uso lucano dell'immagine della via da percorrere per adempiere alla propria chiamata o su cui ritornare allorché si prende coscienza di essersene allontanati («...rientrò in se stesso e disse... mi leverò e andrò da mio padre», Lc 15,17-18): si comprende quindi la diffusa presenza in questo vangelo dei temi legati alla conversione.
I due relatori affronteranno il testo seguendone innanzitutto le scansioni principali:
- Il vangelo dell'infanzia e I'inizio della predicazione di Gesù in Galilea (P. Lombardini);
- Verso Gerusalemme (cf. il cosiddetto `inserto lucano', 9,51-18,14) (J.Kleemann);
- La passione e la resurrezione (P. Lombardini);
Inoltre saranno affrontati in quattro conversazioni specifiche temi peculiari a tutti gli scritti lucani:
- La presenza di Dio nella storia della salvezza (J.K.); - Vi è un antigiudaismo in Luca? (P.L.);
- La povertà e la comunione dei beni (J.K.); - Cristo come via e la sequela (P.L.).

Bibliografia: J.N. ALETTI, L'arte di raccontare Gesù Cristo, Queriniana, Brescia 1991; H. CONZELMANN, Il centro del tempo. Studi sulla teologia di Luca, Piemme, Casale Monferrato 1996; B. CORSANI, Marco, Matteo, Luca , (Testimoni della verità), Claudiana, Torino 1982; O. DA SPINETOLI, Luca. Il vangelo dei poveri, Cittadella, Assisi 19842~ R.FABRIS, II vangelo di Luca, in AA.VV., I Vangeli, Cittadella, Assisi 1975 (rist. 1982); J.A. FITZMYER, Luca teologo, Queriniana, Brescia 1991; C. GHIDELLI, Luca (NVB 35), Ed. Paoline, Roma 19782;
M. GOURGUES, Le parabole di Luca, ElleDiCi, Torino 1998; G. LOHFINK, La raccolta di Israele, Marietti, Casale Monferrato 1983; L. MONLOUVOU, La preghiera secondo Luca, Ed.Dehoniane, Bologna 1979; J.RADEMAKERS- P. BOSSUYT, Lettura pastorale del vangelo di Luca, Ed. Dehoniane, Bologna 1983; C.STUHLMÜLLER, Il vangelo secondo Luca, in AA.VV., Grande Commentario Biblico, Queriniana, Brescia 1974, pp. 969-1035.
 

    Ed ecco quanto ce ne riporta il Socio Cesare Gallazzi:

