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VIAGGIO DI STUDIO IN SIRIA
18-28 agosto 2008
(ESTENSIONE IN GIORDANIA, 28 AGO-1 SET)
Accompagnatori: don Rinaldo Fabris e prof. Gianluigi Prato. Oltre alle conferenze di approfondimento dei due accompagnatori, sono previsti alcuni incontri con personalità del paese
NOTE PER UNA LETTURA ANALITICA Per la descrizione dettagliata delle visite nei singoli giorni, premere il mouse sullo specifico giorno dei sottostanti paragrafi "Programma definitivo" ed "ESTENSIONE IN GIORDANIA" mentre, per il ricco corredo di notizie accessorie, utilizzare - sempre tramite mouse - il seguente elenco:
TESTI ANTICHI DELLA CHIESA SIRIANA APPROFONDIMENTI LETTERARI E BIBLICI GLOSSARIO DI POPOLI, DINASTIE ED ETNIE
[1° giorno: ROMA/ALEPPO * 18 agosto lunedì
Partenza
con volo
2° giorno: ALEPPO * 19 agosto martedì
Al
mattino partenza per la zona delle città morte e visita del famoso monastero di
San Simeone Stilita (Qalah Siman), monumentale e isolato sulle colline.
Proseguimento per la visita del sito di Ayn Darah. Rientro ad Aleppo per il
pranzo in ristorante Armeno. Il pomeriggio partenza per Ebla, dove la missione
archeologica italiana, guidata dal Prof.
3° giorno: ALEPPO * 20 agosto mercoledì
Intera
giornata dedicata alla visita di questa antichissima città che ancor oggi
svolge un’importante ruolo nella vita economica della Siria. Si visita il Museo
Nazionale Archeologico dove sono conservati preziosi reperti delle varie
civiltà mesopotamiche e
4° giorno: ALEPPO/LATAKIA * 21 agosto
giovedì
Partenza
in
5° giorno: LATAKIA/HAMA * 22 agosto
venerdì Partenza
lungo la costa per Tartus e visita dei resti della città crociata che ha
conservato un centro storico medievale di stampo europeo con chiese e palazzi
gotici. Visita del museo archeologico. Proseguimento per la visita di Amrit,
con il suo tempio di grande fascino. Partenza per il Krak dei Cavalieri (Qalat
al-Hosn), e sosta per il pranzo in ristorante. Il pomeriggio visita del famoso
castello crociato in splendido stato di conservazione. Arrivo ad Hama e
sistemazione nelle camere riservate dell’ hotel Apamea Cham Palace (cat 5*) sul
fiume Oronte. Cena in hotel. Per quelli che non sono troppo stanchi breve
passeggiata serale nel centro delle città. Pernottamento.
6° giorno:HAMA/ALEPPO 23 agosto sabato Al
mattino visita della città di Hama, famosa per le antiche norie in legno,
costruite dai romani per il sollevamento dell’acqua dal fiume Oronte. Partenza
per Apamea, importante città ellenistica e romana dove recenti lavori di
restauro hanno riportato all’antico splendore “il Cardo”. Proseguimento per il
vicino caravanserraglio di Al Maidk dove sono conservati splendidi mosaici
trovati nella città di Apamea. Pranzo in ristorante. Partenza per Maarrat
an-Numan e proseguimento per la visita delle rovine di Serjilla. Arrivo ad
Aleppo e sistemazione nelle camere riservate dell’ hotel Sheraton. Cena e
pernottamento.
7° giorno: ALEPPO/DAYR AS-ZAWR * 24
agosto domenica
Partenza
al mattino sul presto per Ar-Raqqah, capitale estiva del Califfo Harun
ar-Rashid. La città sorge sul lago Assad, nato dalla costruzione della grande
diga sull’Eufrate. Proseguimento per la città morta di Rusafah-Sergiopolis,
citata
8° giorno: DAYR AS-ZAWR/PALMIRA * 25
Agosto lunedì
Al
mattino presto partenza per Mari città degli Accadi risalente a più di 5000
anni fa e visita del Palazzo reale e della ziqqurat. Proseguimento per Dura
Europos sull’Eufrate, interamente costruita in mattoni crudi nel IV secolo a.C.
da Seleuco, luogotenente
9° giorno: PALMIRA/DAMASCO * 26 agosto
martedì Al
mattino molto presto inizio della visita della vasta e monumentale area
archeologica, dell’imponente Santuario di Baal, della necropoli e del piccolo
Museo Archeologico dove sono conservati molti dei reperti trovati nel sito.
Pranzo in ristorante. Il pomeriggio partenza per Maalula pittoresco villaggi
arroccato sui monti dell’Antilibano, dove si parla ancora l’ aramaico. Arrivo a
Damasco nel tardo pomeriggio. Sistemazione nelle camere riservate dell’ hotel
Cham Palace (cat 5*). Cena e pernottamento.
10° giorno:
DAMASCO * 27 agosto mercoledì
Al
mattino visita del Museo Archeologico Nazionale (eccezionale per i suoi reperti
archeologici in esso conservati e in particolare la sinagoga di Dura Europos),
proseguimento con la visita della città con il quartiere cristiano, la casa di
Anania, amico
11° giorno: DAMASCO/BOSRA/DAMASCO * 28
agosto giovedì (per chi non prosegue
in Giordania)
Al
mattino partenza per la regione dell’ Hawran nota per le sue città nere
costruite in basalto. Arrivo a Bosra, famosa per il suo teatro trasformato in
fortezza dai musulmani. Visita della vasta città romana capitale
[12° giorno: DAMASCO/ROMA venerdì
Trasferimento
in aeroporto. Partenza da Damasco con volo
11° giorno
DAMASCO/BOSRA/JERASH/A
Al
mattino partenza per la regione dell’ Hawran nota per le sue città nere
costruite in basalto. Arrivo a Bosra, famosa per il suo teatro trasformato in
fortezza dai musulmani. Visita della vasta città romana capitale
12° giorno A
Al
mattino presto partenza per Petra. Arrivo e visita della vasta aerea
archeologica del sito
13° giorno PETRA/BEIDA /MADABA/MONTE
NEBO/A
Partenza
per Beida e visita del sito conosciuto come
14° giorno A
Partenza
per la visita del sito di Rihab dove è stata recentemente scoperta, da un team
di studiosi internazionali guidati da Abdel-Qader Hussein, direttore
[15° giorno DAMASCO/ROMA 1 settembre
lunedì
Trasferimento
in aeroporto. Partenza da Damasco con volo
Le immagini nei frontespizi delle pagine
sulla Siria provengono dagli scavi effettuati da
Agnese Cini Tassinario e di Chiara Tassinario Di Tondo, con interventi di Alessandro Di Lorenzo
Città morte Nell’area
situata a est dell’Oronte si trovano numerosi villaggi e imponenti costruzioni
religiose di epoca romana e bizantina
nominate “città morte” , talvolta immerse nel verde degli ulivi,
talaltra isolate su brulli altipiani ormai inospitali Nel VII e VIII secolo a causa di terremoti e
tornadi che si abbatterono sulla zona e alla conquista mussulmana furono
abbandonati.
San Simeone Stilita (Qalah Siman)
La costruzione è formata da quattro basiliche
disposte a forma di croce che davano su un cortile ottagonale centrale coperto
da una cupola. Fu terminata circa nel 490 per ordine dell’imperatore Zenone ed
è dedicato a san Simeone una delle figure più originali tra i primi cristiani
della Siria che,
Simeone Stilita il Vecchio nacque ad Antiochia attorno
al 521 e, come suggerisce il suo stesso nome, visse sopra una colonna per ben
quarantacinque anni. Pare comunque attendibile che Simeone possa aver scelto
all’età di circa venti anni questa straordinaria condizione di vita eremitica.
A trentatrè anni ricevette l’ordinazione presbiterale e, per imporgli le mani,
il vescovo dovette munirsi di una scala per raggiungere la sommità della colonna.
Le folle accorrevano dal santo stilita per ottenere da lui consigli o per
implorare guarigioni miracolose. Occasionalmente pare possedesse inoltre il
dono della conoscenza dei segreti del cuore, nonché della profezia. Numerosi
erano dunque i discepoli che si raccoglievano intorno a lui. Tra gli scritti
che gli sono attribuiti, se ne segnalano uno in cui sollecitò l’imperatore a
punire i samaritani, rei di aver attaccato i cristiani, e un altro, citato da
San Giovanni Damasceno, in cui condannò esplicitamente l’iconoclastia. Il santo
stilita era vegetariano. Similmente ad altri seguaci di questo particolare
stile di vita, si trasferì più volte su nuove colonne, in diverse città, con
l’approvazione dei vescovi locali. I contemporanei, pur contestando il modo di vita degli stiliti, non potevano non
riconoscerne il potere di operare il bene, la loro umiltà, la loro carità, la
capacità di convertire gli uomini e i periodici interventi in favore del bene
comune. Simeone morì in Siria nel 592 ed è commemorato in data odierna,
Ayn Darah
Il
sito risale circa alla seconda metà del
II millennio a.C., vi si trova un tempio in basalto di epoca arcaica eretto tra
il 950 e
Ebla
È l'antico nome dell’odierna
Tell Mardikh, a circa
Il Palazzo Reale: gli scavi sul lato ovest dell'Acropoli hanno messo
in luce un grande palazzo reale, chiamato dagli archeologi Palazzo G, che risale alla prima epoca
d'oro di Ebla: 2400-2250 a.C.
Questa enorme costruzione occupa la facciata ovest del pendio dell'Acropoli;
l'esplorazione archeologica ha dimostrato che fu costruita sulle rovine di un
edificio, del Bronzo Antico (2700-
A-
L'ala cerimoniale, consacrata ai ricevimenti
B- L'ala amministrativa: si estendeva a sud della
grande scalinata che portava ai quartieri d'abitazione. Era il centro del governo
e della monarchia.
C- L'ala di abitazione: vi si giunge salendo la grande
scalinata di pietra; comprende diverse stanze destinate alla preparazione del
cibo, alla macinazione dei cereali, alla spremitura delle olive e alla cottura
degli alimenti.
D- Gli Archivi Reali: nel 1975 fu scoperta la
biblioteca reale, o Archivio.
Il palazzo del principe
ereditario (Palazzo Q o Palazzo
Occidentale) si trova nella città bassa, a ovest dell'Acropoli, e si
estende da nord a sud, per una lunghezza di m 1×15; la parte sud è crollata per
cause naturali. È composto dall'unione di diverse unità d'abitazione attorno a
una sala principale, ed è costruito in mattoni crudi su una
Il palazzo E, sulla parte nord dell'Acropoli, è stato scoperto nei
primi anni d'attività della missione, ma solo in parte. L'altra parte è sepolta
sotto i resti dell'insediamento del Ferro (secc.IX-III a.C.) e dell'insediamento
persiano. Il settore portato in luce consiste in una grande corte e in vani più
piccoli.
Il palazzo P (o palazzo
Settentrionale) è situato nella città bassa a nord dell'Acropoli. È
stato scoperto abbastanza recentemente e ha una superficie assai vasta. È
databile al 1800- TEMPLI
Il tempio di Ishtar, chiamato Tempio
D, è costruito sul lato ovest dell'Acropoli, è formato da un ingresso,
un vestibolo e un grande vano rettangolare, i suoi muri sono spessi quattro
metri; nel secondo anno di scavi (1965) vi è stato rinvenuto il celebre bacino
calcareo scolpito su tre facce, che è l'unico bacino intero proveniente da Ebla. Esso è datato al 1900-
Il secondo tempio di Ishtar, o Tempio P2,
è costruito nella città bassa, a nord-ovest dell'Acropoli. È composto da un
ingresso, forse un tempo affiancato da due torri, e da una grande sala rettangolare.
È datato tra il 1900 e il
Il Tempio N, o Tempio del
Sole, dedicato all'adorazione del dio Sole, il cui nome antico era Shamash.
È un edificio rettangolare, formato da un solo vano. Si trova nella città
bassa, a est dell'Acropoli; vi sono stati rinvenuti una tavola offertoria e
metà di un bacino in calcare scolpito; l'ingresso al tempio è completamente
distrutto.
Negli anni più recenti, è stato scavato un grande
edificio in pietra calcarea, situato nella città bassa a nord del palazzo
Occidentale e a ovest dell'Acropoli. È stato chiamato Edificio P3; ha la forma di un grande rettangolo di m. 52×42, dai
muri estremamente spessi (oltre LE FORTIFICAZIONI DEL II
MILLENNIO A EBLA.
Come le altre città amorree,
Tavoletta cuneiforme dallo scavo di Ebla CIMITERI
REGALI
I cimiteri regali sono situati entro caverne naturali
sotto il Palazzo Q, o Palazzo Occidentale, che era posto
sotto l'autorità del principe ereditario.
gioielli rinvenuti nel cimitero reale
Aleppo
Seconda città della
Siria e
una delle più antiche città del mondo. Si trova a nord-ovest del Paese
sull'altopiano siriano settentrionale. Aleppo
è anche detta la "città grigia"
(esh-Sheba) a causa del caratteristico colore delle case costruite con
roccia calcarea. Questo soprannome è invece completamente inadatto a descrivere
il "carattere" di
questa città, che grazie alla sua posizione, era il crocevia delle strade
carovaniere tra la Mesopotomia, la Turchia, l’ Arabia e il mar Mediterraneo, e
quindi punto di incontro tra varie culture. Infatti Aleppo è abitata da varie etnie: arabi, turchi, armeni e, inoltre,
vi si mescolano tante religioni che la rendono molto "colorata" per la diversità di
usi e costumi che si trovano in questa grande città. Si può ammirarla dalla
cittadella,
da dove lo sguardo spazia sui tetti dai quali sbucano i minareti delle moschee.
IL MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO
Il museo di Aleppo insieme a quello di
Damasco,
è il più vecchio e ricco di reperti sull'antichità siriana in particolare nella
regione Eufrate-Khabur. La monumentale facciata dell'ingresso è la
ricostruzione del tempio/palazzo della dinastia Kapara originaria di
Guzana/Tell Halaf risalente alla seconda metà del IX secolo a.C. Tre personaggi
di questa dinastia sono rappresentati nelle tre grandi statue poste sopra
altrettante statue di leoni tutte in basalto nero. Vi si possono ammirare
avori, sculture neo-ittite, splendidi cicli pittorici neo-assiri, vetri romani
e bizantini, ceramiche islamiche e mirabili opere di scultura.
Fondata sul
sagrato dell’antica cattedrale bizantina, sotto gli omayyadi all’inizio del
sec. VIII e completamente ricostruita da Norandino (Nur ad-Din). Il
minareto
a pianta quadrata è di epoca
selgiuchide (1090).
Di particolare pregio è il mìnbàr (pulpito)
in legno finemente intagliato.
LA CITTADELLA
La Cittadella
è una collinetta al centro della città, alta
L'interno della Cittadella è in gran parte distrutto a causa dell'ultimo
bombardamento mediante obici con polvere da sparo, già in epoca moderna, da
parte dei Turchi, comunque si possono ancora ammirare il bellissimo portale del
palazzo del sultano al-Aziz Mohammad
costruito con arenaria
Esiste anche una Grande Moschea fatta costruire, anche questa su di una precedente
chiesa bizantina, da az-Zahir Ghazi
nel
SUK
La
parte più interessante della città è quella degli spettacolari suq coperti, un
labirinto di La maggior parte dei suq furono costruiti nell'epoca ottomana, ma alcuni risalgono al XIII secolo.
Castello di
Saladino (Qala Salah ad-Din) Il castello dominava le tre
principali vie di accesso alla Valle
I crociati occuparono il castello nei primi anni del sec. XII,
facendone uno dei luoghi fortificati più potenti della zona. Nel 1188, il castello fu
preso da a Salah ad-Din , governatore di Aleppo e Damasco, che restaurò la
torre nord-orientale.
Nel
1215 d.C., l'ufficiale mamelucco Izz Ed-Din Aybak ampliò il castello
aggiungendo una nuova torre nell'angolo sud-orientale e un ponte che presenta
ancora decorazioni in rilievo raffiguranti dei piccioni: ne fece uno dei luoghi
fortificati più potenti della zona. I tentativi espansionistici furono interrotti nel
1260 d.C., quando invasori mongoli distrussero il castello, ma quasi
immediatamente il Sultano mamelucco Baybars riconquistò e ricostruì la
fortezza.
Latakia
Ugarit Antica città della
Siria
settentrionale, posta sul promontorio di Ras Shamrah (presso
Latakia),
Tartus La città di Tartus, posta sul Mediterraneo, è un
piccolo centro protetto dalle mura costruite dai Crociati, stretto attorno alla
grande cattedrale per importanza è il secondo porto della
Siria. Conta circa 150
mila abitanti ed è un luogo di grande interesse per il
turismo,
soprattutto per la presenza di importanti
reperti
archeologici. Nell'antichità fece parte dei
possedimenti
d'oltremare della
Repubblica di Genova. La città, circondata
da mura erette dai
cavalieri crociati, è antichissima; sono state molte le
trasformazioni che la riguardano, soprattutto a causa dell'opera dei molti
popoli che, nel corso dei secoli, l'hanno abitata. Purtroppo non esistono
reperti del suo passato di città
fenicia, quando si chiamava Antaradus, colonia di Aradus (a
sud della città si trova il sito di
Amrit, anticamente Marathus). Ben poco rimane anche del suo
passato di città romana. È possibile, invece, ritrovare, qualche testimonianza
del periodo cristiano, quando divenne un
Amrit
Città
fondata dagli abitanti dell’isola di Arwad; nel
Tra
i resti della città si trova il cosiddetto Mabad (tempio), con cortile
quadrato, scavato nella roccia verso il V secolo o l’inizio del IV secolo a.C.,
al centro del cortile si trova un tabernacolo.
Krak dei Cavalieri (Qalat al-Hosn) Questa imponente fortezza si trova sui di un'altura
nella zona montuosa prima della costa siriana. L'ingresso attuale si trova sul lato est ed è stato
costruito dopo la conquisa da parte di Baybars, prova evidente sono le scritte
arabe sopra la porta d'ingresso La fortezza è strutturata in due parti, una
parte centrale dove erano presenti gli alloggi dei cavalieri, dei soldati e i
locali di servizio. La seconda parte, la rocca superiore, era composta dalla
spessa cinta di mura con i vari locali adibiti alla difesa della fortezza. Le
due parti erano divise da un largo fossato. Questa divisione non era evidente
dall'esterno visto che non esistevano punti più alti vicino alla fortezza da
cui vederne l'interno. Quindi gli attaccanti che riuscivano a superare la cinta
muraria si trovavano davanti un largo fossato difficile da superare, perchè
esposto al tiro dei difensori dalla parte più interna della fortezza. Appena
entrati si percorre una lunga rampa a gradini, al lato della quale si trova
prima un corpo di guardia e successivamente le stalle. Questa zona era
particolarmente delicata perchè collegava le mura esterne con la rocca
superiore, per proteggere la parte interna, la rampa d'accesso ha varie curve e
alcuni fori sul soffitto da dove i difensori potevano scaricare olio e pece
bollente contro gli eventuali attaccanti che avessero superato le prime difese.
