VIAGGIO DI STUDIO: EGITTO COPTO ED EGITTO CLASSICO

 

 Abbiamo predisposto 3 diversi programmi tra i quali scegliere entro il 20 marzo:

 

 1. Egitto classico e copto dal 25 settembre al 6 ottobre 2009 (€ 2.000,00 più € 300 in camera  singola);

 2. Egitto copto dal 27 settembre al 6 ottobre 2009 (€ 1.800,00  più € 250 in singola);

 3. Solo Egitto classico dal 25 settembre al 2 ottobre 2009 (€ 1.650,00 più € 200 in singola

€ 1.850,00). Questo terzo programma sarà eseguito solo quando gli altri due avranno raggiunto il totale delle adesioni previste e se raggiungerà un minimo di 15 adesioni.

 

 Manderemo i programmi precisi, le condizioni di partecipazione e la scheda di iscrizione, come già annunciato nel Notiziario precedente, solo a chi è interessato a uno dei tre viaggi e ne faccia richiesta scritta o telefonica, immediata,  a Biblia.

 

 

Siamo tornati da poco da un bellissimo viaggio in Siria e Giordania, ma già pensiamo al prossimo viaggio… Infatti, dato che,  generalmente,  siamo più di cento partecipanti, è ormai indispensabile prenotare aerei e alberghi con l’anticipo di almeno un anno. Quindi invitiamo tutti coloro che hanno intenzione di partecipare al prossimo viaggio di studio di Biblia a mandarci una pre-iscrizione, indispensabile per poter procedere nella programmazione.

La meta prossima sarà l’Egitto copto e cioè gli antichi e straordinari monasteri e le chiese cristiane di questo paese. Il termine qubt / qibt (da cui il nostro copto) deriva dalla deformazione del greco aigyptios (egiziano), usato dai conquistatori arabi (639-641) per indicare i discendenti degli antichi abitatori della regione, diventata (dopo la conquista di Alessandro) uno dei grandi centri della cultura ellenistica e romana e poi cristiana. Solo successivamente il termine copto è entrato nell'uso comune, sia in Egitto sia in Occidente, per designare la minoranza cristiana egiziana, sopravvissuta sino ad oggi nel contesto della maggioranza islamica del paese. La tradizione copta, per quanto a lungo confinata in una condizione di apparente marginalità, ha grande importanza dentro la stessa storia della società egiziana, e una particolare rilevanza per l’evoluzione del primo cristianesimo. Visitare l’Egitto copto significa quindi avvicinare una cultura che merita finalmente di essere conosciuta e valorizzata, quanto meno per la sua bellezza artistica, del tutto singolare.

La Chiesa copta, una delle più antiche chiese d’Oriente, nasce secondo la tradizione dalla predicazione dell’apostolo Marco durante il regno di Nerone. La liturgia, in origine simile a quella bizantino-ortodossa ha avuto però una evoluzione differente, segnata dal ruolo del patriarcato di Alessandria. Al Cairo vi è un intero quartiere racchiuso tra le mura dell'antica fortezza di Babilonia sul Nilo, la più antica costruzione della città, oggi chiamato il «Vecchio Cairo» o «Cairo copto». Da oltre 1500 anni, è la roccaforte della comunità cristiana copta dell'Egitto. In questo quartiere si trovano il museo copto, fondato da Marcus Simaika (che nel 1910 lo creò per raccogliere documenti e opere d'arte copti provenienti da tutto l'Egitto), molte antiche chiese fra cui quella di Al-Moaqalla, o «chiesa Sospesa» (costruita nel III secolo sopra l'antica fortezza romana, che conserva all'interno un pulpito in marmo del 1100, considerato il più bello di tutto l'Egitto) e la famosa ghenizà, scoperta verso la fine del XIX sec, un vero deposito, in senso letterale, di antichi testi ebraici e in piccola parte anche musulmani.

Lo stesso monachesimo orientale ha le sue origini in quest’area, nell’anacoretismo (sant’Antonio l’eremita muore nel 356) e nelle prime comunità (secondo la regola di san Pacomio morto nel 345): per questo l'Egitto conserva i più antichi monasteri del mondo. Sono solitamente monasteri-fortezze perché costruiti in un'epoca di grande insicurezza sociale; l’architettura delle chiese al loro interno è solitamente quella di una basilica paleocristiana a tre navate preceduta da un nartece. Tra i tanti monasteri copti sparsi in Egitto visiteremo a Sohag il «Monastero Bianco», fondato nel IV secolo dal monaco Scenute, e il «Monastero Rosso» (Deir el-Ahmar), di proporzioni minori. Sulle coste del Mar Rosso vedremo il Monastero di Sant’Antonio e quello di San Paolo costruito nel V secolo, saccheggiato più volte e sempre ricostruito. Tutti questi luoghi vennero intitolati alla Santa Croce. Per i copti, il martirio di Gesù era una delle glorie maggiori e la croce, simbolo della vittoria sulla morte e retaggio dell'«ankh» faraonico, era il simbolo della Buona Novella.