Nella sua peregrinatio tra i libri neotestamentari, Biblia è arrivata questa estate a presentare ad amici e associati il vangelo di Luca nell'incontro estivo di Campo di Giove. Guide (per i 55 presenti) don Pietro Lombardini (dL), del seminario vescovile di Reggio Emilia, e Jürg Kleemann (pK) già pastore luterano a Firenze e attualmente pastore in carica a Venezia.
All'inizio delle lezioni don Lombardini presenta subito, dell'opera che andiamo ad affrontare, autore, linee direttrici e criteri del nostro approccio. Il terzo vangelo è attribuito a Luca, più probabilmente è di un anonimo autore di cui però è possibile individuare personalità e cultura: indubbiamente un uomo colto, un `'gentile", un "timorato di Dio" che ha incrociato la via di Gesù, un autore che scrive con 1'intento di proporci "una storia giudaica messa in moto dallo Spirito Santo".
Luca scrive verso il 90 d.C., in tempi in cui il popolo ebreo si sta riprendendo dalla tragedia degli anni 67-70, ma che sta ancora vivendo nel suo profondo quei rigurgiti che porteranno alla catastrofe del 135 d.C. Quasi sicuramente deve aver conosciuto quella raccolta di detti sulla vita e insegnamenti di Gesù assorbiti nei vangeli e a noi non pervenuti; deve aver conosciuto 1'opera di Marco: non dimostra di conoscere le lettere di Paolo (e forse non ha mai conosciuto 1'apostolo).
Nella sua opera c'è un disegno: "vedere come il progetto divino si fa avanti nel popolo di Abramò" e "come la volontà di Dio sempre avanza nella storià".
Il nostro approccio al terzo vangelo non potrà essere sistematico con puntuale percorso dell'intero testo: andremo a cogliere, per episodi significativi ed emblematici, alcune delle connotazioni principali e per ognuno delle grandi ripartizioni dell'opera coglieremo particolari aspetti. Vangeli dell'infanzia (che il relatore estende fino a 4.13). Luca, da uomo colto, imposta letterariamente il suo vangelo sulla falsariga dei classici greci, anteponendo un prologo al racconto vero e proprio. Una vera ouverture (dice dL) che anticipa e sintetizza il contenuto del testo. Coerentemente al suo credo, Luca ci presenta un quadro in cui per un verso preannuncia la nascita miracolosa per intervento divino, la genealogia davidica e il battesimo da parte del Battista con protezione dall'Alto, e per altro verso anticipa 1'annuncio ai pastori. Tutti i grandi personaggi biblici (il primogenito di Abramo, Mosè, Sansone. Samuele, sino al Battista) hanno una nascita difficile propiziata dall'intervento dall'Alto: non poteva certo fare eccezione la nascita di Gesù, esaltata però - in Luca -dalla larga presenza di angeli, i mediatori di Dio secondo la tradizione apocalittica. La genealogia di Gesù in Luca non solo raggiunge Abramo (a inserirsi nella profezia messianica di Natan) ma viene spinta sino alle origini del1'umanità, a proclamare - al di là della coerenza logica che evidentemente è fuori discussione - il nuovo Adamo.
E 1' annuncio di tanto evento è fatto ai pastori, alle persone più umili e meno considerate dalle categorie sociali: in
una anticipazione delle connotazioni del futuro popolo messianico, che sarà costituito in prevalenza da persone semplici e umili. Il coro dell'esercito celeste a supporto dell'annuncio ai pastori, normalmente a noi proposto bipartito: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli, e in terra pace agli uomini che egli ama". potrebbe essere portatore di una particolare tematica lucana se proposto e letto in una tripartizione: "Nell'alto dei cieli gloria a Dio; sulla terra pace; tra gli uomini amore". Il leit-motiv lucano dell'amore tra le genti troverebbe qui una significativa anticipazione ed esternazione.
Viaggio verso Gerusalemme. La parte innovativa del testo lucano, basata su episodi per i quali in genere non si trovano riferimenti in Marco e per i quali i numerosi riferimenti in Matteo avvengono in tutt'altro contesto, è la parte centrale, il cosiddetto "inserto lucano". da 9,57 a 18,14, nella quale sulle tappe di un viaggio di Gesù verso Gerusalemme si articola la teologia di Luca e non solo. Consapevole del pericolo e del suo tragico destino, Gesù si muove verso Gerusalemme per portare a compimento il piano divino di salvezza: e da Gesù una serie di insegnamenti che escono da un quadro teologico in riferimento ai comandamenti base - in chiave lucana - dell' amore tra gli uomini e del rispetto per gli umili, per coinvolgere 1'apostolato della sua parola e la vita della nascente comunità cristiana. Anche qui pochi significativi commenti. Innanzitutto pK ha sottolineato 1'aspetto e significato di "viaggio'' di questa parte del racconto di Luca. È un andare - su una strada illuminata nel caso specifico - che postula 1'abbandono delle iniziali posizioni per acquisire quelle delle mete raggiunte. Lungo questa "strada" piace notare la parabola del Samaritano che nel suo essere "altro" rispetto al denudato e ferito della parabola, non esita a farsi prossimo del malcapitato: con 1'esaltazione di due tematiche fondamentali di Luca, 1'amore incondizionato verso 1'uomo in quanto tale e 1'universalità dell'insegnamento di Gesù. Altra sottolineatura sul basilare avvio del1'inserto lucano, la sequela di Gesù (9,57). La dura e incondizionata soluzione di Luca è quella del totale abbandono di ogni cura terrena per chi vuol seguire il Messia.
Per l'ultima delle parti in cui è normalmente diviso il testo del terzo vangelo, Passione e Risurrezione, il nostro approccio è per un solo fondamentale avvenimento: il viaggio verso Emmaus. una vera e propria chiave di lettura di tutte le scritture del Nuovo Testamento. La tragedia che sconvolge i discepoli non dovrebbe essere un evento inaspettato: la crocifissione del Messia nel progetto salvifico di Dio era predetta nelle Scritture e la loro conoscenza avrebbe dovuto preparare al triste evento e a meglio conoscere il Cristo. E' dovuto invece arrivare un occasionale compagno di viaggio per aprire gli occhi e portare a fondamentali scoperte e a far "risorgere" il Cristo agli occhi dell~umanità (con un lento processo che perdurerà sino ai tempi di Luca, farà notare qualcuno dei presenti e che porterà a individuare in Gesù dal Rabbi vivente il Messia crocifisso e poi il Signore e al figlio di Dio).
Il seminario è stato anche chiarificatore dell'impatto con il mondo esterno che ha avuto il vangelo di Luca. I "distinguo" del testo tra mentalità ebraica ed esigenze più generali (più universali) non devono essere interpretati come contrapposizioni animate da un antigiudaismo dell'autore. Il cristianesimo nasce in ambito giudaico e lentamente la differenziazione delle posizioni si fa più netta. Lo sforzo degli evangelisti - e specie di Luca - è di rompere senza animosità di sorta certe barriere culturali ritenute troppo strette e di indirizzare verso soluzioni più aperte: come del resto anche la situazione politica del momento (dominata dall'imperialismo romano di cui Israele, anche se contro voglia, faceva parte) richiedeva.

Cesare Gallazzi



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