Alla fine della rampa si arriva nell'unico punto dove è visibile
Hama
Costruita
sulle sponde del fiume Oronte e
abitata fin dal neolitico, dal XI secolo a.C. Hama divenne una potente città
assiro-ittita e aramaica. Secondo fonti bibliche fu sottomessa a Salomone nei secoli X-IX e,
successivamente agli assiri nel
Il
fascino della città, attraversata dall'Oronte, è dato in gran parte dal lungo
fiume alberato, con i suoi giardini e le vecchie ruote d'acqua, le norie, che
raggiungono anche i
Apamea
La
città di Apamea si trova su
un'altura al lato della pianura del fiume Oronte. È uno dei siti archeologici più importanti del Medio
Oriente, e, a causa degli scavi ancora in corso, solo una parte della lunga
strada colonnata è stata ripristinata Apamea
fu costruita da Seleuco I Nicatore
nel Partendo dalla porta
di Antiochia, una delle sette porte che permettevano il passaggio tra le
mura che circondavano la città, si percorre il lungo cardo maximus questa maestosa strada colonnata, costruita
nel periodo di Traiano, è lunga
Serjilla Nel periodo bizantino alcune città fiorentissime per
il commercio e la produzione di vino e olio,
vennero progressivamente abbandonate. Ne restano oggi 370 con monumenti
conservati quasi integralmente. Serjilla si trova in mezzo ad un deserto
pietroso, ed è una tra le più famose “città morte” della Siria
Oltre
ai resti di case isolate, chiese e tombe a sarcofago, si trovano ben conservati
il grande complesso delle terme romane, i cui pavimenti risalgono al 473, un edificio con doppi ordine di piastrine,
che secondo ultime ricerche avrebbe avuto la funzione di albergo.
Ar-Raqqah
Ha
conservato ben poche tracce del passato. La sua nascita risale al IV e III
secolo a.C. a opera di due sovrani seleucidi, e successivamente attribuita ad
Alessandro Magno. Nel 529 d.C. Giustiniano sfruttò le potenzialità del sito per
gli scambi con i Persiani, che se ne impadronirono nel 542. Nel 640 fu
conquistata dagli Arabi che
Oggi resta parte della cinta muraria della
quale si segnala soprattutto la porta di
Baghdad.
Rusafah-Sergiopolis La splendida città fortificata di Rasafa,
completamente isolata, sorge a Halabiyah
Le
due fortezze furono costruite nel III sec. d.C. dai palmireni per tenere sotto
controllo un punto del fiume facilmente navigabile per difendersi dai persiani.
Nel sec. VI l’imperatore Giustiniano ne fece ricostruire le mura.
Dall’alto
delle mura dei ruderi del torrione si domina una splendida vista. Mari Individuata casualmente da una
spedizione archeologica francese nel 1933 sulla riva destra dell’Eufrate, la
città di Mari apre uno squarcio in un periodo tanto lontano quanto affascinante,
quando nel In questa località, scavando una fossa per un defunto
fu rinvenuta una grande statua di stile sumerico, le autorità francesi, che
controllavano la zona iniziarono subito gli scavi che permisero di scoprire
questa antichissima città.
Dura Europos Antica città della
Mesopotamia,
situata oggi in
Siria,
fondata da
Seleuco I
Nicatore, sulla riva destra del fiume
Eufrate.
Antico insediamento
semitico,
divenne parte dell'impero
macedone sotto i seleucidi, che le diedero il
nome della loro città di origine,
Europo. Venne conquistata dai
Romani
durante l'impero di
Traiano e nel
165 venne incorporata alla provincia della
Siria. Conserva i resti di una
domus
ecclesiae del III secolo, nota per il suo buon stato di
conservazione, dovuto al fatto che l'edificio venne inglobato nella cinta
muraria e quando questa crollò con tutto un terrapieno durante l'assedio dei
Parti del 258, fu sepolta
completamente. L'edificio quindi permette una buona caratterizzazione dei
luoghi di culto di questo periodo.
Il suo ricco patrimonio archeologico documenta tutte
le fasi della storia della città e la molteplicità di culture dei suoi
abitanti. Sono venuti alla luce numerosi templi dedicati a divinità greche e
orientali, una
Palmira
A
Il
sito archeologico è molto vasto, la visita completa richiede almeno due giorni.
Si può dividerlo in tre parti: la necropoli con le alte torri funerarie, il
maestoso tempio di Baal e la lunga
strada colonnata ai lati della quale si estendono i resti dell'antica città. Palmira è circondata da una serie di
necropoli. I monumenti funebri di queste necropoli fanno comprendere
l'importanza che davano i palmireni alla "casa d'eternità". Si sono trovate delle sepolture
individuali, ma le famiglie più importanti si costruivano il loro mausoleo.
Questi mausolei sono divisi in tre tipi fondamentali: La costruzione di questo tipo di tombe inizia dal I
secolo d.C. fino ad ora ne sono state scoperte più di cinquanta ma ne rimangono
decine in attesa di essere scavate. La
Le tombe-case Queste tombe sono le più recenti, la maggior parte
delle tombe casa risale al III secolo d.C. Come dice il nome hanno la forma di
una piccola casa con un portico colonnato.
Tra
gli ipogei quello detto “dei Tre Fratelli” è il più interessante. Ci si
accede scendendo su una larga scala in pietra di sei gradini, sulla porta
d'ingresso sono incise cinque iscrizioni le quali informano che l'ipogeo è
stato costruito dai tre fratelli Na'amai,
Male e Sa'adai e che alcune parti sono state vendute nel 160, 191 e
341. L'interno è diviso in due ali con
le volte a botte, i muri sono ricoperti di stucco e contengono 65 campate
formate da sei loculi. Il fondo della galleria centrale è decorato da affreschi
in stile siro-ellenistico. Le immagini dei defunti sono dipinte entro spazi
rotondi, mentre in alto è rappresentato Achille
tra le figlie di Licomede.
Nell'ala sinistra si trova il monumento funebre di Male con la data di fondazione 142-143. I palmireni seppellivano i
loro morti all'interno di loculi posti uno sopra l'altro. Questi loculi erano
composti dalle sporgenze scolpite su due pilastri di roccia paralleli. Queste
sporgenze avevano lo scopo di sorreggere delle lastre di pietra che separavano
i vari loculi e dove venivano appoggiati i corpi. I loculi venivano chiusi da
un'altra lastra di pietra sulla quale era stato scolpito, in rilievo, il busto
del defunto e il suo nome.
SANTUARIO
DI BAAL Il monumento attuale è costruito sopra un precedente
santuario di epoca ellenistica che a sua volta è stato costruito sopra un tell artificiale, infatti sono stati
trovati dei manufatti dell'epoca del Bronzo
Medio (2200-
resti dell'antica città si estendono per una
superficie di circa dieci chilometri quadrati, il commercio rese Palmira un centro internazionale di
dimensioni paragonabile alla città di Antiochia,
la capitale della
Siria del tempo. I quartieri più importanti
IL
MUSEO ARCHEOLOGICO
A ll'ingresso della città moderna si trova il
museo archeologico
Maalula
Maalula si trova a circa
Damasco
Damasco è la quarta città santa dell'islam dopo La Mecca, Medina e Gerusalemme,
ed è ugualmente santa per gli sciiti
e per i sunniti. É importante
anche per i cristiani perchè qui l'apostolo
"Vai indietro quanto vuoi nel passato, e Damasco c'e' sempre
stata. Essa non misura il tempo con i giorni, i mesi, gli anni, ma con gli
imperi che ha visto nascere, prosperare, andare in rovina. Ha assistito alla
costruzione
Marc Twain
" Si racconta della città di Damasco, Dio altissimo
Ibn Jubayr,
viaggiatore andaluso del XII sec.
LE ROSE DI DAMASCO
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Questo museo, fondato nel 1919, conserva una delle più
importanti collezioni archeologiche del mondo. I reperti documentano la storia
della
Siria
dalla preistoria alla fine del periodo arabo-islamico. Il portale d'ingresso è
un esempio dell'arte siriana, è la ricostruzione della facciata del castello
nel deserto Qasr al-Hair al-Gharbi
costruito nel 727 per il califfo Abdullah
Hisham. Si entra nel museo attraverso un giardino dove si possono vedere
varie antiche statue e mosaici. Nelle varie sale del museo sono esposti reperti
di tutti i principali siti archeologici della
Siria.
Nella sala dedicata a Ugarit è
conservata la tavoletta d'argilla con l'afabeto più antico conosciuto del XIV
secolo a.C.. Nella
SAN PAOLO E
San
Il luogo dove sorge questa moschea era già utilizzato
dagli amorrei duemila anni prima
di
LA
CITTADELLA
La
Il
progetto, che è stato finanziato dalla Cooperazione allo sviluppo del Ministero
degli Esteri italiano, nell'ambito di un programma di collaborazione con il
governo siriano per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale del
paese mediorientale, ha avuto inizio il 28 agosto 2007, quando il
Hawran
A
sud di Damasco brulle aree montuose si alternano a fertili avvallamenti e a
estese zone di deserto pietroso. L’area di origine vulcanica presenta rocce
scure, tipiche soprattutto di questa regione, un’arida pianura che si estende
tra il massiccio del Gebel Druso a oriente e le alture del Golan, a occidente.
Abitata fin dal II millennio a.C. restano tracce, talvolta imponenti, di chiese
e conventi eretti tra il IV e il VI secolo d.C.. Di notevole interesse sono le
tecniche costruttive impiegate in questi edifici nei quali restano
Bosra L'antica
città di Bosra si trova nel sud
della
Siria
a circa
IL
TEATRO ROMANO
La
cavea di questo teatro ha un diametro di
SITO
ARCHEOLOGICO Il sito archeologico di Bosra è molto grande comprende una lunga strada colonnata,
decumano, ai cui estremi si possono ammirare una porta costruita dai nabatei e
la porta occidentale (del vento).
A
circa metà della strada è presente un Tetrapylon
e poco distante un Criptoportico,
magazzino o mercato sotterraneo, lungo più di
DAMASCO: PALAZZO AZEM
Poco
a sud della moschea degli Omayyadi
si trova il Bait al-Azem, palazzo Azem. Questo palazzo e stato costruito,
nel 1749, dal governatore ottomano dell'epoca Asad Pasha al-Azem nel tipico stile di una residenza ottomana. È
suddiviso in più edifici al cui interno si trovano le sale per gli incontri
degli ospiti, chiamate salamlek, e quelle private, haramlek. I diversi edifici, costruiti intorno a
due cortili con
DAMASCO: SUQ
In questi mercati ci sono numerosissimi negozietti
dove si può trovare di tutto: c'è il suq
delle spezie, quello delle stoffe e altri secondo il tipo di prodotti in vendita
in una data zona. Il suq è
composto da un dedalo di stradine, in gran parte coperte, dove si aprono dei
minuscoli negozietti; l'aria è piena degli aromi dei numerosissimi tipi diversi
delle spezie in vendita, da una cacofonia di suoni prodotti dalle numerosissime
persone che vendono, contrattano e comprano, e la vista è colpita dagli accesi
colori delle stoffe e dall'intenso brillare dei gioielli esposti dagli orafi.
Storia antica
La
Siria è sempre stata chiamata dagli Arabi “il paese di Cam” (Damasco è
Dimashq ash-Cham, la città di Canaan, secondo figlio di Cam, dal quale, secondo la
Bibbia, discendono i Cananei, attaccati
da tempi immemorabili a quest’angolo di terra e di sabbia, di monti e di fiumi,
aperto sui due mari, e dove certuni hanno pensato di vedere, precisamente nella
zona di Damasco, il Paradiso terrestre: lo disse lo stesso profeta Maometto.
Tutto il Medio Oriente, di cui la Siria è parte, fu e resterà probabilmente
ancora per molto tempo la culla dell’umanità, l’Oriente degli uomini, quello
della fede verso cui convergono i pensieri e le preghiere di milioni di esseri
che sanno che, da qualche parte, fra un deserto e una valle, è nata la loro
religione, o meglio un unico
La
storia qui non è una cosa astratta. Non è letta in polverosi documenti. La
memoria diventa collina, colonnato, mosaico, città, fortezza, museo. Le decine
di migliaia di tavolette di argilla scolpite in segni cuneiformi, scoperte a
Mari, Ugarit, Ebla e in altri tells, permettono di evocare gli inizi di una
civiltà di cui tutto l’Oriente fu impregnato da tre, quattro e addirittura
cinquemila anni fa. Sembrerebbe che tutte contente di aver inventato la
scrittura, le genti dell’Eufrate, della Siria e del Levante, abbiano tenuto a
conversare, al di là dei secoli, con i loro discendenti.
Il territorio siriano fu interessato dalla cultura
mesolitica dei
Natufiani, sviluppatasi intorno al X millennio
a.C.. Il nome “Natufiani” deriva dal sito dello Uadi el-Natuf (caverna
di Shukbah) in
Israele
dove gli scavi sono stati condotti negli anni
1932-1942 da
Dorothy Garrod.
La datazione con il metodo del
radiocarbonio colloca questa cultura alla fine del
Pleistocene (tra 12.500 e 10.200 anni fa). È caratterizzata
dalla creazione di insediamenti stabili prima dell'introduzione dell'agricoltura e fu probabilmente l'antenata delle culture
neolitiche della regione, che sono ritenute le più antiche del
mondo. I villaggi natufiani coprivano circa 1.000 mq di terreno e ciascun
insediamento ospitava dai 100 ai 150 individui, mentre insediamenti più piccoli
sono stati interpretati come ripari temporanei. In quasi ogni sito scavato sono
state rinvenute
Fori scavati nella roccia naturale presso il sito di
"El-Wad Terrace"
nella riserva naturale di "Nahal Me'arot"
(Israele)
Il III millennio a.C.
Questo periodo è caratterizzato dalla progressiva migrazione degli
Amorriti dal deserto arabico, periodo che darà vita, in Mesopotamia, a una
dinastia detta paleobabilonese o amorrita (o amorrea).
Alla metà del
III millennio a.C. (2500-2400 a.C.) la città di
Ebla
(fondata intorno al 3000 a.C., scoperta nel
1975
nella Siria settentrionale), fu a capo di un vasto impero che si estendeva tra
il
mar Rosso, l'Anatolia
e la
Mesopotamia, che intratteneva relazioni commerciali con i
Sumeri
e
Akkad.
La città venne conquistata da
Sargon
di Akkad intorno al 2260 a.C. Nel territorio dell'attuale Siria, sulla riva
occidentale del fiume
Eufrate,
si trova anche l'antica città-stato
sumera
di
Mari, fiorita nel
III millennio (2900-2350 a.C.), contemporanea di Ebla, distrutta da Hammurabi di Babilonia intorno
al 1759 a.C.
Il II millennio a.C.
Nel periodo del Medio Impero (1955-1750 a.C.), le relazioni dei
Siriani con l’antico Egitto sono strette. Esse prendono la forma di alleanze
più o meno esplicite, quando nel XVII secolo a.C. si delinea il pericolo
permanente dei turbolenti Ittiti che dal tavolato anatolico si lanciano in
assalti paurosi con le loro potenti armi di ferro. Essi saranno respinti prima dalle
spedizioni di Tutmosis II e di Amenofi II (1505-1425) e, in un secondo tempo,
dagli eserciti di Ramsete II nella sanguinosa battaglia di Qadesh, sul
fiume Oronte nel 1286 a.C. Battaglia
di Qadesh
L’impero ittita crollerà definitivamente verso il 1200 a.C. sotto
i colpi dei “Popoli del Mare”, invasori dalle oscure origini (Cipro, Creta, Mar
Egeo?) che si riversano anche sulle coste siriane. Nel frattempo si
assiste alla migrazione di un altro
popolo nomade semita, gli Aramei: essi si mescolano alle popolazioni
dell’interno che si organizzano in piccoli regni a Damasco, Hama, Arpad,
Aleppo, Palmira. Le città si forniscono di potenti bastioni; la lingua
aramaica, che utilizza il sistema alfabetico, è diffusa dappertutto.
Età del Ferro (1200-599)
Gli Ebrei si stabiliscono nell’attuale Palestina (XII-X secolo
a.C.) e i Fenici lungo
Periodo persiano ed
ellenistico (539 a.C. – 64 d.C.)
Dopo appena un secolo, l’orgogliosa Babilonia deve cedere davanti
al nuovo “grande” sorto in questo Medio Oriente sempre in fermento: nel 539
a.C. la città è infatti conquistata dall’achemenide
Quando il mitico
Alessandro Magno
si lancia alla conquista dell’Asia, la Siria subisce una
La battaglia di Nissa,
A Seleuco succede Antioco I Soter che raggiunge una pace tra Siria
ed Egitto (271 a.C.). Intorno alla metà del II secolo a.C. si accresce la
potenza dei parti che arrivano a estendere il loro dominio sulla Mesopotamia
(ad es. Dura Europos).
Nel 70 a.C. Bosra diventa la capitale
Periodo romano (64 a.C. – 395 d.C.)
Nel primo secolo a.C. subentra in Oriente una nuova potenza: Roma.
Dopo aver vinto Mitridate VI, re del Ponto, il giovane generale Pompeo
sottomette gran parte dell’Asia; anche la Siria cambia dominazione diventando
provincia romana
nel 64 d.C.
Nel 106 d.C. l’imperatore Traiano annette all’impero
Intanto, al centro del
paese, una città isolata e preservata dal deserto che la circonda, Tadmor
(“città dei datteri”) che i Romani chiamano Palmira (“città delle
palme”) diventa una delle città più ricche del suo tempo. Dopo la sconfitta
subita dall’imperatore Valeriano da parte dei Persiani a Edessa nel 260, il
principe
Moneta con l’effige di Zenobia
Periodo
bizantino (395-636)
Con l’editto di Teodosio del 392, il cristianesimo
divenne la religione ufficiale dell’Impero Romano. Dopo la divisione
dell’impero fra i figli di Teodosio, nel 395, inizia ufficialmente il
periodo bizantino: la Siria diventa parte dell’Impero Romano d’Oriente,
e viene divisa in due regioni di cui le
capitale furono Antiochia e Apamea. Il paese aveva già avuto un ruolo
significativo nella storia
Portati per natura alle delizie della discussione, i
siriani si impegnano nelle tortuose controversie religiose del V secolo: le
eresie sono di natura trinitaria e cristologia. Per quanto concerne le prime,
gli Ariani, discepoli del prete Alessandro Ario, negano la divinità di
Intanto i conflitti fra
l’impero d’Oriente e i Sasanidi (dinastia persiana al potere in Persia dal 226
al 651) si intensificano con alterne vicende: saccheggio di Antiochia nel 540,
presa di Damasco nel 613, conquista del Santo Sepolcro e presa della reliquia
della santa croce nel 614. I Persiani furono padroni di Siria e Palestina dal
590 al 628, quando l’imperatore bizantino Eraclio sconfisse Cosroe II di Persia
e stabilì i confini dei due imperi lungo l’Eufrate.