Visitare l’Egitto copto significa quindi avvicinare una cultura che merita finalmente di essere conosciuta.  Sappiamo però che non tutti i viaggiatori di Biblia conoscono già i siti archeologici classici dell’Egitto dei faraoni e vorrebbero perciò averne almeno un’idea. Cosa fare dunque?

La soluzione che proponiamo è quella di far precedere alla visita dell’Egitto copto sei giorni dedicati alla visita dei luoghi dell’antico Egitto: piramidi di Giza, Sfinge a Museo del Cairo, poi volo al sud e visite ai siti di Abu Simbel, Assuan, Kom Ombo, Edfu e Luxor con le tombe affrescate dei re e delle regine, seguito da altri sette giorni di visita all’Egitto copto: tredici giorni in tutto.

 Chi invece desidera visitare solamente l’Egitto copto, inizierà il viaggio da Alessandria e Mar Mina, raggiungendo dopo tre giorni il primo gruppo a Luxor, per proseguire insieme per altri sette giorni: questo secondo viaggio durerà dunque dieci giorni.


A tutte le persone che ci manderanno la scheda di pre-iscrizione, non impegnativa ma necessaria per poter entrare nel numero dei partecipanti a questo viaggio, manderemo in seguito il programma preciso con relativi prezzi.

 


r e l a z i o n i

IMPRESSIONI DI UN NEOFITA

    Schierati, oltre ai doganieri, infermieri e alcuni medici con mascherine. Controlli statistici preventivi per l’epidemia della febbre suina. Chi beccano in tutto il gruppo di Biblia al varco del Cairo? Il sottoscritto e Alberto Calcagni. Si fece avanti scuotendo un termometro un medico facendomi segno di misurarmi la febbre. Cinque lunghissimi minuti durante i quali vedevo passare tutti i componenti del gruppo compresa mia moglie e io invece seduto a chiedermi che cosa sarebbe successo se mi avessero trovato con qualche linea di febbre, magari causata dalla stanchezza del lungo viaggio. Qui si mette male con questo giro dell’Egitto, pensavo tra me! Invece? Invece è stato il più bel viaggio della mia vita. Un seminario itinerante. La mattina in pulman ci veniva illustrato nei dettagli il luogo da visitare. La sera briefing seguiti da conferenze di approfondimento con dibattiti e chiarimenti. Paola e Marco. I nostri angeli custodi. Paola Buzi e Zecchi Marco professori a Bologna; cooptologa e archeologa la prima; egittologo il secondo insieme al prof. Gianotto Claudio dell’Università di Torino. Docenti motivati, appassionati, di una erudizione esagerata che quando parlavano dei monasteri in visita lasciavano a bocca aperta gli stessi monaci che vi vivevano. Paola e Marco sono dotati inoltre di una capacità comunicativa tale da rendere semplice ed efficace materie e argomenti che si sentivano per la prima volta. Età media dei partecipanti, superiore ai sessanta anni; chilometri macinati 300 al giorno; tante arrampicate su per colline ciottolose e bollenti; tre pranzi al sacco nella frescura dei pulman; servizi igienici non sempre alla portata del malcapitato dissenterico, eppure nessuno si lamentava. Presi dalla magia e attratti dalle novità che scoprivamo e non certo per il garbo e l’ottima educazione che pure ha prevalso in tutti i partecipanti, non sentivamo la stanchezza.

   Stupore, esagerazione, perennità, credulità. Queste le parole chiave a cui riconducevo tutto ciò che vedevo. Stupore per come un culto della sepoltura abbia potuto creare tanta architettura, tanta iconografia e tanta monumentalità. Esagerazione per i templi di Luxor. Perennità per quello che il Nilo ha prodotto, ancora conserva e ripropone a chi oggi lo osserva. Perennità per il deserto che costeggia il Nilo, fascinoso, misterioso. Credulità per i troppi simboli agitati dal potere faraonico che non lasciava libertà agli individui di attribuire un senso proprio alle cose al di fuori di quelle prescritte. Eppure sono stati questi gli ingredienti base per trasformare la vita di pastori, cacciatori, nomadi guerrieri in vita collettiva, sociale e organizzata. Mi ha fatto un certo effetto constatare che lo Stato sia nato sotto l’effetto emozionale del culto dei morti e non per cause che oggi definiremmo razionali. Le tre anime, faraonica, copta e musulmana, di cui ho avuto conoscenza grazie anche a Biblia e ad Adriano Panato, rendono l’Egitto e gli egiziani un Paese e un popolo affascinanti e degni di essere conosciuti e apprezzati per tutto quello che ancora oggi regalano alla civiltà dell’uomo.