Eraclio taglia la testa a Cosroe II
Dopo tante guerre, invasioni e sconvolgimenti
politici, gli imperi sasanide in Iraq e bizantino in Siria, indeboliti, saranno
assaliti da una nuova potenza emergente: gli Arabi, che al loro passaggio non
trovarono una grande resistenza. La Siria sarà
La conquista
araba e gli Omayyadi (636-750)
Nel 570 circa nasce Maometto alla Mecca: milioni di
uomini saranno toccati nel profondo dal suo insegnamento, la carta del mondo
sarà modificata e sconvolti i rapporti fra uomini e popoli. Riportiamo qui di
seguito il suo toccante “testamento spirituale”.
L’ADDIO DI
MAOMETTO
Nel 631 dopo aver compiuto il suo pellegrinaggio
alla Mecca, Maometto tenne il suo "discorso d’addio" ai 124.000
musulmani che si erano raccolti nella valle di ‘Arafat: Non so se dopo quest’anno io sarò ancora tra voi. O popolo, proprio
come ora consideri sacri questo mese, questo giorno, questa città, allo stesso
modo dovrai considerare sacro affidamento la vita e la proprietà di ogni
musulmano. Restituisci i beni che ti sono stati affidati ai loro legittimi
proprietari. Non fare del male a nessuno cosicché nessuno faccia del male a te.
[…] Aiuta i poveri e vestili come vestiresti te stesso. Ricorda! Un giorno
comparirai al cospetto di Dio e dovrai rispondere delle tue azioni. Dunque:
attento! Non allontanarti dalla via della rettitudine, quando io sarò
scomparso. O popolo, nessun profeta né apostolo verrà dopo di me e non
nasceranno nuove fedi […] È vero che hai determinati diritti per quanto
riguarda le tue donne, ma anche loro hanno dei diritti su di te. Trattale bene
perché loro sono il tuo sostegno. […] Lascio due cose dietro di me: il Corano e
il mio esempio, e se seguirai queste due guide non cadrai in errore. […] Adora
Dio, recita le tue preghiere, digiuna nel mese di ramadan ed elargisci le tue
ricchezze caritatevolmente. Tutti i credenti sono fratelli, tutti hanno gli
stessi diritti e le stesse responsabilità. A nessuno è permesso di prendere ad
un altro ciò che questi non gli offre spontaneamente. Nessuno è superiore ad un
altro se non in virtù. A questo punto Maometto si rivolse al cielo e disse: Sii mio testimone, o Dio, che ho portato
il tuo messaggio al mio popolo. E tutta la valle rispose: In verità tu lo hai fatto, mio signore.
Pochi mesi dopo il suo ultimo discorso,
Maometto si ammalò e nel 632, a 61 anni, morì. La comunità musulmana e gli
stessi compagni più vicini a Maometto, si rifiutavano di riconoscere la morte
del Profeta. Allora Abu Bakr, uno dei primi e più fedeli compagni di Maometto,
nonché suo suocero, uscì dalla dimora di Maometto salì sui gradini della
moschea e disse alla folla:
O popolo, in
verità, chiunque adori Maometto sappia che Maometto è morto. Ma chiunque adori
Dio sappia che Dio è sempre vivo.
Dopo la morte del profeta Muhammad, la guida degli
arabi passa al califfo Abu-Bakr che porterà le sue truppe verso nord,
per accrescere la forza militare del nascente impero, potenziare il commercio e
diffondere la nuova religione islamica. Damasco è presa per la prima
volta dalle truppe musulmane nel 635, ma è occupata definitivamente nel
636 dopo lo scontro vittorioso contro i Bizantini nella valle del fiume Yarmuk,
a opera del valoroso comandante dei cavalieri arabi, Khaled ibn Al-Walid,
soprannominato “Spada dell’Islam”.
Mentre si
dirigevano verso la Persia, le truppe
… Egli
promette ch’essi avranno salva la vita e che i loro beni e le loro chiese
saranno preservati. Le mura della città non saranno distrutte, e nessun
musulmano sarà alloggiato nelle loro case. Ciò detto, noi diamo loro il patto
con Allah e la protezione del suo Profeta, dei califfi e dei credenti. Fintanto
che pagheranno le imposte, non potrà venire a loro che del bene…”. L’espansione degli Arabi nell’età dei califfi. In nero
l’espansione sotto il Profeta Muhammad (622-632); in grigio scuro le aggiunte
durante i primi quattro califfi (632-661); in grigio chiaro le aggiunte durante
gli omayyadi (661-750).
Dopo il saggio e pio Abu Bakr, il califfato passa a Omar
(643-644), anch’egli amico e consigliere intimo di Muhammad come
Nel frattempo Moawija un membro della ricca e
potente famiglia degli omayyadi, governa la Siria in modo indipendente. Il clan
degli omayyadi è ostile ad Alì, tanto che un giorno Moawija lo accusa
apertamente di complicità nell’assassinio del califfo Othman. Poco dopo Alì
viene ucciso da un suo partigiano deluso. Gli omayyadi, padroni di un impero
arabo-musulmano in espansione, affidano il califfato a Moawiya e stabiliscono
la capitale a Damasco che diventa un importantissimo centro politico,
religioso, artistico e commerciale.
Ma le tragedie legate agli inizi dell’Islam non sono
finite. I partigiani di Alì sono comandati da suo figlio Hussein che viene
ucciso dalle truppe di Yazid, il figlio di Moawija, a Karbala, nel sud
dell’Iraq, il 10 del mese di Muharram dell’anno 61 dell’egira (680 d.C.). La
tragedia di Karbala si conclude con la divisione degli Arabi in due fazioni che
saranno da allora inconciliabili: i sunniti
fedeli al califfato omayyade, opposti agli sciiti seguaci di Alì.
Fino al 750 quattordici califfi omayyadi si
succedono come capi politici, militari e religiosi dell’Islam. Il Corano e la
cultura islamica si diffondono dall’Atlantico al Mare di Cina; l’arabo diventa
ben presto la lingua ufficiale al posto del greco, del latino e del persiano in
tutti i territori conquistati; le prime monete musulmane, dinari d’oro e dirhem d’argento, sostituiscono le
monete bizantine e persiane. Negli anni 701-715 il califfo al-Walid ibn Abd
al-Malik fa costruire la favolosa “Moschea degli Omayyadi” a Damasco, capitale
sempre più potente e ricca, dove affluiscono sapienti e letterati accolti come
principi alla corte omayyade.
La dominazione
degli Abbasidi (750-1258)
I discendenti di Alì e di Fatima (sciiti) non si
arrendono. Provocano uccisioni e rivolte e nel 747 essi, detti Abbasidi dal
nome da Abbas, zio paterno di Muhammad, si impadroniscono del potere in
Persia e dichiarano guerra a Damasco. Una battaglia decisiva ha luogo sul
Tigri nel 750. Tutti i membri della famiglia del califfo sunnita Marwan II
di Damasco vengono uccisi; tutti tranne uno, Abd al-Rahman, che fugge in Spagna
dove fonda una nuova dinastia omayyade a Cordova. La nuova capitale è ormai
Bagdad.
All’inizio del secondo millennio una serie di
dinastie di varia provenienza (fra cui i fatimidi d’Egitto e i
turchi selgiuchidi) entrano in
conflitto per controllare l’ormai inerme califfato. Gerusalemme e Damasco
cambieranno varie volte di mano. Lo
smembramento dell’impero islamico e la distruzione del Santo Sepolcro da parte
dei fatimidi nel 1009 e dei selgiuchidi nel 1078, provocherà la reazione dei
cristiani d’Occidente e l’inizio delle Crociate (1099-1307). Queste
dureranno circa 200 anni, fatti di battaglie e massacri, azioni eroiche,
vergognosi tradimenti, ma illuminati anche da autentici prodi come Baldovino IV
detto
Anche la Siria viene invasa dagli eserciti
cristiani. I selgiuchidi tentano invano di riconquistare il territorio siriano:
ci riuscirà il sultano Norandino
che, dopo aver salvato Damasco da un assedio crociato nel 1148, si dedica a
unificare la Siria e dà l’avvio a un periodo di circa ventotto anni di
costruzioni e ristrutturazioni. Per saldare un vecchio conto con i Fatimidi che
regnavano al Cairo, il sultano prepara anche una spedizione affidandone il
comando a Shirkuh, un giovane capo curdo: l’8 gennaio 1169 il Cairo è preso.
Dopo la morte di Shirkuh, suo nipote Youssuouf è nominato vizir e comandante
delle truppe siriane in Egitto, e passerà alla storia come Salah-ad-Din
(“il buon ordine della religione”). Egli agisce da sovrano, ristabilisce la
fede sunnita, si fa riconoscere dal sovrano abbaside di Bagdad, fonda la
dinastia degli Ayyubidi e, alla morte di Norandino, si installa a Damasco da
dove potrà condurre una lotta spietata contro i crociati. Nel 1187 vince la
battaglia di Hittin ed entra a Gerusalemme, ma l’atroce assedio di
Acri, durato due anni (1189-1191), sebbene vinto dai cristiani, lascia i
due eserciti sfiancati. Riccardo cuor di Leone rientra vecchio e stanco in
Inghilterra e anche il Saladino tornerà a Damasco, accolto da una folla
delirante di entusiasmo, dove morirà nel 1193 a cinquantasei anni.
Nei dizionari di storia
Della sua fama furono responsabili, oltre alle gesta, anche numerosi cantori e cronachisti, nell'un schieramento come nell'altro. Cantori e cronachisti che di volta in volta, a seconda delle esigenze politiche o propagandistiche, ne misero in rilievo l'abilità guerresca o la saggezza, la spietatezza o le virtù cavalleresche. Talvolta riunendole tutte in una figura poliedrica e affascinante. Ne rimase colpito lo stesso Dante, che oltre a porre il Saladino nel limbo, tra gli "spiriti magni" (e non all'inferno, come invece cadde in sorte a Maometto) lo citò anche nel Convivio nella schiera dei personaggi generosi e magnanimi. Pure Boccaccio destinò al sultano una parte dei suoi scritti. Anzi tre. Nell'austero De casibus virorum illustrium e poi in due novelle del Decamerone: nella prima di queste si narra di una gara di intelligenza tra un giudeo e il sultano, nella seconda, il condottiero di origine curda è descritto come il depositario di una serie di poteri magici e soprannaturali. ,
Salah-ad-Din, manoscritto del XII sec
I Mamelucchi al potere
(1260-1516)
La situazione si complica a seguito dell’invasione
devastatrice del 1260 in Siria da parte dei mongoli (tribù nomadi
turco-mongole dell’Asia centrale riunite nel 1206 sotto il dominio del loro
grande imperatore Gengis Khan) che avevano già conquistato Bagdad nel 1258,
sotto la guida di Hulagu, nipote di Gengis Khan.
Ma
la salvezza per la Siria viene dall’Egitto, dove i Mamelucchi (schiavi turchi e
circassi comprati dal sultano d’Egitto per farne dei guerrieri) erano diventati
una potente forza militare. Al comando
di uno di essi, Zaher Baybars, divenuto sultano grazie alla sua abilità
militare, l’armata mamelucca schiaccia i Mongoli di Hulagu e libera
Nel
1401 i mamelucchi devono far fronte a un nuovo ciclone che viene dall’Asia
Centrale, il raid dell’emiro turco Taymur Lang (Tamerlano) che distrugge
Damasco e mette in ginocchio la supremazia mamelucca che resisterà comunque al
potere fino al sopravvento degli ottomani nel 1516.
Ritratto di Baybars
I
mamelucchi sono stati buoni amministratori, hanno accordato una certa autonomia
ai governatori delle loro province e sono ricordati come buoni costruttori:
hanno lasciato infatti tracce tangibili del loro fervore costruendo in Siria
moschee, tombe e madrassah (scuole) dall’inconfondibile stile a forme rotonde e
ampie, con ricche e preziose decorazioni.
I Turchi Ottomani (1516-1918)
In
Siria si mantengono approssimativamente le divisioni amministrative mamelucche
(province di Damasco, Tripoli e Aleppo). Le arti e le lettere sono
incoraggiate. Splendidi edifici sono costruiti alla moda di Istanbul. La
maggiore novità fu un nuovo rapporto con l’Occidente: trattati di tipo
commerciale, giuridico e relativi alla sfera religiosa vengono stipulati con
Francia, Venezia (apertura di un fondaco nel 1533) e Inghilterra. Nel 1525
Nel 1831 la guerra russo-turca indebolisce
considerevolmente l’impero ottomano. Mohamat Alì, il sultano innovatore d’Egitto,
approfitta dell’occasione per occupare la Siria dove delega Ibrahim Pascìa che
è costretto a ritirarsi nel 1840 a causa di rivolte interne. Ulteriori lotte
sanguinose fra le minoranze maronite e druse della regione siro-libanese
obbligano il sultano di Istanbul ad accettare una commissione internazionale
(1864) per assicurare autonomia alla regione con un governatore cristiano e una
milizia locale non più ottomana.
L’alleanza turco-germanica tra il sultano
Abdul-Hamid e Guglielmo II, portò l’impero ottomano a essere coinvolto nella prima
guerra mondiale (1914-1918) che vide l’esercito turco unito a quello delle
potenze centrali contro Francia, Russia e Gran Bretagna. Il 1° ottobre 1918 le
truppe alleate entrano a Damasco e in novembre gli ultimi soldati turchi
lasciano la Siria.
Mappa della Prima Guerra mondiale
(1914-1918)
L’elmo delle quattro corone di Solimano il Magnifico
Uno elmo d’oro bellissimo, pien de
zoie con 4 corone, su le qual è zoie de grandissima valuta e il penachio d’oro
lavorado excellentissimamente, nel qual è ligadi 4 rubini, 4 diamanti grandi e
bellissimi, valeno li diamanti ducati 10 milia, perle grosse de carati 12
l’una, uno smeraldo longo e bellissimo...una turchese granda e bellissima,
tutte zoie de gran precio; e nel penachio va una pena de uno animal che sta in aiere
e vive in aiere, fa pene sotilissime e de vari colori, venuto de India, si
chiama di camaleonte, val assà danari.
(Sanudo,
“ I Diarii ” )
L’elmo di Solimano il Magnifico
Questo prezioso casco fu
portato a Palazzo Ducale dai suoi artefici veneziani per mostrarlo al doge
Andrea Gritti e alla maggior parte dei senatori, fu venduto al sultano Solimano
per la cifra elevatissima di 115000 ducati ed entrò a far parte ufficialmente
delle insegna pubbliche della sua sovranità. Nelle sue fattezze è carico di
significati simbolici e richiama quello
Se l’esercito turco fu alleato delle potenze
centrali durante
|
Se mi fosse concessa l'impunità |
|
[...]
Se mi fosse concessa l'impunità,
sono
stato picchiato con una scarpa.
“Nella nostra casa di Damasco nel quartiere di
Mi'dhanat al-Shahm si convocavano riunioni politiche a porte chiuse e si
progettavano scioperi, manifestazioni e atti di resistenza. Dentro le porte
comunicavamo con sussurri che facevamo fatica a capire. La mia immaginazione
da piccolo non era in grado di cogliere le cose con chiarezza ma quando vidi
i militari senegalesi entrare in casa nostra alle prime ore dell’alba con
fucili e baionette per portare via mio padre in un’auto blindata verso un
campo di concentramento nel deserto, seppi che mio padre esercitava un altro
lavoro oltre alla fabbricazione di dolci. Era fabbricante di libertà.”
Adonis
(Latakia 1930)
Adonis,
pseudonimo di Alī Ahmad Sa'īd
Isbir, è un poeta
siriano,
considerato da molti critici il più grande poeta arabo vivente.
Nato nel 1930 a Qassabin, presso Latakia,
in Siria, si è laureato in filosofia presso l'Università di Damasco, ha
svolto attività di insegnante e giornalista in Libano, ma attualmente vive in
Francia. Studioso instancabile della tradizione culturale araba,
coraggiosamente si è apertamente schierato contro i fondamentalisti islamici,
definendoli come culmine della decadenza delle religioni, e contro la guerra
mossa dall'Occidente. La sua è una vita dedicata alla poesia. In Italia ha
pubblicato: Memoria del vento
(1998), Nella pietra e nel vento (1999), Libro delle metamorfosi e delle migrazioni nelle regioni del giorno e
della notte (2004); i saggi Introduzione alla poetica araba (1992) e la Preghiera e la spada
(2002). Nel 1999 gli è stato assegnato il Premio Nonino per la poesia e nel
2002 riceve il premio "Ennio Flaiano" per la letteratura, sezione
poesia. Scrive poesie d’amore, ma prima di qualsiasi cosa Adonis è
l'incarnazione dell'artista come missionario
Oriente e Occidente
Una cosa si era distesa nel cunicolo della storia
Questa mappa è mutata
Stanza
? ? ?
Ho
visto il tuo volto attorno alla casa dipinto su ogni ramo,
Nazìh Abu 'Afash (Marmarita, Siria
1946)
Poeta molto
noto in ambito arabo, denuncia la mancanza di libertà e le ingiustizie sia
nel suo paese che nel mondo, manifestando tuttavia ancora una speranza. Tra
la sua produzione anche delle poesie cosiddette "minimaliste" in
cui canta le piccole gioie della vita.
Nazìh è anche un noto pittore a Damasco dove ha tenuto
diverse mostre.
Questioni (Damasco
1975)
Voglio chiedere ai passeri
O Omar (1980)
(Omar è il
figlio del poeta. N.d.tr.)
È bene che tu sappia, Omar
Il libro della nostra vita
il bel libro della nostra vita
è pieno
d’errori di battitura
Maram al-Masri (Latakia 1962)
Poetessa e
scrittrice siriana, vive a Parigi dal 1982, Attualmente è una delle voci più
significative
Ti minaccio con una colomba bianca
Dio fece la Terra in sei giorni,
Dio fece la Terra in sei
giorni,
Ti
guardo Lo so che
non avrei dovuto
Lo
so che non avrei dovuto
Voleva
BRANI DI
LETTERATURA STRANIERA
Da “Il Milione”:
Setta
politico-religiosa di fanatici musulmani (sciiti ismailiti), fondata in
Persia nel 1090 da Hasan ibn al-Sabbah. I suoi seguaci, noti come “setta
degli Assassini” (forse perché facevano uso di hachisch), professavano cieca
fedeltà al capo, che aveva su di loro poteri assoluti di vita e di morte, e
compivano distruzioni e massacri di musulmani ortodossi, in uno stato di
semi-incoscienza. Gli Assassini si diffusero anche in Siria a partire dall’XI
sec., ove combatterono contro i Crociati, uccidendo nel 1152 il conte
Raimondo di Tripoli e, nel 1182, Corrado, marchese del Monferrato; tentarono
perfino di uccidere il Saladino. Capo degli ismailiti siriani fu Rashid
ad-Din Sinan (morto nel 1192), il famoso “Veglio della Montagna”, che si
ritirò nella fortezza di Alamut, il “Nido dell’Aquila”, nel nord della
Persia. Il ramo siriano fu distrutto
dal Sultano d'Egitto nel 1273. Qui sopra, il tipico pugnale usato
dalla setta; di seguito, un interessante brano dal “Milione”
"Lo Veglio (...) aveva fatto fare tra due
montagne in una valle lo più bello giardino e ‘l più grande del mondo ;
quivi avea tutti i frutti e li più belli palagi del mondo, tutti dipinti ad
oro e a bestie e a uccelli. Quivi era condotti: per tale veniva acqua, e per
tale vino. Quivi era donzelli e donzelle, gli più belli del mondo e che
meglio sapevano cantare e sonare e ballare ; e faceva credere lo Veglio
a costoro che quello era lo paradiso. E per ciò il fece, perché Maometto
disse che chi andasse in paradiso avrebbe di belle femmine quante ne volesse,
e quivi troverebbe fiumi di latte e
"All’entrata del giardino avea un castello sì
forte che non temeva niuno uomo del mondo. Lo Veglio teneva in sua corte
tutti giovani di dodici anni, li quali li paressono da diventare prodi
uomeni. Quando lo Veglio ne faceva mettere nel giardino, a quattro, a dieci,
a venti, egli faceva loro dare bere oppio, e quegli dormivano bene tre dì; e
facevagli portare nel giardino, e al tempo gli faceva isvegliare. Quando li
giovani si svegliavano, egli si trovavano là entro e vedevano tutte queste
cose, veramente si credevano essere in paradiso. E queste donzelle sempre
istavano con loro con canti e in grandi sollazzi; donde egli aveano sì quel
che voleano, che mai per lo volere si sarebbero partiti da quel giardino. Il
Veglio tiene bella corte e ricca, e fa credere a quegli di quella montagna
che così sia com’io v’ho detto. E quando ne vuole mandare niuno di quelli
giovani in niuno luogo, li fa loro dare beveraggio che dormono, e fagli
recare fuori del giardino in sul suo palagio. Quando coloro si svegliano,
trovansi quivi, molto si maravigliano, e sono tristi che si truovano fuori
del paradiso. Egli se ne vanno incontamente dinanzi al Veglio, credendo che
sia un gran profeta, e inginocchiansi. Egli li domanda: "Onde
venite ?" Rispondono: "Dal paradiso" e contagli quello
che v’hanno veduto entro, e hanno gran voglia di tornarvi. E quando il Veglio
vuole fare uccidere alcuna persona, egli fa torre quello lo quale sia più
vigoroso e fagli uccidere cui egli vuole; e coloro lo fanno volentieri, per
tornare in paradiso. (...) In questa maniera non campa niuno uomo dinanzi al
Veglio della Montagna, a cui egli lo vuole fare; e sì vi dico che più re li
fanno tributo per quella paura". |
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Giovanni Boccaccio (Certaldo FI,
1313-1375)
Decamerone. Prima Giornata. Novella terza
La novella dell'ebreo Melchisedech o delle tre anella
Melchisedech giudeo con una
Poi che, commendata da tutti la
- La novella da Neifile detta mi ritorna a memoria
il dubbioso caso già avvenuto a un giudeo. Per ciò che già e di Dio e della
verità della nostra fede è assai bene stato detto, il discendere oggimai agli
avvenimenti e agli atti degli uomini non si dovrà disdire: a narrarvi quella
verrò, la quale udita, forse più caute diverrete nelle risposte alle quistioni
che fatte vi fossero. Voi dovete, amorose compagne, sapere che, sì come la
sciocchezza spesse volte trae altrui di felice stato e mette in grandissima
miseria, così il senno di grandissimi pericoli trae il savio e ponlo in grande
e in sicuro riposo.
E che vero sia che la sciocchezza di buono stato in
miseria alcun conduca, per molti essempli si vede, li quali non fia al presente
nostra cura di raccontare, avendo riguardo che tutto il dì mille essempli
n'appaiano manifesti: ma che il senno di consolazion sia cagione, come premisi,
per una novelletta mostrerò brievemente.
Il Saladino, il valore del quale fu tanto, che non
solamente di piccolo uomo il fé di Babillonia soldano ma ancora molte vittorie
sopra li re saracini e cristiani gli fece avere, avendo in diverse guerre e in
grandissime sue magnificenze speso tutto il suo tesoro e per alcuno accidente
sopravenutogli bisognandogli una buona quantità di denari, né veggendo donde
così prestamente come gli bisognavano avergli potesse, gli venne a memoria un
ricco giudeo, il cui nome era Melchisedech, il quale prestava a usura in
Alessandria. E pensossi costui avere da poterlo servire, volesse, ma sì era
avaro che di sua volontà non l'avrebbe mai fatto, e forza non gli voleva fare;
per che, strignendolo il bisogno, rivoltosi tutto a dover trovar modo come il
giudeo il servisse, s'avisò di fargli una forza da alcuna ragion colorata.
E fattolsi chiamare e familiarmente ricevutolo, seco
il fece sedere e appresso gli disse: "Valente uomo, io ho da più persone
inteso che tu se' savissimo e nelle cose di Dio senti molto avanti; e per ciò
io saprei volentieri da te quale delle tre leggi tu reputi la verace, o la
giudaica o la saracina o la cristiana."
|
Il giudeo, il quale veramente era savio uomo,
s'avisò troppo bene che il Saladino guardava di pigliarlo nelle parole per
dovergli muovere alcuna quistione, e pensò non potere alcuna di queste tre più
l'una che l'altre lodare, che il Saladino non avesse la sua intenzione; per
che, come colui il qual pareva d'aver bisogno di risposta per la quale preso
non potesse essere, aguzzato lo 'ngegno, gli venne prestamente avanti quello
che dir dovesse; e disse: "Signor mio, la quistione la qual voi mi fate è
bella, e a volervene dire ciò che io ne sento mi vi convien dire una
novelletta, qual voi udirete. Se io non erro, io mi ricordo aver molte volte
udito dire che un grande uomo e ricco fu già, il quale, intra l'altre gioie più
care che nel suo tesoro avesse, era uno anello bellissimo e prezioso; al quale
per lo suo valore e per la sua bellezza volendo fare onore e in perpetuo
lasciarlo ne' suoi discendenti, ordinò che colui de' suoi figliuoli appo il quale, sì come lasciatogli da lui, fosse
questo anello trovato, che colui s'intendesse essere il suo erede e dovesse da
tutti gli altri esser come maggiore onorato e reverito. E colui al quale da
costui fu lasciato tenne simigliante ordine ne' suoi discendenti, e così fece
come fatto avea il suo predecessore; e in brieve andò questo anello di mano in
mano a molti successori, e ultimamente pervenne alle mani a uno il quale avea
tre figliuoli belli e virtuosi e molto al padre loro obedienti, per la qual
cosa tutti e tre parimente gli amava. E i giovani, li quali la consuetudine
dello anello sapevano, sì come vaghi ciascuno d'essere il più onorato tra'
suoi, ciascun per sé, come meglio sapeva, pregava
Il Saladino conobbe costui ottimamente esser saputo
uscire del laccio il quale davanti a' piedi teso gli aveva, e per ciò dispose
d'aprirgli il suo bisogno e vedere se
servire il volesse; e così fece, aprendogli ciò che in animo avesse avuto di
fare, se così discretamente, come fatto avea, non gli avesse risposto. Il
giudeo liberamente d'ogni quantità che il Saladino il richiese il servì, e il
Saladino poi interamente il sodisfece; e oltre a ciò gli donò grandissimi doni
e sempre per suo amico l'ebbe e in grande e onorevole stato appresso di sé il
mantenne.
Lawrence d’Arabia, soprannome
di Thomas Edward Lawrence (Tremadoc, Galles 1888 - Bovington, Dorset 1935),
militare e scrittore britannico. Riuscì a coalizzare le forze arabe che si
ribellarono contro l’impero ottomano
durante la
prima guerra
mondiale. Allo scoppio della prima guerra mondiale
Lawrence entrò a far parte del servizio segreto militare inglese al Cairo e da
lì fu inviato nell’Higiaz
(oggi in Arabia Saudita) presso il principe arabo Faisal (il futuro
Faisal I
re dell’Iraq) alla testa di truppe di rinforzo inglesi. Lawrence si schierò
dalla parte degli arabi nella loro insurrezione contro il dominio turco e,
divenuto consigliere militare, si pose al comando delle forze armate arabe e le
condusse in battaglia. Nel 1918 Lawrence e Faisal entrarono trionfanti a
Damasco prima dell’arrivo dell’esercito inglese. Lawrence
partecipò alla conferenza
Tra
le sue opere letterarie la più famosa è
I sette pilastri della saggezza
(pubblicata postuma nel 1935), ampio racconto delle sue avventure in Arabia, di
cui l’autore aveva curato un’edizione ridotta dal titolo Rivolta nel
deserto (1927).
Un film, del
1962, ispirato al libro di questo straordinario personaggio, diretto da David
Lean, ottenne ben sette Oscar. Riportiamo solo le parole della copertina del diario di Lawrence, forse
l’ultimo eroe romantico, che con il mitico nome di
Lawrence
d'Arabia è entrato nella leggenda, lasciando la lettura integrale del libro a
chi vorrà
"Tutti gli uomini sognano, ma non allo stesso modo.
Coloro che sognano di notte nei ripostigli polverosi della loro mente,
scoprono, al risveglio, la vanità di quelle immagini; ma quelli che sognano di
giorno sono uomini pericolosi, perché può darsi che recitino il loro sogno ad
occhi aperti, per attuarlo. Fu ciò che io feci. Intendevo creare una Nazione
nuova, ristabilire un'influenza decaduta, dare a venti milioni di Semiti la
base sulla quale costruire un ispirato palazzo di sogni per il loro pensiero
nazionale... Ma, quando vincemmo, fui accusato di aver messo in pericolo i
profitti inglesi sui petroli della Mesopotamia, e d'aver rovinato la politica
coloniale francese nel Levante."
“I
baroni di Aleppo”
Il libro descrive cent’anni
Ormai
inutilmente superba, Istanbul dominava il Bosforo. Il treno dei reali di Svezia
si concesse il
Koko
e Armen accolsero gli ospiti alla stazione "Baghdad". Adagiarono il
principe Gustavo, febbricitante, nell' auto più comoda. Gli altri membri della
famiglia seguirono in carovana. In albergo, li attendeva il dottor Altounyan.
Auscultò il paziente reale con lo stetoscopio, fece molte domande. Infine,
diede il suo responso: «Nulla di grave. Alcuni giorni di riposo e di cure appropriate,
e Sua Altezza sarà perfettamente in grado di ripartire».
Baghdad
fu avvisata del cambiamento di programma, mentre Aleppo si preparava a offrire
agli illustri ospiti un'accoglienza degna del loro rango. L'alto commissario
francese, come richiedevano il suo ruolo e 1'onore del paese, aprì con un
ricevimento di gala una breve, ma intensa, stagione di festeggiamenti. I
consoli e gli altri notabili seguirono a ruota: nessuno voleva perdere
posizioni nella gara di mondanità. Ma non furono solo balli e champagne a
riempire le serate successive. Anche la nostalgia dell'Europa ebbe la sua
parte. La sera, quando fra gli impegni di "corte" si aprivano spazi
di libertà improvvisi,
Lasciò
una foto con dedica, la sua firma sul Libro d'Oro, e un gruzzolo consistente.
Bedros, questa volta, non avrebbe avuto di che lamentarsi per
Statuette, femm. e masch.., che rappresentano due
divinità o due offerenti (ca.2650-2600)
RELIGIONI IN
Musulmani 87%
sunniti 74
%
ortodossi 4 % ebrei e altri
sciiti alawiti 12 % cattolici 1,5 %
drusi 3 % protestanti
ismaeliti
MUSULMANI
Sunniti
Orientamento
maggioritario dell’islam, cui appartiene circa l’83% dell’intero mondo
islamico. Prende il suo nome dal termine arabo Sunna (“consuetudine”), cioè i detti e i fatti di Maometto e di
coloro che gli furono vicini, narrati in resoconti detti hadith. I sunniti accettano i primi tre califfi della storia (Abu
Bakr, Omar e Othman, discendente del prozio di Maometto Omayya). Si
caratterizzano per la credenza che Dio operi nel mondo attraverso la Legge
ricavata dal Corano e dalla Sunna e che soltanto la Comunità dei credenti
(senza il parere vincolante di un capo come avviene per gli sciiti) possa
interpretarli rettamente. Contrariamente agli sciiti ritengono che il Corano
sia un libro eterno e increato.
Sciiti
Presenti
in Iran (dove rappresentano la quasi totalità dei musulmani) e in comunità più
o meno numerose in Libano, in Iraq, nello Yemen, in Afghanistan. Il nome deriva
dalla shì’a che in arabo significa
“fazione, partito” e indica coloro che, nelle lotte per la successione seguite
alla morte di Maometto, appoggiarono Alì, cugino e genero del Profeta e quarto
califfo delle origini, affermando che egli era il più meritevole di essere il
capo (Imam)
A parte le
due denominazioni principali di cui sopra,
presentiamo brevemente qui di seguito solo alcuni tra i tanti gruppi o
movimenti islamici scismatici, significativi per la storia in generale e per la
Siria in particolare. Alcuni tra questi hanno dato vita a sette eretiche
spirituali o diversificate, altri ( come i Wahabiti, ma anche i Balikiti, gli
Ismailiti,i Kharijiti e gli antichi Assassini) a gruppi o movimenti
fondamentalisti e violenti.
La setta di musulmani sciiti alla quale
appartiene la
Muhammad Ibn Nussair al Namiri (morto nell'884),
fondatore e teologo della setta sciita, sosteneva che al Hadi o al Naqi, decimo
Imam (morto nel 868), fosse un'incarnazione dello Spirito Santo e rivendicò per
sé
Assassini
Setta politico-religiosa di fanatici musulmani fondata
nel 1090 in Persia. Il nome deriverebbe secondo alcuni dal hachisch con cui si drogavano gli adepti per compiere le loro
missioni omicide e spesso anche suicide.
Furono attivi anche in Siria dove combatterono contro i Crociati.
Distrutti dal sultano d’Egitto nel 1273, si rifugiarono ad Almut (Iran). Oggi
vi fanno capo i Nizariti. (Lettura nel capitolo di questo libretto, nel
capitolo “Esempi di letteratura”).
Baha’i
Movimento fondato da Bahà’ullàh (morto nel 1892), non
è più un gruppo islamico, bensì una religione monoteista. In assenza di un
Imam, ritengono che il loro fondatore sia il portavoce autorizzato (Bab)
dell'Imam atteso. La loro dottrina pacifista ha per scopo l'unificazione
politico-religiosa e la fusione delle razze. I Baha'i credono nella fraternità
universale e nell'educazione permanente, tesa a realizzare l'avvento di un
governo mondiale. Il primitivo messaggio messianico di impronta sciita si è
trasformato, nel corso del tempo, e soprattutto a seguito del contatto con
l'Occidente, in una dottrina spirituale di tipo umanista-liberale.
Balikiti
Sciiti , feroci persecutori della magia e dei maghi.
Drusi
Gruppo sorto in Egitto nell’XI secolo, originariamente
musulmano. Deriva dal nome dell’egiziano
Muhammad ad-Darazi che ne fu propagatore. La setta, diretta in seguito da Hamza
Ibn Ali, proclamò l’identificazione dell'Imam
fatimide
al-Hakim (996-1021) con la manifestazione dell'intelletto universale
(Dio) e, secondo l'archetipo del messianesimo avventista sciita, ne attende il
ritorno in qualità di Mahdi (guida
spirituale della fine dei tempi). I Drusi furono oggetto in Egitto delle
persecuzioni dei
sunniti e questo li portò a
cercare e trovare rifugio in
Libano e nella
Siria meridionale, dove risiedono tuttora, come pure in
Israele, in
Palestina e in
Giordania. Ad oggi si contano
circa 700.000 adepti della setta.
Hashimiti
Nome di due dinastie arabe, discendenti da Hashim ibn
Abd Manaf, della tribù dei Qoreish, i quali, secondo la tradizione musulmana,
erano custodi di Medina e della sacra
Kaaba situata alla
Mecca (regione dello Higiaz).
Discendono dagli hashimiti i fondatori dell'Islam, ovvero
Maometto, il genero
Alì e lo zio paterno Abbas.
Nell'età moderna, la dinastia hashimita è quella
regnante in Arabia dal 1916, fondata da
Hussein ibn Ali, sceriffo della Mecca,
che si proclamò sovrano dell'Higiaz. Gli hashimiti sono stati scacciati
dall’Arabia dai wahabiti, con l’aiuto dell’esercito saudita e sostenuti dagli
inglesi, nel 1925: da allora vi regna la dinastia saudita. I figli di Hussein,
Abd Allah ibn Hussein e
Faisal I, furono riconosciuti
dalla Gran Bretagna,
Imamiti o Duodecimami
Corrente dell’islam sciita. Aderiscono alla Shi'a
media e costituiscono la maggioranza tra gli sciiti (oltre 100 milioni di
aderenti).
I Duodecimami chiudono la successione degli Imam al
dodicesimo di essi, Muhammad al Mandi, scomparso nell'infanzia nell'874. Essi
ritengono che egli non sia morto, ma che sia entrato in
"occultamento"; lo chiamano Sahib al Zaman (signore del tempo)
e ne attendono il ritorno come Mahdi per ristabilire la giustizia sulla terra. Lo sciismo duodecimamo è religione di
stato in Iran dal XVI secolo, quando fu adottato dalla dinastia dei
Safavidi, ed è diffuso anche in Libano, in Iraq, in Pakistan e
in India.
Ismailiti o Settimami
Corrente dell’islam sciita. Poco prima della morte,
nel 765, Ja'Far al Saddiq nominò quale suo successore Musa al Kazim, scartando
per motivi oscuri Isma'Il, suo figlio primogenito. I sostenitori di Isma'Il
fecero di quest'ultimo il loro settimo ed ultimo Imam (donde il termine ad essi
applicato di Settimami), alla morte del quale si rifiutarono di credere.
Isma'Il si sarebbe infatti nascosto per tornare un giorno come Mahdi a
ristabilire la giustizia sulla terra. In tal modo, gli Ismailiti si separarono
dai Duodecimami (o della Shi'a media) Gli Ismailiti si pongono l'obiettivo di
rovesciare il Califfato sunnita, ai loro occhi illegittimo, e di sostituirvisi.
L'ismailismo (cui aderiscono alcune centinaia di migliaia di musulmani che
vivono in Siria, in Libano, in India, in Pakistan ed in Israele) ha generato
molte sette scismatiche, tra cui quella dei Drusi, dei Nizariti, dei Mustaliani
(detta della Shi'a estrema secondo la quale l'Imam è "colui che
rappresenta la personificazione di Dio”).
Kharijiti
Il nome significa “uscenti”. In origine partigiani di
Alì, lo abbandonarono allorché egli, in occasione della battaglia di Siffin
(giugno 657), scese a patti con Mu’awiyya, fondatore degli Omayyadi (658).