Michele Dattolo    Scandicci 20.10.2009  


 

UN CAMMINO

 

Il viaggio appena concluso non e' stato solo un viaggio a " 5 stelle": e' stato un CAMMINO . Un cammino verso le nostre radici e dentro  di me. L'ho definito un viaggio accompagnato perché ero portata con delicata sapienza  verso conoscenze storiche e religiose e in luoghi così sacri che il solo calpestarli metteva in imbarazzo la mia stupida e laica euorpeicità.  Sento e vedo ancora i colori, i sapori, le luci e le ombre di quei paesaggi tra deserti e montagne assolate da cui all'improvviso -quasi come fiori nel deserto- prima mi apparivano e poi toccavo antichi monasteri che tuttora  emanano il senso profondo e vero di coloro che da quei luoghi hanno  lasciato ai posteri il loro messaggio di pace e di fede.

Tutto e' diventato osmosi e tutto si e' trasformato giorno dopo giorno in incontro, in racconto, in amicizia.... ecco in persone vere   in luoghi veri . Dai  monasteri   copti alla spianata di Akenaton ...al monastero di Antonio  e via via  paesi e borghi, campi di sorgo  e palmeti, polvere e sabbia, e   citta' e metropoli. E i tanti visi di bambini sorridenti e  curiosi e di donne velate silenziose e altere.. e perché no ..gli asinelli  e i buoi come in un continuo Betlemme e i gatti   come antiche sfingi che osservavano misteriosi i nostri passi.

Tutto questo mi porto dentro e ci resterà per sempre.

                                                                                                                                         Magda Viero           


Gloria all’Egitto e a Iside / Che il sacro suol difende…

   Per quanto si voglia di maniera, l’Aida, con cui Verdi ha partecipato all’inaugurazione del canale di Suez, ha contribuito a rendere popolare il mito dell’Egitto antico: quasi tremila anni di storia  simbolizzati nelle piramidi, nei geroglifici, negli immensi templi. Trovarseli davanti, toccarli, entrarci generano un’emozione profonda, che lascia segno: ma il nostro viaggio ha dato di più, perché le trasparenti e accattivanti interpretazioni degli esperti culturali hanno saputo trasformare l’emozione in cultura. Chi non dispone di conoscenze autonome non ricorderà successioni dinastiche, cerimonie e ruoli divini: ma raffigurazioni e personaggi hanno trovato una lettura che resta nella mente come espressione di civiltà, di concezione del mondo, di tappa nell’evoluzione dell’umanità.

   La seconda scoperta del viaggio sono stati i monasteri copti, alcuni in villaggi ben poco turistici, altri isolati nel deserto: se il mondo dei faraoni è nell’immaginario collettivo, quello dei copti è per lo più sconosciuto anche ai cristiani che neppure riescono a collocare nel tempo santi eremiti di cui è popolare solo il nome, come quello di Antonio abate. Luoghi  inospitali, aggrediti dal tempo, con una manutenzione che crea qualche disagio nel visitatore occidentale, rivelano una vitalità remota e ancora presente nei numerosi monaci che li abitano e dei pellegrini che li frequentano. Attraverso la decodifica di un linguaggio difficile e di reperti anche deliberatamente cancellati dai diversi poteri che si sono succeduti, ci viene illustrata una religiosità semplice che può lasciare perplessi, ma rappresenta un filone del cristianesimo appagante di un’esigenza di religione popolare che non può essere trascurata.

   Dal settimo secolo la presenza islamica trasforma l’Egitto e ne ritroviamo le tracce nelle grandi moschee del Cairo. Questa volta sono le tre guide arabe a presentare architetture, tradizioni e significati di una cultura che ci è prossima anche nelle nostre città europee, e che guardiamo con diffidenza istintiva o indotta da una propaganda interessata: guide che uniscono alla preparazione professionale la personale adesione di fede e che quei riti e quelle preghiere conoscono per pratica quotidiana. Mai tracce di polemica o di insofferenza nei confronti di nessuno, mai parole apologetiche dell’islam: eppure era palese la soddisfazione con cui presentavano i segni della propria identità.

   Queste le tre anime sulle quali il viaggio si è affacciato, alternando lo sguardo tra l’immenso deserto e il Nilo, tre anime dell’Egitto, ma anche dell’uomo, nelle quali ciascuno ha ritrovato una parte di sé, sconosciuta o riconosciuta. Ma le centinaia di chilometri non turistici del viaggio hanno rivelato anche un altro aspetto: l’Egitto povero delle campagne, i bambini sorridenti che salutano la colonna di pullman, spettacolo forse insolito; gli uomini che lavorano la campagna o conversano in locali per noi di desolato squallore; le donne, per lo più velate, che trasportano, anche sul capo, pesi che sorprendono.  E l’idea felice di non gettare quello che resta intatto nei cestini da viaggio: ma donare quello che non ci è piaciuto o che è di troppo per la nostra abbondanza suscita interrogativi senza risposta.