Sostenevano che la jihad era il sesto
pilastro dell’islam e tacciavano di empio chi non li seguiva.
Nizariti
Sono i seguaci
di Nizar, figlio primogenito
dell'ottavo califfo fatimida, al
Mustansir (morto nel 1094), che è allo stesso
Sufi
Il Sufismo o Tasàwwuf è la forma di ricerca
mistica tipica della cultura
islamica. Il termine
arabo "tasawwuf"
deriverebbe dalla
lana (in arabo sūf ) con
cui erano intessuti gli umili panni dei primi mistici musulmani che per questo
vennero chiamati "sufi", ma un'altra etimologia si rifà al vocabolo
suffa, "portico" antistante la casa-moschea di
Muhammad a
Medina, sotto il quale si raccoglievano alcuni pii
musulmani, ospitati volentieri dal Profeta per la loro povertà che
s'accompagnava a un atteggiamento assai pio. Altri riconducono il termine
all'arabo safā' (purezza) o si
richiamano alla collocazione dei sufi 'in prima fila' ( saff al-awwal ) al cospetto di
Dio.
Il
Tasàwwuf è particolarmente diffuso nel
sunnismo e assai meno nello
sciismo. Ciò dipende
essenzialmente dal fatto che, per conoscere Allah e la Sua volontà, lo sciismo
può stabilmente contare sull'attiva opera dei suoi dotti che hanno acquistato
un incontestabile profilo di tipo
clericale; nell'Islam sunnita la totale mancanza di sacerdozio
e di una classe di tipo clericale comporta una ricerca di Dio e della Sua
volontà più personale e faticosa. Un metodo che - senza far trascurare lo
studio della dottrina esoterica ufficiale - possa aprire la Via esoterica verso
Dio. Vi sono stati tempi in cui, per manifestare l'ipocrisia imperante, i Sufi
hanno dovuto proferire affermazioni iperboliche tali da poter suscitare una
reazione, per questo alcuni, ma solo alcuni, sono stati tacciati di eresia.
Notate ad esempio questi bei versi di
Ibn l-'Arabi, contenuti nel
"Tarjumân Al-Ashwâq":
Il mio cuore è divenuto capace di
accogliere ogni forma
è un pascolo per le gazzelle,
un convento per i monaci cristiani
è un tempio per gli idoli,
è la Ka'ba del pellegrino
è le tavole della Torah,
è il libro del Sacro Corano.
Io seguo la Religione dell'amore,
quale mai sia la strada
che prende la sua carovana:
questo è mio credo e mia fede.
Wahabiti
Movimento
fondamentalista dell'islam nato nel XVIII secolo per opera di Mohammad ibn Abd al-Wahab
che si proponeva di riportare con ogni mezzo l'Islam alla purezza originaria.
Egli convertì alla sua dottrina un capo politico, Muhammad Ibn Sa'Ud, il cui
figlio, 'Abd El-'Aziz, fu il fondatore
Il miliardario saudita Osama Bin Laden (sannita) è il
capo del movimento paramilitare Al-Qaida nato come organizzazione di guerriglia
al tempo dell’invasione sovietica dell’Afghanistan, e aiutato e istruito per
questo dagli USA. Dopo la caduta del regime sovietico, Bin Laden chiese al re
dell’Arabia Saudita di appoggiare Al-Qaida per bloccare l’invasione irachena
del Kuwait e impedire il conflitto.
Ora che una costola del wahabismo si è rivoltata
contro la casa dei Saud, nel nome di Bin Laden, a Riyadh si cerca con
difficoltà una via alla riforma wahabita. A ostacolarla non c’è solo la
difficoltà di cambiare la mentalità degli ulema
(dotti dell’islam) formati in un indottrinamento pluridecennale, ma anche
il malcontento diffuso nel regno, che alimenta la fiducia in Bin Laden.
Zayditi
Come
i Drusi e gli Alawiti, anche gli Zayditi non sono più considerati musulmani
dagli ortodossi. Il nome deriva da Zayn Ibn Li morto nel 740, bisnipote di Alì.
Essi sono i soli a riconoscerlo come quinto Imam, mentre per gli altri Sciiti
invece il quinto Imam è suo fratello, Mohammad al Baqir (morto nel 731). In
teoria, essa lascia la designazione dell'Imam alla libera scelta
"
Islam
(
A
dispetto di quanto certa informazione deviata tende ad affermare, la Siria non
è mai stata un paese “islamico”, vale a dire che in epoca moderna non si è mai
dichiarata uno stato che riconosce una propria religione ufficiale.
Il
credo di gran lunga più diffuso in Siria è quello musulmano sunnita, ma
abbastanza rappresentate sono le
Considerata
la mappa dei culti religiosi della Siria, ma soprattutto la storia culturale e
sociale di questa terra, è utile, a mio avviso, informarsi soprattutto
sull’Islam, anche solo nei suoi caratteri generali. Negli ultimi anni i mezzi
di comunicazione parlano molto dell’Islam, e gli scaffali delle librerie si
sono arricchiti di libri e riviste sull’argomento. Purtroppo, molte delle
pubblicazioni relative al mondo musulmano e alla sua storia vengono spacciate per
opere di specialisti, ma sono inquinate dall’interesse personale o di fazione,
dall’impreparazione, dalla miopia, dal pregiudizio.
Un’ultima
notazione: premesso che il concetto di “arabo”, che è un concetto linguistico,
non va confuso con quello di “musulmano”, che è un concetto religioso, va
tenuto presente che il Corano ha un valore letterario elevatissimo per gli
arabi tutti. Oltre ad essere un testo religioso, per molto tempo tramandato
solo oralmente (si noti che nella tradizione musulmana si indicano come “Le
genti del Libro” gli Ebrei e i
Infine,
per una corretta traduzione, si badi: la parola “Allah” significa letteralmente
Iddio. Deriva da al-ilāh, che significa “il (al-) dio (ilāh)”, e in
questa forma indica una divinità in senso generico (un dio di un culto
politeistico, ad esempio), e corrisponde al sostantivo italiano “dio”, mentre
nella famosa forma contratta - “Allah” - indica il dio del culto islamico, che,
nell’idea dei musulmani, sarebbe lo stesso che prima di loro si era rivelato
agli ebrei e ai cristiani, e corrisponde all’italiano “Dio”. Per queste
ragioni, appare improprio tradurre un discorso di un musulmano non italiano
mantenendo in originale soltanto la parola “Allah”: tale modo di fare,
piuttosto frequente
Qui
di seguito mi permetto di consigliare alcuni volumi abbastanza accessibili
scritti da autori di riconosciuto spessore culturale e di grande onestà
intellettuale.
- Alessandro Bausani, L’Islam, Garzanti, diverse ristampe
(breve
monografia dedicata al mondo dell’Islam, alla sua storia e alle sue
istituzioni)
- Il
Corano, a cura
(si
tratta della meglio riuscita traduzione del Corano in lingua italiana,
corredata di importanti annotazioni e di un’ampia introduzione di carattere
storico-culturale; un prodotto editoriale che spicca
- Bianca
(lavoro
di taglio storiografico e storico-culturale, piuttosto articolato e denso
riguardo ai contenuti, sulla storia delle popolazioni e delle regioni che sono
state direttamente interessate dal fenomeno della nascita della religione
islamica, della sua diffusione e delle sue diversificazioni e trasformazioni
concrete; benché non possa essere considerata un’opera riservata agli
specialisti, si tratta di un lavoro abbastanza impegnativo, dal momento che complesso
e impegnativo è anche l’oggetto trattato. L’autrice è una delle massime
autorità nell’ambito della storia dell’Islam e delle sue dottrine)
- Anne-Marie Delcambre, Maometto. Il profeta e l’Islam, Milano,
Electa Gallimard 1993
(libro
un po’ datato e forse difficile da reperire, è un breve ed utile trattato sulla
figura del profeta Muhammad e dei principi religiosi dell’Islam)
- Ira M. Lepidus, Storia delle società islamiche, Torino, Einaudi, 3 volumi,
1993-1995
(trattato
esteso ed articolato sulla storia delle popolazioni musulmane scritto da una
apprezzata specialista)
- Miguel A. Palacios, Dante e l’Islam. L’escatologia islamica
nella Divina Commedia, Milano, Est 1997 (diverse ristampe, precedenti e
posteriori)
(ampio
saggio in 4 parti, più appendici, pubblicato per la prima volta agli inizi del
‘900 e tradotto e ristampato in numerose edizioni; l’autore, noto studioso
spagnolo, indaga l’intensità della presenza delle dottrine e di certe
concezioni islamiche nell’opera del Sommo Poeta, ciò che all’epoca della sua
prima edizione suscitò sorprese e polemiche, ma anche adesioni appassionate)
- Giorgio Vercellin, Istituzioni del mondo musulmano, Torino, Einaudi 1996
(opera
di un grande esperto di diritto musulmano, questo dinamico saggio ha un taglio
storico e legale e illustra le problematiche principali relative alle fonti del
diritto musulmano e ai principali istituti che storicamente si sono sviluppati
al suo interno. Credo che la lettura di questo lavoro possa contribuire a
demolire e smascherare criticamente l’accezione sommaria e degradante che
troppo spesso il concetto di “sharìa” assume nei discorsi di politici e
giornalisti di paesi di tradizione giuridica romana o anglosassone)
- William Montgomery Watt,
(scritto
da un grande studioso dell’Islam che, oltre che accademico di fama, era anche
un pastore
L’invito alla preghiera (Ezan)
Il musulmano credente viene invitato cinque volte al giorno alla
preghiera dal muezzin: la preghiera
Allah è grande! (4 volte) Allahu
ekber
lo testimonio che non c'è altro Dio Eshedǘ
en la ilahe
all'infuori di Allah (2 volte) ill
Allah
lo testimonio che Maometto è il suo Eshedǘ
enne Muhammeden
inviato (2 volte) resullulah
Accorrete alla preghiera! (2 volte col Hay
alassalat
viso rivolto a destra)
Accorrete alla
viso rivolto a sinistra)
Allah è grande! (2 volte) Allahu
ekber
Non c'è altro Dio all'infuori di Allah! La
ilahe ill Allah .
CRISTIANI
ORTODOSSI E CATTOLICI IN
(in base ai rispettivi riti)
Rito
fede lingua n°
ANTIOCHENO siro-ortodossi siriaco occidentale 100.000*
siro-cattolici “ 24.250
maroniti (cattolici) “ 30.500
BIZANTINO greco-ortodossi arabo
550.000**
melchiti (cattolici) “
150.000***
ARMENO armeno-ortodossi armeno classico 170.000
armeno-cattolici “ 24.150
CALDEO assiri d’Oriente siriano orientale 16.800
caldei (cattolici) “ 10.000
LATINO cattolici arabo 9.650
*
Patriarca siro-ortodosso, sede a Damasco, Sua Santità Ignatius Zakka I Iwas.
**
Patriarca greco-ortodosso, sede a Damasco, Sua Beatitudine Ignazio IV Hazim.
***
Patriarca greco-cattolico, sede a Damasco, Sua Eminenza Joseph Absi.
In
Medio Oriente vi sono sette riti (in Italia abbiamo il rito latino e quello
ambrosiano): i cinque riti presenti anche in Siria (vedi tabella sopra), oltre al copto e all’etiopico. In un contesto
come quello del Medio Oriente, dove vi è una pluralità di chiese, il rito è un
tratto caratteristico che esprime l’identità specifica di ciascuna e testimonia
la ricchezza specifica della loro storia. Diamo alcune brevi note sulle
principali chiese, in ordine cronologico di nascita.
CHIESE ORTODOSSE
Chiesa Assira d’Oriente
Origine:
dopo il concilio di Efeso (431). Considerata “nestoriana” dalle altre chiese,
in quanto conservò la formulazione del dogma cristologico proposto da Nestorio
(“
Chiesa siro-ortodossa
Origine:
dopo il concilio di Calcedonia (451: “
Chiesa armena apostolica
Origine:
inizio del IV secolo, con la conversione di Tridate III a opera
Chiesa copta ortodossa
Origine:
dopo il Concilio di Calcedonia (451), nemmeno la chiesa copta aderì alla
dottrina calcedonese del 451, accogliendo, con Cirillo d’Alessandria, la tesi
dell’unica natura divina incarnata di
Chiesa greco-ortodossa in Medio Oriente
(MO)
Origine:
costituita in MO dalle gerarchie e dai fedeli che accettarono le definizioni
del Concilio di Calcedonia (451); è separata dalla
CHIESE CATTOLICHE
Chiesa maronita
Origine:
nel IV secolo un
Chiesa caldea
Origine:
NEL 1552 per distacco dalla chiesa assira d’Oriente. Un
Chiesa siro-cattolica
Origine:
per distacco di fedeli e di clero dalla chiesa siro-ortodossa a partire dal
secolo XVII;
Chiesa armena cattolica
Origine:
per distacco dal patriarcato armeno di Cilicia a partire dal secolo XVII. La
costituzione
Chiesa copta cattolica
Origine:
per distacco dalla chiesa copta ortodossa a partire dal secolo XVIII. Nel 1824
Chiesa melchita
Origine:
per distacco dal patriarcato
greco-ortodosso di Antiochia a partire dal secolo XVII. In seguito a una doppia
elezione al patriarcato greco-ortodosso di antiochia avvenuto nel 1724, papa
Benedetto XIII riconobbe uno dei due, il damasceno Cirillo, al quale fu
conferito il pallio nel 1744 come
Chiesa latina in Medio Oriente
Origine:
dopo una iniziale diffusione nel secolo XII in occasione delle Crociate, la
chiesa latina ha avuto nuova espansione in MO tramite l’opera di missionari.
Nel 1847 fu restaurato il patriarcato latino di Gerusalemme, con giurisdizione
su giordania, Palestina, Israele e Cipro; gli altri cattolici latini in MO
dipendono dai rispettivi vicari apostolici.
CHIESE PROTESTANTI
Le
chiese e le varie denominazioni protestanti si sono diffuse in Medio Oriente a
partire dal secolo XIX tramite l’opera di missionari europei e americani presso
le comunità cristiane orientali. Attualmente sono presenti nel MO arabo circa
undici diverse denominazioni protestanti che fanno parte del consiglio delle
Chiese del Medio Oriente. Si tratta delle chiese episcopali evangeliche,
“
(Articolo tratto dall’Opera Missionaria
Paolina)
La
storia biblica inizia nella valle dell’Eufrate. La Mezzaluna è sempre stata una
delle zone più fiorenti del Vicino Oriente. In senso stretto con terre bibliche
vengono indicati i territori siro-palestinesi, la terra di Canaan, la terra di
Abramo. Un viaggio in Siria significa entrare a contatto con la memoria di
culture millenarie, tornare alle origini della storia biblica, seguire il
percorso della Storia Sacra nei suoi indimenticabili paesaggi, nelle sue città
millenarie e nei suoi monasteri. per poi penetrare nel cuore del cristianesimo
del I e del II secolo. Fu questa, infatti, la terra della prima
evangelizzazione; quando Gesù era ancora vivente, ci racconta Matteo, “la sua
fama si sparse in tutta la Siria”. Le prime comunità cristiane nell’allora
terra di Fenicia, nelle città di Damasco e di Antiochia, si svilupparono al
tempo delle prime persecuzioni, quando i cristiani furono costretti a lasciare
Esistono
testi antichissimi che attestano l’importanza della terra siriana e dei suoi
monasteri per
Anche
il monachesimo in Siria
presenta dei caratteri propri: sulla
ALCUNI
ESEMPI DI TESTI ANTICHI
Ignazio
di Antiochia (†
107)
Fu un
vescovo
dell'Asia Minore
dell'inizio del
II secolo.
È venerato come
santo dalla
Chiesa
ortodossa e dalla
Chiesa
cattolica, ed è annoverato fra i
Padri della Chiesa. Fu il secondo successore
Sotto la persecuzione (98-117) dell'imperatore
Traiano
fu imprigionato, condotto a
Roma sotto la scorta di una pattuglia di soldati, e ivi morì
martire
nel 107 divorato dalle fiere.
Le sue lettere esprimono calde parole
d’amore a
Cristo
e alla Chiesa. Appaiono per la prima volta le espressioni "Chiesa
cattolica" e "cristianesimo",
che sono ritenuti neologismi creati da lui. La
VI,1. Nulla mi gioverebbero le lusinghe del
mondo e tutti i regni di questo secolo. È bello per me morire in Gesù
ODI DI SALOMONE
Le “Odi di Salomone” sono un
apocrifo dell'Antico Testamento,
ma scritti probabilmente verso la fine del I secolo d.C. in ambiente cristiano.
Ci sono pervenuti in
greco forse su un prototesto
siriaco
perduto. Si tratta di 42 brevi componimenti poetici appartenenti alla
tradizione
Il Signore senza gelosia,
si è fatto conoscere a me
nella sua semplicità.
Nella sua benevolenza
fece piccola
la sua grandezza.
Divenne come me
perché io lo accolga;
nell’aspetto fu considerato
come me
perché io lo rivesta.
Non mi sono spaventato al
vederlo
perché lui è misericordioso!
È diventato come me
perché lo possa comprendere,
prese la mia figura
perché non mi distolga da
lui.
(Odi di Salomone, 7,3-6)
DIDACHÈ -
DOTTRINA DEI
DODICI APOSTOLI
La Didaché o Dottrina dei dodici apostoli
è un testo
cristiano
di autore sconosciuto, rinvenuto nel
1873 in un
manoscritto gerosolimitano. Probabilmente
scritto in
Siria
nel
I secolo,
sarebbe contemporaneo ai
1.
Due sono le vie, una della vita e una della morte, e la differenza è grande fra
queste due vie.
2.
Ora questa è la via della vita: innanzi tutto amerai Dio che ti ha creato, poi
il tuo prossimo come te stesso; e tutto quello che non vorresti fosse fatto a
te, anche tu non farlo agli altri.
3.
Ecco pertanto l'insegnamento che deriva da queste parole: benedite coloro che
vi maledicono e pregate per i vostri nemici; digiunate per quelli che vi
perseguitano; perché qual merito avete se amate quelli che vi amano? Forse che
gli stessi gentili non fanno altrettanto? Voi invece amate quelli che vi odiano
e non avrete nemici.
4.
Astieniti dai desideri della carne. Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia
destra, tu porgigli anche l'altra e sarai perfetto; se uno ti costringe ad
accompagnarlo per un miglio, tu prosegui con lui per due. Se uno porta via il
tuo mantello, dagli anche
5.
A chiunque ti chiede, da' senza pretendere la restituzione, perché
6.
E a questo riguardo è pure stato detto: «Si bagni di sudore l'elemosina nelle
tue mani, finché tu sappia a chi la devi fare».
IL DIATESSÀRON DI TAZIANO
Apologeta
del II secolo nato in
Siria,
prima allievo di
San Giustino Martire, poi
eretico della
setta
gnostica
degli
Encratiti.
Noto per aver composto il
Diatessàron,
un tentativo di armonizzazione dei quattro
Vangeli
consistente in un continuum narrativo degli eventi principali della vita di
Gesù
(denominato in siriaco mehialletie, che
significa “i [Vangeli] Mescolati”.
Di
questa opera esistono solo alcuni frammenti in
siriaco
ma
Sant'Efrem di Siria ne fa
una ricostruzione abbastanza fedele in un suo commentario, il cui testo in
siriaco è andato perduto, ma che esiste in una versione
armena.
Oltre al Diatessàron la Chiesa sira ha conosciuto sin dai primordi i quattro
Vangeli nella forma a noi abituale, denominati
mep-arreše, cioè “i [Vangeli] Separati” o “Vecchia
Siriaca”, composti agli inizi del III secolo sotto una forte influenza del Diatessàron
di Taziano, con lezioni varianti, di cui ci restano poche testimonianze.
Teofilo di Antiochia
Teofilo, venerato come
Santo dalla
Chiesa
cattolica, fu il sesto
vescovo di
Antiochia tra il
II
ed il
III secolo,
sotto
Scrittore
apologeta,
si pone nella questione
cristologica e
trinitaria
dell'epoca identificando
Gesù con il
Logos (ossia il Verbo, la Parola di
Dio, di cui Gesù sarebbe
Incarnazione),
riprendendo il
prologo del
Vangelo di Giovanni e rifacendosi allo
stoicismo,
unendo così le culture
ebraica ed
ellenistica.
Dalla
creazione al Creatore
“Considera,
o uomo, le opere di Dio: l’avvicendarsi periodico delle stagioni, i mutamenti
dell’atmosfera, la precisione del corso delle stelle, l’armonico alternarsi dei
giorni e delle notti, dei mesi e degli anni; la ridente varietà dei semi, delle
piante e dei frutti; le differenti specie di animali: quadrupedi, volatili,
rettili, gli animali acquatici, sia fluviali che marini e l’istinto dato loro
di generare e allevare la prole, non già per proprio vantaggio ma per essere a
disposizione dell’uomo.
Rifletti
poi sulla provvidenza che Dio manifesta preparando ad ogni vivente il suo
nutrimento e sull’ossequio che egli ha ordinato a tutti di presentare all’uomo,
sullo scorrere di dolci sorgenti e di fiumi e sul dono opportuno delle rugiade,
dei temporali, delle piogge. Contempla i diversi movimenti dei corpi celesti:
Lucifero che sorge a oriente per annunciare l’arrivo dell’astro perfetto; la
congiunzione della Pleiade con Orione; la costellazione di Arturo e
l’itinerario degli altri astri descritti nel cielo circolare ai quali tutti la
molteplice sapienza di Dio ha dato un nome.
Questi è quell’unico Dio che ha creato la luce dalle tenebre, che ha creato i
recessi del vento (Sal 46; Gb 9,9), i serbatoi dell’abisso e i confini del
mare, i ripostigli della neve e della grandine: che raduna le acque nei
serbatoi dell’abisso e le tenebre nei loro nascondigli; che fa uscire dalle sue
riserve la soave, amabile e giocondissima luce; che fa salire le nuvole
dall’estremità della terra, moltiplica le folgori per far piovere (Sal 134,7),
suscita il terrore con il tuono, preannuncia con la folgore il fragore del
tuono affinché l’anima, improvvisamente turbata, non venga meno.
Anzi,
è Dio stesso a temperare la forza del fulmine che erompe dal cielo affinché non
bruci la terra; infatti, se ad esso fosse lasciata intatta la sua violenza, la
terra ne sarebbe arsa, e così pure il tuono sconvolgerebbe ciò che si trova su
di essa.
Questo, mio Dio, Signore di tutte le cose, è colui che ha disteso il cielo e ha
stabilito l’ampiezza della terra; che ha sconvolto le profondità del mare e
suscitato il frastuono delle sue onde (Sal 64,8); colui che domina con la sua
autorità e mitiga la violenza dei flutti (Sal 88,10); colui che ha fondato la
terra sopra le acque ed elargisce lo spirito per mantenerla in vita; colui il cui
soffio vivifica tutte le cose: se egli lo trattenesse presso di sé
quest’universo si annienterebbe […].
(Ad Autolico, 1,5-7)
Sant’Efrem il siro (Nisibi, 306 – Edessa, 9 giugno 373)
Fu
il più importante dei Padri
siriaci e
Viene venerato come
santo dai cristiani del
mondo intero, ma in particolare dalla
Chiesa cattolica sira. Efrem ha scritto
moltissimi inni, poesie e omelie in versi e commentari biblici in prosa. Furono
così famosi e apprezzati che venivano persino usati nella liturgia come testi
Preghiera per gli anziani
Signore Gesù
che hai potere sulla vita e sulla morte,
tu conosci ciò che è segreto e nascosto,
i pensieri e i sentimenti non ti sono velati.
Guarisci i miei raggiri e il male fatto nella mia
vita.
Ecco, la mia vita declina di giorno in giorno,
ma i miei peccati crescono.
Signore, Dio delle anime e dei corpi,
tu conosci l'estrema fragilità
della mia anima e del mio corpo,
concedimi forza nella mia debolezza,
sostienimi nella mia miseria.
Dammi un animo grato:
che mi ricordi sempre dei tuoi benefici,
non ricordare i miei numerosi peccati,
perdona tutti i miei tradimenti.
Signore, non disdegnare questa preghiera,
la preghiera di questo misero.
Conservami la tua grazia fino alla fine,
custodiscimi come per il passato. Amen.
Inno "Sulla Perla" 1, 2-3
"Posi (la perla),
fratelli miei, sul palmo della mia mano,
per poterla esaminare.
Mi misi ad osservarla dall’uno e dall’altro lato:
aveva un solo aspetto da tutti i lati.
(Così) è la ricerca del Figlio, imperscrutabile,
perché essa è tutta luce.
Nella sua limpidezza, io vidi il Limpido,
che non diventa opaco;
e nella sua purezza,
il simbolo grande del corpo di nostro Signore,
che è puro.
Nella sua indivisibilità, io vidi la verità,
che è indivisibile"
(Inno "Sulla Perla" 1, 2-3).
Aafrate il Saggio
Uno dei personaggi più importanti e allo
stesso tempo più enigmatici del cristianesimo siriaco del IV secolo. La
comunità ecclesiale in cui si trovò a vivere era una comunità che cercava di
restare fedele alla tradizione giudeo-cristiana, di cui si sentiva figlia. Essa
manteneva perciò uno stretto rapporto con il mondo ebraico e con i suoi Libri
sacri. Significativamente Afraate si definisce "discepolo
La preghiera
"Da’ sollievo agli
affranti, visita i malati,
sii sollecito verso i poveri: questa è la preghiera.
La preghiera è buona, se le sue opere sono belle.
La preghiera è accetta quando dà sollievo al prossimo.
La preghiera è ascoltata quando in essa si trova anche il perdono delle offese.
La preghiera è forte quando è piena della forza di Dio"
(Esposizione 4,14-16).
LA PESCHITTA
Nel 423 il vescovo Teodoreto ordinò la
distruzione delle copie esistenti del Diatessàron di Taziano, scegliendo di
adottare quattro vangeli separati, come avveniva per tutte le altre chiese
cristiane. Rielaborando i materiali delle altre traduzioni (
Fu il maggior
poeta
religioso
bizantino
e a lui si deve il perfezionamento del
contacio, (omelia lirico-drammatica,
con la struttura di un inno diviso in stanze e accompagnato dalla
melodia).
La
Chiesa cattolica lo venera come
santo, celebrandone la
festa il
1 ottobre.
Nacque a Emesa in
Siria
da una famiglia di religione
ebraica, si convertì al
cristianesimo
e si trasferì a
Costantinopoli dove assunse l'incarico di
diacono.
Madre di Dio
Ponete fine ai
lamenti!
Io mi farò vostra avvocata
presso mio Figlio.
Non più tristezza,
perché ho messo al mondo la gioia.
Sono venuta alla luce
per rovesciare
io, piena di grazia...
Mettete dunque freno alle lacrime,
accettate me
come vostra mediatrice
presso colui che è nato da me,
perché l'autore della gioia
è lo stesso Dio generato dall'eterno.
Non vi tormentate più,
eliminate ogni paura:
andrò io, piena di grazia,
da lui a parlargli!
Romano
Damasceno (Damasco, 650 circa – Laura di San Saba, 749 circa)
Di famiglia araba, di fede cristiana è
venerato come
santo
dalla
Chiesa cattolica e dalla
Chiesa
ortodossa. Famoso teologo, la sua opera più ricordata è il
De Fide Orthodoxa,
dove, da devoto della
Madonna, sostiene la verginità della
stessa
sant'Anna,
madre
“Nel cuore della Siria, sotto
Madre di
Dio dalle tre mani
In te si rallegra,
o Piena
l’assemblea degli angeli
e il genere umano;
o Tempio santificato,
Paradiso spirituale,
Gloria verginale:
da Te ha preso carne
e si è fatto bambino
Colui che è il nostro Dio
da prima dei secoli.
Del tuo seno Egli ha fatto il
suo trono
e l’ha reso più vasto dei
cieli.
In te si rallegra,
o Piena
Gloria a te!
Ciotole e ollette potorie dal pozzo di età medio assira
IL QUADRATO MAGICO
(4 esemplari a Dura Europos)
Il
quadrato magico del SATOR è la più famosa struttura palindroma che da secoli ha
attratto gli studiosi a causa del suo innegabile fascino. Si tratta,
sostanzialmente, in una frase in lingua latina (SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS)
che può essere letta in entrambi i sensi, come ve ne sono tante altre. La sua
singolare caratteristica, però, è che, essendo formata da cinque parole di
cinque lettere ciascuna, è possibile iscrivere la stessa frase in un quadrato
di 5 x 5 caselle all'interno del quale la frase può essere letta in quattro
direzioni possibili: da sinistra verso destra, e viceversa, oppure dall'alto
verso il basso, e viceversa.
Inizialmente si credette che
il Quadrato fosse un'invenzione medievale, perché tutti i ritrovamenti fino ad
allora effettuati non erano databili prima del IX secolo. Il significato letterale della frase
(traducendo la misteriosa parola “arepo” dal celtico àrepos con “carro”)
potrebbe dunque essere: «Il seminatore Arepo tiene tra le mani le sue opere»; oppure:
«Il
seminatore, con il carro, tiene con cura le ruote»;
o
ancora: «Iddio
(SATOR, il creatore) - domina e regge (TENET) - le opere del creato (ROTAS
OPERA) e quanto la terra produce (AREPO, aratro).
Proviamo a
scrivere le cinque parole una di seguito all'altra.
Scopriamo che formano una frase palindroma, che, cioè, può essere letta
anche in senso inverso.
S A T O R
A R E P O T E N E T O P E R A R O T A S
Il seguente disegno illustra
spiritosamente questa proprietà:
Il seminatore Arepo tiene tra le mani le sue opere.
Ma
nel 1868 uno scavo archeologico tra le rovine dell'antica città romana di
Corinium (oggi Cirencester, nel Gloucestershire, in Inghilterra) rivelò la
curiosa iscrizione sull'intonaco di una casa databile al III sec. d.C. In tale
frammento, oggi conservato al museo archeologico della stessa città, il
Quadrato appare nella sua versione speculare, che inizia con
Un'ulteriore
scoperta, avvenuta nella città siriana di Dura-Europos, sull'Eufrate, antica colonia
romana (300-256 a.C.) fece riflettere i ricercatori. Anche qui furono ritrovati
quattro esemplari del Quadrato Magico, tutti nella versione speculare, databili
attorno al 200-220 dell'era
Alla
luce di questi ritrovamenti, l’ipotesi più condivisa è che si tratti di una cruces
dissimulatae, una raffigurazione cifrata dei primi cristiani per poter
adorare la croce in segreto: le due parole TENET, infatti, disegnano al centro
del quadrato un croce perfetta, centrata sull'unica lettera N. Inoltre le 25
lettere del quadrato possono essere disposte in modo da formare le parole
A-PATERNOSTER-O. La A e la O, corrispondenti latine dell'Alfa e dell'Omega
greci, significherebbero allora il principio e la fine di tutte le cose. Se si
legge il quadrato a serpentina si ha: sator opera tenet - tenet opera sator (il
seminatore possiede le opere,
ovvero
«Dio è il Signore del creato»).
CUCINA
E BEVANDE
(a cura
Un
consiglio che mi sento di dare, è di informarsi anche sulla ricchissima e
ottima cucina siriana, argomento del quale sono un esperto consumatore, ma
scarsamente preparato a livello teorico e pratico. Di seguito faccio una breve
e un po’ imprecisa descrizione di qualche piatto tipico.
Hommòs: salsa a
Di
Damasco è assai famoso un tipo di gelato prodotto con un metodo
artigianale piuttosto antico, che consiste nel pestare in grossi mortai la pasta
fredda del gelato (che acquisisce quasi la consistenza di un tessuto) con un
grosso pestello di legno, in modo da farle mantenere una temperatura molto
bassa (non conosco, sinceramente, il principio fisico relativo, ma
effettivamente è ciò che accade). Anche ad Aleppo la tradizione del gelato è
antica e prestigiosa, ma le modalità di preparazione sono più simili a quelle
tradizionali italiane (la rivalità tra le due principali città della Siria è
molto accesa, in termini di tradizioni storiche, culturali e culinarie...).
Inoltre, entrambe le metropoli hanno una ricca tradizione dolciaria,
soprattutto a
Della
regione settentrionale sono, infine, famosi i pistacchi e le olive
(dalle quali si ricava l’olio d’oliva e un sapone famoso in tutto il
mondo).
Alcolici:
In
Siria e in Libano si produce un vino che difficilmente viene apprezzato
da un palato italiano. La birra siriana, invece, trova non di rado degli
estimatori stranieri, anche per via della sua levità. Tra i superalcolici,
vanno ricordati lo ‘araq (a
GIORDANIA
.
Giordania |
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|
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Motto: Iddio, la
Patria, il Re |
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Informazioni |
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Nome completo: |
Regno Hascemita di Giordania |
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Nome ufficiale: |
المملكة
الأردنية
الهاشمية |
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Amman (1.200.000 ab. / ) |
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Politica |
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Capo di governo: |
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Indipendenza: |
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Ingresso nell'ONU: |
Dal
14 dicembre
1955 |
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Superficie |
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% delle acque: |
0,01 % |
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Popolazione |
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Totale (2004): |
5.103.639 ab. (107º) |
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48 ab./km² |
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Geografia |
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UTC
+2 |
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Economia |
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27.960 milioni di $ (97º) |
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PIL procapite
(PPA) (2005): |
5.096 $ (103º) |
||||||||
ISU (2005): |
0,773 (medio) (86º) |
||||||||
Energia: |
|
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Varie |
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TLD: |
.jo |
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+962 |
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HKJ |
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Al-salām al-malik al-urdunnī (Salute
al |
|||||||||
LUOGHI CHE VISITEREMO
IN GIORDANIA
ed è l'unica vera risorsa
d'acqua superficiale.
ESTENSIONE IN GIORDANIA
Jerash
Dopo la visita di Bosra (vedi 11° giorno
Siria), partenza per il confine con
Gli scavi archeologici, iniziati nel 1925, hanno
portato alla luce una piccola parte della ricchezza del sito davvero
straordinario per i colori delle pietre e l’eleganza dei templi e dei teatri.
Dalla “Porta sud” si entra in una delle più
straordinarie costruzioni di Jerash: la “piazza ovale” che conduce al “Tempio
di Zeus” ubicato su un’altura dove in precedenza si trovava un luogo di
culto risalente all’età del Ferro.. La costruzione attuale risale al 162-163
d.C. che si aggiunse a un tempio romano del secolo precedente. Poco lontano si
trova il più grande dei teatri della città, il “Teatro sud”, oggi
utilizzato per le manifestazioni
Petra
Unica al mondo per la sua bellezza e per le vestigia
di varie epoche, nota come “città rosa” per le sfumature delle sue rocce, Petra
è uno dei siti più noti del Vicino Oriente. Il suo parco
Attorno
al secolo XIII a.C. fu abitata dagli edomiti, che l’Antico Testamento chiama
“figli di Esaù”: essi impedirono agli israeliti di passare attraverso i loro
terreni per raggiungere
Dopo l’ingresso, sulla destra, si incontrano i “blocchi
di Jinn”, tre grossi monoliti squadrati adibiti a ospitare gli spiriti (in
arabo jinn) rimasti incompiuti.
Subito dopo si trova la “tomba degli Obelischi” (40-70 d.C.), scolpita
nella roccia, in stile egiziano, con quattro obelischi o piramidi scolpiti
sulla facciata, a indicare le anime dei defunti. Si raggiunge poi la porta
del Siq, Bab as-Siq, che immette
nella stretta gola d’accesso al sito, scavato nella roccia e poi in un lungo
tunnel che in certi punti è largo appena due metri, mentre l’altezza arriva
fino a
AL-KHAZNAH
All’improvviso appare, nel suo splendore “il tesoro
del faraone” o Al-Khaznah in quanto
la tradizione dice che un faraone avrebbe nascosto un tesoro nella parte alta
di questo spettacolare monumento. Costruito nel periodo
Proseguendo la visita si arriva al Teatro,
costruito probabilmente all’epoca di Aretas IV (
AL-KUBTHAH
I monumenti della collina di Al-Kubthah sono tra i più famosi
Petra, tomba dell’Urna
VIA COLONNATA
Realizzata
all’epoca di Aretas IV e rinnovata sotto Traiano, era una larga strada
lastricata e fiancheggiata da portici dei quali non resta traccia. Vi si trova
una chiesa bizantina costruita su un’antica chiesa preesistente, le cui
navate laterali sono decorate con splendidi mosaici: 51 medaglioni che
raffigurano le stagioni a destra, e 84 medaglioni decorati con piante animali e
ceste votive a sinistra. Proseguendo si incontrano vari tempi, in parte ancora
in restauro, fra cui il “tempio del leone alato” il cui nome deriva dalle
decorazioni dei capitelli, e l’imponente tempio di Qasr al-Bint o
“palazzo della figlia del faraone” risalente al I secolo a.C. e consacrato al
dio nabetano Dusharah, venerato anche in Egitto.
Altre mete del ricco sito, anche se più difficili da
raggiungere, sono il Gebel Ad-Dayr (un'ora di cammino) per vedere ancora
monumenti straordinari e soprattutto gole e burroni vertiginosi e panorami
spettacolari sul maestoso paesaggio sottostante, e il “Luogo alto del
sacrificio” salendo verso Al-Madhbah , luogo ben conservato e
altrettanto panoramico, ricco di edifici e tombe e di un celebre santuario che
serviva per la celebrazione dei riti religiosi.
Al-Bayda
Conosciuta come “
Si possono ancora ammirare sul sito alcune mole da
grano, oltre ad abitazioni rotonde, seminterrate.
A circa un km., il Siq al-Barid presenta
edifici scavati nella roccia; notevoli sono le tecniche di terrazzamento
adottate dai nabatei per le coltivazioni, le canalizzazioni per l’acqua e le
cisterne di raccolta, oltre a un triclinum
sul cui soffitto sono ancora visibili i resti di affreschi con figure
mitologiche (I secolo d.C.).