   Rileggiamo ora la comune esperienza nei versi scherzosi di due partecipanti.

                                                                                                                                  Ugo Basso


 

II  RACCONTO   DEL  CANTASTORIE

di Enrica & Ugo Basso

 Qui comincia l’avventura,

che a nessuno fa paura

anche se di vita dura,

fra piramidi e cultura.

 

Mohamed, Nasr  e Fawzy[1]

ci conducon di per dì

per l’Egitto più segreto

lungo il Nilo cheto cheto.

 

Mummie, sfingi –che impressione!-

sfilan sempre in processione.

Il prof Marco[2] a chi non sa

svela arcane verità

 

per scoprire antichi riti

mentre noi restiam rapiti:

Amenofis con Ramesse,

Nefertiti e principesse

 

tra vittorie offerte e doni.

Che splendore i faraoni!

Brilla il sole e brillerà:

rendiam grazie ad Amon-Ra.

 

Avanziamo assai contenti,

or veloci ed ora lenti,

sopra l’onda col battello

o salendo sul cammello.

 

Tra palmeti e zigofilli[3]

per deserti andiam tranquilli.

Nei villaggi contadini

Noi troviam tanti bambini

 

Che si affacciano alla porta

Per veder noi con la scorta[4].

Mubarak[5] vigila attento
Su ogni nostro spostamento.

Se un mattin non ce la fai

chiedi tosto di Adriano[6]:

du battute de romano

giovan meglio della Rai.

 

 

Con le scarpe o senza scarpe

visitiamo tombe ed arte

dove monaci eremiti

ci raccontan storie e miti.

 

Il Gianotto[7], grande esperto,

esponendo nel deserto.

ci intrattiene sui cristiani,

sian fedeli oppure ariani.

 

Ora siamo sulla via

della vergine Maria

ripercorsa con Gesù

fin che Erode non fu più.

 

Qui nei grandi monasteri

i miracol paion veri

e anche il santo aba Scenute[8]

si fa vivo e si discute.

 

Mentre Paola[9] con passione,

tra la scienza e l’emozione,

fa capire anche agli dei

quel che i copti son per lei.

 

Forse il corvo[10] non verrà ,

Ma il miracolo sarà

Che fra islamici e cristiani

Sempre strette sian le mani.

 

Splende Allah per ogni dove:

le moschee son vecchie e nuove.

Tra tappeti ed abluzioni

ascoltiamo le orazioni.

 

Non son Dante, non son Genio[11],

ma del viaggio porto segno[12]:

ho provato a ricordare,

voi dovete perdonare.

 

È finita l’avventura?

No! Nessun abbia paura:

noi con Biblia torneremo

e ad Agnese[13] applaudiremo.

 

                                                                                                                                                        

 

12 Eugenio Montale –Genio in famiglia-, grande poeta per antonomasia.

13 Rima impropria.

14 Agnese Cini Tassinario, presidente di Biblia.


 


[1] Sono le guide egiziane dei tre pullman del gruppo. Fawzyi è tronco per ragioni di rima: la lettura corretta è Fàwzy.

[2] Marco Zecchi, egittologo, accompagnatore culturale.

[3] Arbusti con radici molto profonde frequenti nel deserto, molto dannose  nei siti archeologici.

[4] Per lunghi tratti il convoglio dei nostri tre pullman è stato scortato da due camionette della polizia turistica. 

[5] Hosni Mubarak, presidente della repubblica egiziana dal 1981. Qui il riferimento è sia alle frequenti gigantografie che lo ritraggono giovane lungo le strade, sia alla frequentissima presenza della polizia che impone continui controlli.

[6] Adriano Panato, tour operator, l’organizzatore del viaggio, capace di dissolvere tensioni con qualche battuta in romanesco.

[7]Claudio Gianotto, docente di storia del cristianesimo, accompagnatore culturale.

[8] Il più grande autore cristiano in lingua copta, monaco eremita, vissuto in questi conventi  tra il IV e il V secolo.

[9] Paola Buzi, coptologa, accompagnatrice culturale.

[10] Secondo una pia tradizione, ogni giorno un corvo recava a san Paolo di Tebe, eremita in una grotta da queste parti, il mezzo pane unica fonte del sostentamento.

[11] Eugenio Montale –Genio in famiglia-, grande poeta per antonomasia.

[12] Rima impropria.