Madaba
Torniamo al nord verso Amman, e sulla strada
incontriamo “la città dei mosiaci”: Madaba, posta in una zona collinare. Si
tratta della biblica “Medba” citata in occasione dell’esodo degli ebrei, quando
attraversarono il fiume Arnon. Sconfitta da Joab all’inizio del X secolo a.C.,
la città fu ricostruita da Mesha
PARCO ARCHEOLOGICO
Si sviluppa intorno ai resti dell’antica strada
romana, lastricata e fiancheggiata da colonne, che attraversava la città, nella
parte settentrionale, da est a ovest. Vi troviamo la chiesa della Vergine,
costruita alla fine del VI secolo sui resti di un tempio romano: decorata al
suo interno da splendidi mosaici, essa contiene anche la
Monte Nebo
Questa cima si trova all’estremità occidentale del
sistema montuoso di Siyaghah (Psyga
SANTUARIO DI NEBO
La prima chiesa in onore a Mosè, detta “del trifoglio”
a causa delle sue tre absidi, venne costruita nel 393; la prima abside fu poi
ampliata e tutto il complesso ristrutturato in epoche successive, trasformando
l’antica chiesa in un vasto complesso bizantino per accogliere i pellegrini che
si recavano a Gerusalemme. Nel 1933 infine il sito è stato affidato ai
francescani che hanno curato i lavori di scavo e di restauro.
Sul viale d’accesso si trova una statua monolitica
alta
Sulla destra dell’abside centrale si trova una croce
realizzata con tessere bianche e nere che indica il luogo presunto della morte
di Mosè. Il punto più interessante
Amman
La “città bianca” è il nome con cui viene conosciuta la capitale della Giordania, dove vivono circa un milione e mezzo di abitanti. La città ha due volti: il vecchio nucleo storico sorto ai piedi della Cittadella e attorno alle vestigia romane, e quello moderno con edifici commerciali, banche,
alberghi di lusso e ville hollywoodiane. Città
piacevole da visitare, pur senza grandi ricchezze monumentali.
TEATRO ROMANO
Dopo un breve giro panoramico della città, si visiterà
il teatro romano, peraltro molto simile a quello di Jerash, completato tra il
169 e il 177. Vanta una splendida scenografia e una cavea con tre ordini di
gradini che possono ospitare fino a 7000 spettatori. Il teatro, accuratamente
restaurato, viene utilizzato per varie manifestazioni culturali e sportive. Gli
ingressi laterali ospitano oggi due musei etnografici e folcloristici.
Rihab
In un piccolo villaggio a
Thomas Parker, storico americano dell’Università North
Carolina-Releigh, che negli scorsi anni ha portato a termine la sensazionale
scoperta di un’antichissima chiesa ad Aqaba, appare scettico e dice che ci
vorrebbero prove straordinarie per un annuncio di questa portata. Chi invece
abbraccia senza il minimo dubbio le tesi dell’archeologo Hussein è l’archimandrita
Nektarius, vicario vescovile dell’arcidiocesi di Amman che definisce la
scoperta un’importante pietra miliare per i cristiani di tutto il mondo.
“Questa chiesa conferma che i cristiani che vivono in questa regione non sono
affatto degli stranieri” afferma l’archimandrita; “essi sono dei veri e propri
cittadini che hanno conservato le loro origini in questa regione da oltre 2000
anni”.
Um Qais
In una splendida posizione panoramica e strategica
sulle alture del Golan e sul lago di Tiberiade, l’antica Gadara, patria di
artisti e di poeti, conserva un fascino particolare dato dal luogo e dal colore
della pietra con cui è costruita.
L’antica Gadara, il cui nome derivava da una sorgente
nelle vicinanze, fu probabilmente fondata verso il IV secolo a.C. da alcuni
veterani macedoni. Nel III secolo la città diede i natali a Menippeo, al poeta
Meleagro e al filosofo Filodemo, ma nel 198 fu dominio dei seleucidi che ne
rinforzarono le mura. Nel
VISITA
Prima di entrare nel sito archeologico (città vecchia)
si incontrano le tre tombe dei Germani, di Modesto e di Chaireas; attraversando
poi il villaggio ottomano si trova il Museo Archeologico dove sono
conservate una preziosa raccolta di statue romane, vari frammenti di mosaici e
la statua in marmo bianco della dea Tyche,
rinvenuta nel teatro ovest.
Superata la basilica del IV secolo, si arriva al
Teatro ovest risalente al II secolo, costruito in basalto nero, poi ai resti
delle terme con pavimenti musivi e infine all’ipogeo, un mausoleo sotterraneo
di epoca romana rinvenuto pressoché intatto.
Dopo il disbrigo delle formalità di frontiera, rientro
a Damasco e pomeriggio libero, o visite facoltative al Palazzo Azem e al
suq (vedi 11° giorno dei partecipanti al
solo viaggio in Siria).
CRONOLOGIA ESSENZIALE
10.000 a.C. Dopo il nomadismo proprio dell'età paleolitica,
graduale passaggio al sedentarismo.
8.500-4.000 a.C. il periodo neolitico coincide con innovazioni
determinanti quali l'invenzione della ceramica, l'addomesticamento di animali
e l'introduzione di un'economia di scambio.
4.000-3.300 a.C. Evoluzione in ambito tecnologico (fusione dei
metalli) e sociale (istituzione
3.300-1.200 a.C. Notevoli influenze socioeconomiche provenienti da
Egitto e Asia Minore; segue l'afflusso di moabiti e ammoniti (est
800-612 a.C. Dominazione assira.
612-539 a.C. Dominazione neobabilonese:· Nabucodonosor conquista
Gerusalemme.
539-334 a.C. Conquistato
334 a.C. Alessandro Magno sconfigge i persiani a Isso e inizia
a costruire il suo impero, che comprenderà anche la regione giordana.
323 a.C. Morte
198-164 a.C. Dominio dei seleucidi, subentrati ai tolomei.
160-103 a.C. Lunga resistenza degli ebrei, che alla fine
raggiungono l'indipendenza.
100 a.C.- l00 d.C. All'ascesa dei nabatei, popolazione originaria della
penisola arabica, fa da contraltare l'arrivo dei romani, che nel 64-63 (guidati
da Pompeo) invadono Siria e Palestina.
106. Traiano annette all'impero
629. Gli arabi di Maometto sconfiggono i bizantini ad al- Karak.
644-750. Dinastia araba degli omayyadi.
750-1258. Dinastia persiana degli abbassidi.
976-1050. Dinastia fatimida (arabi d'Egitto).
1055-1099. Regno turco dei selgiuchidi.
1099-1171. Prime crociate e istituzione
1187. Battaglia di Hittin: YusufbinAyyub Salah al-Din (Saladino) respinge i
crociati dalla Palestina.
1260-1516. Dominazione dei mamelucchi, emersi vittoriosi dalle
lotte di successione scatenatisi alla morte di Saldino.
1516. La battaglia di Marj Dabiq segna l'inizio della dominazione ottomana,
che subentrano ai mamelucchi.
1870-1910. Il vasto impero ottomano è ripetutamente scosso e percorso
da ondate nazionaliste.
1916. Moti di rivolta araba contro i turchi; accordo Sykes-Picot: la
Francia ottiene Siria e Libano, l'Inghilterra Palestina e Iraq. 1918. Con gli
sconvolgimenti geopolitici successivi alla prima guerra mondiale, crollo
dell'impero ottomano.
1920-22. Una serie di accordi e patti internazionali definiscono
gli assetti della regione: in particolare, per il settore a est
1948. In una situazione di costanti tensioni e polemiche, viene proclamato
lo Stato d'Israele: immediata reazione militare di Egitto, Siria, Libano,
Transgiordania e Iraq, presto sconfitti da Israele. Poco dopo, Abdullah bin
Hussein, accetta l'assegnazione al suo regno (d'ora in poi Giordania) della
Cisgiordania.
1951. Assassinio di Abdullah bin Hussein, considerato il traditore della
causa palestinese.
1953. Salita al trono del giovanissimo re Hussein.
1967. Guerra Giordania-Israele e occupazione israeliana della Cisgiordania.
1988. Re Hussein rinuncia ai diritti sui territori occupati dagli
israeliani, per favorire la formazione di un’autorità politica palestinese.
1993-95. Parte della Cisgiordania ottiene l'autonomia sotto
l'amministrazione dell'Autorità Nazionale Palestinese.
1994. Firma degli accordi
1999. Muore re Hussein, cui succede il figlio Abdallah.
2000. Con l'esplosione dei disordini in Palestina, Amman richiama il suo
ambasciatore in Israele.
2002. Ad Amman viene ucciso lo statunitense Laurence Faley: è
2003. Le elezioni vedono il successo dei candidati indipendenti monarchici,
che si aggiudicano due terzi dei seggi; in seguito, formazione del governo
guidato da Faisal al- Fayez (con tre ministri donne), cui è subentrato nel 2005
A. Badran. Attentato contro l'Ambasciata giordana in Iraq: undici le vittime.
2005. La Giordania riallaccia le relazioni diplomatiche con Israele.
Formazione
Nel 1958 fu promulgata un'unione federale tra
Giordania e Iraq (Unione Araba), subito sciolta in seguito all'uccisione del
sovrano iracheno Feisal II (cugino di Hussein), con un contemporaneo tentativo
da parte egiziana di rovesciare la monarchia giordana, prevenuto
dall'intervento militare britannico. Dal 1961 al 1964, nuovi aiuti occidentali,
soprattutto dagli Stati Uniti, garantirono un considerevole sviluppo economico.
Nel 1965, però, iniziarono in Giordania problemi di ordine pubblico, causati
dall'aspirazione dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP)
a costituire uno Stato palestinese. Ambizione ritenuta inaccettabile da Hussein, che ritenne i palestinesi divenuti giordani non aventi diritto a una
identità politica separata. Due anni più tardi, un nuovo attacco arabo
(condotto da Siria, Egitto e Giordania con il sostegno di Arabia Saudita, Algeria
e Iraq) contro Israele si risolse in un disastro per
La
guerra del Kippur (1973), nonostante l'iniziale sbandamento da parte
israeliana, non permise alla Giordania di riconquistare i territori perduti sei
anni prima. Nel 1974, a Rabat, 20 capi di Stato arabi riconobbero all'OLP il
diritto di rappresentare il popolo palestinese e di stabilire un'autorità nazionale
in qualsiasi territorio palestinese liberato, costringendo di fatto re Hussein
a rinunciare alla riannessione della Cisgiordania. La guerra tra Iraq e Iran
(19801988) vide la Siria a sostegno dell'Iran, la Giordania in favore
dell'Iraq. L'accusa siriana al regno hashemita di fomentare ribellioni
antigovernative portò i due eserciti a schierarsi lungo il confine; solo la
mediazione saudita evitò il peggio. Nel 1986 re Hussein recise i legami politici
con l'OLP, e due anni più tardi la monarchia hashemita rinunciò in via
ufficiale e definitiva a ogni legame amministrativo e legale sui territori a
ovest
GLI
AVVENIMENTI RECENTI.
Nel
1990, l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq fu accolta con favore dall'OLP,
mentre il governo di Amman si mantenne neutrale, con re Hussein favorevole a
una soluzione araba della crisi. Prima dell'intervento della forza
multinazionale di liberazione (gennaio-febbraio 1991), entrarono in Giordania
800.000 rifugiati, con un costo altissimo per il Paese, che si trovò ad
affrontare una crisi economica senza precedenti, aggravata dal contemporaneo
rientro in patria di 300.000 emigrati dall'Arabia Saudita e da altre nazioni
del Golfo. Lo scenario migliorò nella seconda metà del 1991: alla revoca del
bando all'attività politica dei partiti (imposta dal 1963) e della legge
marziale (in vigore dal 1967), seguì, in ottobre, la partecipazione
DOPO
RE HUSSEIN.
Il sovrano morì ad Amman nel febbraio 1999; gli è
subentrato sul trono il figlio Abd Allah II ibn al-Husayn indicato come
successore (a sfavore dello zio Hassan) solo poche settimane prima. Qui lo
vediamo al suo matrimonio con la bella palestinese Rania al-Yasin. Lo scoppio
della seconda intifada in Palestina si è riflesso pesantemente sulla situazione
interna della Giordania, nella cui popolazione (costituita per più della metà
da palestinesi) si sono rafforzate posizioni ostili a Israele; tanto che nel
2000, Amman interrompe le relazioni diplomatiche con Tel Aviv. La crisi del
processo
(Queste note, oltre a molta parte che
riguarda la descrizione dei luoghi, proviene da: L’Europa e i paesi del Mediterraneo. Israele Giordania
Territori Palestinesi, La
Giordania
al-Mamlakah al Urdunniyah al-Hashimiyah
لمملكة ا
لأردنّيّة ا
لهاشميّة
Иордания
APPROFONDIMENTI LETTERARI E BIBLICI
La scoperta
Petra fu rivelata al mondo
moderno nel
1812 da
Johann Ludwig
Burckhardt, un viaggiatore svizzero che, in abiti arabi, si
faceva chiamare Cheikh Ibrahim e seguiva la strada che collegava
Damasco
all'Egitto
passando per la
Giordania. Egli aveva sentito dire che nei pressi del
villaggio di Wadi Musa si trovavano, in una sorta di fortezza naturale, delle
vestigia straordinarie. La regione apparteneva allora all'Impero ottomano
e gli stranieri curiosi di antichità - che erano ritenute "opera degli
Infedeli" - erano considerati con grande diffidenza, anche per le tensioni
politiche e religiose dell'epoca.
Burckhardt si presentò allora
come un pellegrino che desiderava sacrificare una capra al profeta
Aronne, la cui
tomba, costruita nel
XIII secolo, si riteneva collocata al di là delle rovine, in
cima al gebel Haroun. Accompagnato dalla sua guida, l'esploratore attraversò la
città antica senza poter fermarsi un attimo a prendere una nota o a fare uno
schizzo, e tuttavia consapevole dell'importanza di quelle vestigia, e che le
rovine presso Wadi Musa erano quelle di Petra. Entusiasta, diffuse la notizia tra
gli occidentali residenti in
Medio Oriente
e in Egitto, e la ripeté nel suo libro Travels in Syria and the Holy Land, che
fu pubblicato solo cinque anni dopo la sua morte, nel
1823. Qui di seguito
riportiamo un brano del suo diario che racconta, con dovizia di particolari
anche antropologici, l’emozionante scoperta di una delle città più
suggestive dell’antichità.
Lasciati i Refaya di buon mattino,
Seguendo il rivo di Eldjy verso ovest la valle subito si
stringe ancora e proprio qui iniziano le antichità di Wady Mousa. Mi
rammarico di non essere in grado di offrire un resoconto esaustivo delle
vestigia, ma conoscevo bene il carattere
All'esterno di queste tombe, la roccia
è scavata a perpendicolo al di sopra e su entrambi i lati della porta, in
modo da rendere la facciata esterna generalmente più ampia del vano interno.
La loro forma più comune è quella a tronco di piramide e, poiché sono fatte
per sporgere uno o due piedi dal corpo della roccia, le tombe hanno
l'aspetto, se vedute da lontano, di strutture isolate. Su ciascun lato della
facciata vi è in genere un pilastro e la porta raramente è priva di raffinate
decorazioni. Queste facciate assomigliano a quelle di alcune tombe
Proseguendo un poco oltre tra le
tombe, la valle si allarga fino a circa cento e cinquanta yarde. Qui, sulla
sinistra, è situato un teatro completamente scavato nella roccia, con tutti i
suoi sedili. Ha una capienza di circa tremila spettatori: quest'area è
attualmente piena di ghiaia, trascinatavi dal torrente in inverno. L'ingresso
di molte tombe è del pari pressoché ostruito. Non ci sono resti di colonne
vicino al teatro. Seguendo il torrente ancora per centocinquanta passi, le
rocce si aprono ulteriormente: sono sbucato su una piana larga
duecentocinquanta o trecento yarde, fiancheggiata da alture con pendenze più
graduali delle precedenti. Qui il terreno è ricoperto con mucchi di conci,
fondamenta di edifici, frammenti di colonne e vestigia di strade lastricate;
il tutto chiara testimonianza della passata esistenza in loco di una
grande città; sulla sinistra del fiume c'è un terreno in ascesa che si
estende verso ovest per circa un quarto d'ora di cammino, interamente
ricoperto di ruderi simili. Anche sulla sponda destra, dove il terreno è più
elevato, si osservano rovine dello stesso genere. Nella valle vicino al
fiume, gli edifici sono stati probabilmente spazzati via dall'impeto del
torrente invernale, ma persino qui sono ancora visibili le fondamenta di un
tempio e un cumulo di frammenti di colonne, nelle cui vicinanze si trova un
grande birket, o serbatoio per l'acqua, tuttora adibito al
rifornimento degli abitanti durante l'estate. Le più belle tombe a Wady Mousa
sono situate nella rupe orientale, di fronte a questo spazio aperto, dove ne
ho contate oltre cinquanta una vicina all'altra. In alto, sopra la rupe, ho
notato in particolare un grande mausoleo, ornato da pilastri corinzi.
Più avanti, verso ovest, la valle è
serrata dalle rocce, che si estendono in
Sul terreno in ascesa alla sinistra del ruscello, proprio di
fronte al Kaszr Bent Faraoun, si trovano le rovine di un tempio, con una
colonna ancora eretta, cui gli arabi hanno dato il nome di Zob Faraoun, vale
a dire hasta virilis Pharaonis, è alta circa trenta piedi e formata da
più di dodici pezzi. Da qui si scendeva tra le rovine di private abitazioni,
in una stretta valle laterale, sull'altro versante della quale abbiamo
cominciato a salire sul monte, su cui è situata la tomba di Aronne. Ci sono i
resti di un antico passaggio scavato nella roccia, su entrambi i lati del
quale si trovano alcune tombe. Dopo la risalita del letto di un torrente
durata circa mezz'ora, su ciascun lato del tragitto ho osservato un grande
cubo scolpito, o piuttosto un tronco di piramide, con l'ingresso di una tomba
in fondo a ciascuno. Qui il numero delle tombe aumenta e ci sono anche fosse
per i defunti in diverse grotte naturali. Poco più avanti abbiamo raggiunto
un'alta piana chiamata Szetouh Haroun, terrazza di Aronne, ai piedi del monte
su cui è situata la sua tomba. Nella piana ci sono molti sepolcri ipogeici
con un sentiero, scavato nella superficie rocciosa, a essi diretto.
Il sole era già tramontato quando siamo
arrivati sulla piana; era troppo tardi per raggiungere la tomba ed ero
sovraffaticato; perciò mi sono affrettato a uccidere la capra, in vista della
tomba, in un sito dove ho trovato numerosi cumuli di pietre, colà poste in
(Johann Ludwig Burckhardt, Viaggio
in Giordania, traduzione |
(Da:
«E
il Signore disse a Mosè: "Ecco, si avvicina per te il
Mosè non moriva volentieri: nessuno, in quegli antichi
tempi biblici, moriva volentieri, perché la vita era molto amata, e l'aldilà
così vago da apparire quasi vano, un nulla. Inoltre Dio gli amareggiò la morte
annunciandogli che il popolo creato da lui avrebbe peccato e sofferto l'ira
divina. La tradizione ebraica conservata dal midrash racconta che Mosè,
quando seppe che stava per essere suggellato nei cieli il decreto della sua
morte, si rivolse all'intercessione di tutte le creature - il cielo, la terra,
il sole, la luna, le costellazioni, i monti, il mare - per ottenere
misericordia. Ma Dio ordinò che le porte del firmamento non si aprissero e non
lasciassero giungere fino a lui la preghiera di Mosè. Allora Mosè «si mise le mani sul capo, gridò e pianse, e
disse: "A chi andrò a chiedere misericordia per me?"». A questo punto
il midrash ha un bellissimo dialogo tra Dio e Mosè. Dio dice al suo profeta:
«"Mosè, io ho fatto due giuramenti: uno, di far perire Israele dal mondo
per quello che ha commesso, e uno di farti morire e non lasciarti entrare nella
terra. Ho annullato il giuramento su Israele per te, che hai detto: 'Perdona
loro!' E ora tu chiedi che
Questo dialogo sottolinea la funzione
Ma sulla morte di Mosè si deve fare una considerazione
più profonda e insieme più comune. Mosè muore senza la minima certezza sul
successo della propria missione (una missione per la quale aveva lasciato il
rango di principe reale e l'Egitto, "centro del mondo"): la terra
promessa è ancora un inafferrabile panorama, poco più che un miraggio del
deserto; e Dio, come abbiamo visto, non gli lascia molte speranze sul futuro
del popolo. Vien da pensare, in tutt'altro significato, al paragone portato da
Socrate nel Fedone: l'uomo che consuma più mantelli. Mosè è uno dei
mantelli consumati da Israele nella sua lunga vita, per ripararsi: prima lui,
poi tutti gli altri profeti. Ma intanto era lui a doversi spogliare, a morire
nudo di ogni orgoglio. Se per Israele era importante lasciare figli, e beni per
i figli, Mosè non era sicuro di lasciare nulla di compiuto, a nessuno: come
Abramo quando saliva il monte Moria con il fuoco, il coltello, la legna e suo
figlio. Come tutti gli uomini che, in maniera infinitamente più
impercettibile, vengono invitati dalla morte a lasciare a metà le loro cose più
care (il tema della danza macabra di Holbein).
A
tutti costoro è rivolto il detto di rabbi Tarfòn: «Non tocca a te compiere
l'opera, ma non sei libero di sottrartene» (Avot Il, 16). È questo il
più splendido ritratto interiore di Mosè, "servo del Signore" e
"nostro maestro", dal quale impariamo ad amare la nostra opera non
nel suo progetto o disegno che non si realizzerà mai, ma nel suo limitato
nascere giorno per giorno.
Riportiamo la parte finale di un lungo montaggio di
midrashim (ricavato dal libro
[…] Allora una voce dal cielo disse: «manca un
istante alla tua dipartita da questo mondo!»
Mosè, alzate
entrambe le braccia, se le pose sul petto e disse, rivolto a Israele:
- Guardate come finisce
la vita dell'uomo! E si raccolse in santità come un serafino.
E dai più alti
cieli, scese il Santo, benedetto Egli sia, accompagnato da tre angeli, per
raccogliere l'anima di Mosè. I tre angeli erano: Mikael, Gabriel e Zagzeghel.
- Mosè, chiudi gli occhi! - disse il
Santo, benedetto Egli sia. E Mosè chiuse gli occhi.
- Posa le mani sul petto.
E posò le mani sul petto.
- Accosta i piedi.
E accostò i piedi.
Allora il Santo,
benedetto Egli sia, chiamò l'anima di Mosè: «Figlia, le disse, per centoventi
anni ti ho raccolta nel corpo di Mosè, ora è giunto il tuo ultimo termine e
devi uscire. Esci, non indugiare».
E l'anima:
«Signore del mondo! lo so che
- Esci, - replicò
il Santo, benedetto Egli sia, - e lo ti farò salire ai cieli più alti e porrò
la tua sede sotto il Trono della mia Maestà, accanto ai Cherubini e ai Serafini.
In quell'istante il Santo, benedetto
Egli sia, baciò Mosè e gli raccolse l'anima in un bacio.
E lo Spirito Santo pianse e
disse: «Non sorgerà più profeta in Israele pari a Mosè» (Dt 34,10).
E il Cielo pianse e disse: «È
scomparso il giusto dalla terra» (Mi 7,2).
La Terra piangendo disse: «L'onesto
non c'è più fra gli uomini» (ivi) .
Gli angeli del Ministero divino
piangendo dissero: «Adempì la giustizia dell'Eterno» (Dt 33,21).
Israele piangendo disse: «E le sue
leggi verso Israele» (ivi).
E insieme tutti,
cielo, terra, angeli, Israele esclamarono: «Entri in pace! Riposino sui loro
letti coloro che camminarono con dirittura» (Is 57,2) (Deb. R. 7 e 11).
Disse Rabbi Chama
bar Chanina: per quale motivo la sepoltura di Mosè rimase celata agli occhi di
qualsiasi uomo? Perché il Santo, benedetto Egli sia, sapeva che un giorno il
Santuario sarebbe stato distrutto e i figli di Israele sarebbero andati in
esilio; allora essi avrebbero potuto recarsi presso la tomba di Mosè e,
piangendo, implorare che egli intercedesse con la sua preghiera in loro favore;
in tal caso Mosè avrebbe ottenuto l'annullamento del decreto divino contro
Israele. Per questo motivo il Signore tenne celata la sepoltura di Mosè:
perché, cioè, i giusti sono amati da Dio, in morte ancor più che in vita (Sota
14).
L’INDEMONIATO
GERASENO
(Da:
Con la traversata burrascosa, Gesù e i dodici giungono
in territorio di Gerash (10) e scendono accanto alle tombe di un cimitero. Di qui
gli viene incontro un uomo posseduto da spirito immondo, un uomo che dimorando
nei luoghi di morte, si autodistrugge colpendosi con pietre e 'urlando in modo
spaventoso. Visto Gesù da lontano (11) gli si prostra davanti e grida:
"Che c'è fra me e te, Gesù Figlio di Dio Altissimo?"; è la solita
tecnica di attacco da parte del demonio, Gesù d'altronde stava attaccandolo a sua
volta comandandoqli di uscire da quell'uomo. Il pagano sa che Gesù è Figlio di
Dio Altissimo e glielo grida (12), ma Gesù gli chiede qual'è il suo nome.
La risposta è: "Mi chiamo legione, perchè siamo
in molti"; cosi il demonio si rivela come schiera di demoni, un esercito.
Ma Gesù è venuto a sconfiggere l'intera schiera di Satana e a liberare tutto il
territorio pagano. L'uomo è lacerato, distrutto, totalmente alienato, ma il
demone che è in lui chiede a Gesù, vistane la potenza, di non scacciarlo da
quel territorio verso il deserto, luogo riservato al demonio (cfr. Is
13.21;34.14; Bar 4.35; Ap 18.2). I demoni sono disposti a lasciare quell'uomo
ma vogliono entrare in una mandria di porci, animali impuri, e restare così
comunque padroni di quel territorio pagano. Gesù lo permette, ma il male è autodistruttivo,
non può esistere per se stesso ma
soltanto nella misura in cui può attaccare il bene, la vita, l'uomo: quindi quei
porci si gettano in mare e affogano: i demoni vengono così vinti e resi
inoffensivi nel loro elemento, l'acqua del caos primordiale.
Il pagano abitato da Legione di demoni, duemila
demoni, schizofrenico in modo illimitato e molteplice, per la potenza di Gesù è
guarito dalla malattia e liberato dal potere di Satana. Dove c'era
L'indemoniato restituito alla sua condizione di uomo,
sano di mente vorrebbe seguire Gesù ma questi gli dice: "Va' a casa tua,
dai tuoi e annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che
ha usato per te". Chi prestava la bocca ai demoni ora presta la bocca a Gesù e annuncia le meraviglie del Signore ai pagani e la misericordia del
Signore per loro. La sua missione non è quella di seguire Gesù che ritorna in
terra di Israele, ma quella di proclamare la signoria di Dio che in Gesù si è manifestata
anche in territorio pagano.
Ma i geraseni che hanno assistito al fatto si rendono
anche conto che la liberazione dal male può provocare anche un danno economico
e allora chiedono a Gesù di andarsene dal loro territorio. E' il paganesimo ingiusto
che parla attraverso di loro e si ribella alla missione cristiana, rifiutando e
rigettando Gesù.
È così: la presenza del cristiano può anche provocare
danni per alcuni! Non succederà così a Efeso dove la predicazione
lO)
Gerash, a 55 Km. a sud del lago; oppure Gadar, città della Decapoli a lO Km. a
sud-est del lago: oppure Gerges, attuale Kursi, sulla riva orientale del lago
(così Origene).
11)
L'ossesso è un pagano.
12)
L'espressione "Dio Altissimo" quale designazione di Dio nei LXX si trova solo sulla bocca di
non-israe1iti cioè di pagani (cfr. Gen 14,18-20; Num 24,16; ls 14,14).
GLOSSARIO DI POPOLI, DINASTIE ED ETNIE
Abbasidi. Seconda dinastia di califfi dell’Islam, iniziata con
Abu al-Abbas, zio paterno di Maometto e discendente da Alì, cugino di Muhammad
e sposo della sua figlia Fatima. Comprese 37 califfi e fu rovesciata dai
mongoli nel 1258. Questa dinastia sciita governò il mondo
islamico dalla sua sede di
Baghdad fra il
750
e il
1258.
Accadi. Popolo semita che da Agade, città e regione della Mesopotamia
centrale, creò
Ammoniti. Popolazione semitica che viveva a est del fiume
Giordano, nell’area del moderno stato della Giordania. Sempre ostili agli
ebrei, aiutarono
Amorrei/Amorriti. Antico popolo semita originario dell’Arabia che dominò
la storia di Mesopotamia, Siria e Palestina tra il 2000 e il 600 a.C. in
seguito alla caduta della terza dinastia di Ur. Secondo la tradizione biblica,
una delle principali popolazioni nella Terra di Canaan, prima dell’ascesa
d’Israele, oltre ai cananei e agli ittiti.
Aramei. Confederazione di tribù di lingua semitica che occupò
una larga parte della Siria del nord e della Mesopotamia, tra l’XI e l’VIII
secolo a.C.
Arsacidi. Dinastia armena che governò sul
regno d'Armenia
dal
54
al
428 d.C. Due degli eventi più importanti sotto il dominio
arsacide per la storia dell'Armenia furono la conversione al cristianesimo per
opera
Assiri. Popolo di origine semita, originario della Mesopotamia
(l’odierno Iraq settentrionale) che, a partire dall’XI secolo a.C., diede
origine a un vasto impero, uno dei maggiori nell’antico vicino Oriente, con
capitale Ninive (dove sorgeva la più grande e ricca biblioteca del tempo),
città protagonista delle profezie bibliche di Nahum, Sofonia e Giona; conquistò
Ayyubidi. Dinastia musulmana sunnita fondata da Yusuf ibn-Ayyub
Salah (“il Saladino”) nel 1171. Essi governarono l’Egitto, gran parte della Siria,
lo Yemen e il nord dell’attuale Iraq tra la fine del XII e l’inizio del XIII
secolo, quando l’ascesa al potere dei mamelucchi ne determinarono il declino.
Babilonesi. Il nome deriva da bab
ili (“porta del dio”) o, secondo la Bibbia, da babel (“confondere”, con allusione alla confusione delle lingue di
Gen 11,9). Sito e capitale in mesopotamia lungo le sponde dell’Eufrate (moderno
Iraq). Abitata dal IV millennio a.C., il suo re più famoso è Hammurabi
(1792-1750 a.C.): gli unificò la regione e pose le basi per uno straordinario
sviluppo culturale (“Codice di Hammurabi”, testi letterari ed astronomici
ecc.). Nel 587/6 Nabucodonosor, noto per aver ampliato il suo regno e abbellito
notevolmente la capitale (ziqqurat o
“torre
Beduini. Arabi di tribù nomadi. Si distinguono fra loro tramite
due origini: i discendenti dal patriarca Qahtan, i veri arabi, e i discendenti
di Ismaele (cfr. “Ismaeliti”), gli arabi arabizzati.
Bizantini. L’origine dell’Impero Bizantino risale al 330 d.C.,
quando Costantino, primo imperatore cristiano, trasferisce la capitale da Roma
a Bisanzio. L’impero acquisterà proprie caratteristiche solo nei secoli V e VI
alla caduta dell’Impero d’Occidente; conserverà fino al XIV-XV secolo
Caldei. Confederazione di popoli di origine aramaica,
stanziati alla sommità del golfo Persico. Si unirono ai medi per conquistare
Assur nel 614 a.C e furono in seguito inglobati nell’impero persiano d Ciro nel
549.
Cananei. Antico nome degli abitanti di un territorio che
comprendeva parte di quello che oggi è noto come Israele (con i territori
occupati) e il Libano. Le origini e l’etimologia del nome “Canaan” restano
oscure; la parola “cananeo” compare già nel III millennio a.C. nei testi
provenienti da Ebla.
Curdi. Gruppo etnico
medio orientale
iranico che abita nella parte settentrionale e
nord-orientale della
Mesopotamia. Tale
territorio è compreso in parti degli attuali stati di
Iran,
Iraq,
Siria,
Turchia ed in misura minore
Armenia. L'area è a volte indicata col termine
Kurdistan. Piccole comunità curde sono
presenti anche in
Libano,
Giordania,Georgia,
Azerbaigian,
Afghanistan e
Pakistan. Inoltre, un certo flusso migratorio,
si è diretto verso gli
USA ed il Nord Europa (Scandinavia e
Germania). Si stima che i curdi siano fra 35 e
40 milioni e che quindi costituiscano uno dei più grandi gruppi etnici privi di
unità nazionale.
Per oltre un secolo molti curdi hanno cercato di ottenere la creazione di un
"Kurdistan" indipendente o perlomeno autonomo, con mezzi sia politici
che militari.
Edomiti/Idumei. Gruppo tribale abitante nel paese di Edom (“Idumea” in
latino), detto anche Seir, a sud del Mar Morto. La radice semitica del nome
“Edom” significa “rosso”, dal colore dell’arenaria di quella regione. Secondo
Fatimidi. Dinastia musulmana
sciita ismailita che dal X al XII secolo dominò
su gran parte dell’Africa settentrionale, dell’Egitto e della Siria. Il nome
deriva da
Fatima, figlia di
Maometto e moglie del quarto califfo
Alì, di cui i Fatimidi si reputavano
discendenti.
Essendo
sciiti, i Fatimidi rifiutavano l’autorità della dinastia
abbaside di
Baghdad (che i musulmani
sunniti consideravano invece come autentico
califfato dell’Islam) e la combatterono con ogni mezzo.
Fenici.
Popolo
semita che ebbe origine nella costa attuale del
Libano, e di cui si ha notizia fin dal
XXI secolo a.C.. La civiltà fenicia viene
ricollegata ai
cananei dell'antica
Palestina, che abitarono la stessa regione sulla
costa orientale del
mar Mediterraneo.
Il dibattito sull’esistenza di una loro nazione ha portato a supporre una sorta
di confederazione marinara. Di ciò non si possiedono molte tracce, ma viene
supposto dal patrimonio culturale comune esistente. I confini cronologici della
loro presenza storica sono molto ampi: è attesta una presenza umana sulla costa
libanese sin dall’epoca preistorica. L'inizio risale agli
anni 1200 a.C., punto di cesura e di partenza
per la storia fenicia, anche se si trovano strutture insediatevi simili (città-stato) sia prima che dopo; il termine
finale è il
330 a.C., data della conquista dell’Oriente ad
opera di
Alessandro Magno.
Filistei. Popolazione molto antica che si stanziò tra il 1175 ed
il 800 a.C. nell'attuale Palestina. Sembra che essi fossero originari
dell'isola di
Creta,
e forse questa era a sua volta una tappa intermedia dell'itinerario che li
condusse nel Medio Oriente. Emigrarono allo stesso tempo degli altri popoli del
mare di cui facevano parte ed attaccarono l'Egitto. Respinti, s'installarono
sulla costa sud cananea, tra le attuali città di
Gaza
e
Tel Aviv.
Ghassanidi. Dinastia di emiri arabi che ebbe origine da una tribù
di beduini, provenienti forse dall'Arabia meridionale. Stabilitisi nella regione a sud-est di
Damasco, formarono tribù arabe della Palmirene (Siria) e Palestina, tra il III
sec. e il 636 d.C. Il loro regno raggiunse l'apogeo nel sec. VI d.C., quando,
divenuti alleati dell'Impero bizantino, col titolo di filiarchi, custodirono i
confini del territorio romano, fornendo a Bisanzio contingenti di truppe a
cavallo.
Hashemiti.
Famiglia discendente direttamente da Muhammad (il cui bisnonno si chiamava
appunto Hāshim) e guardiani dei luoghi santi: l'attuale
Hurriti.
Popolazione insediata a nord della
Mesopotamia durante l'Età del Bronzo. Vi sono notizie (scarse) che al
tempo dell'Impero accadico
gli hurriti vivessero sul bordo settentrionale della Mesopotamia e nella valle
del fiume
Khabur. Sono menzionati in testi privati di
Nuzi, di
Ugarit e negli archivi
ittiti di
Hattushsha (Bogazköy).
Idumei. Vedi “Edomiti”.
Ismaeliti. Nome dato dalla
Bibbia alle popolazioni
arabe,
in quanto discendenti da
Ismaele, figlio primogenito
di
Abramo e della schiava
Agar
(Gen 16; 21,8-21). Associati ai madianiti nella vendita
Ittiti. Popolo indoeuropeo che creò un potente regno
nell’Anatolia centrale nel II millennio a.C., fino alla comparsa, intorno al
1180 a.C. dei cosiddetti “popoli del mare”. Sono chiamati cos’ dal nome di una
popolazione non indoeuropea (
Madianiti. Abitanti
nomadi del deserto siriano e arabo. Discendenti da Abramo e dalla sua concubina
Chetura (Gen 25,1-2). Nella vendita
Mamelucchi. Schiavi soldati di origine centro-asiatica, al
servizio dell’ultimo sultano ayyubide. Divenuti una potente forza militare,
assunsero il controllo dell’Egitto traendo vantaggio dall’aver respinto i
Crociati nel 1250. Al comando di Baybars, divenuto sultano, cacciarono i
mongoli dalla Siria dove restarono al potere dal 1260 al 1516.
Medi. Diventano provincia dell’impero persiano nel 549 a.C., in seguito alla
vittoria di Ciro. Prima la loro storia è oscura, anche se figurano in qualche
iscrizione assira a partire dalla metà del IX secolo a.C., come stanzianti
nell’area del moderno Iran. Ebbero un
ruolo decisivo nel rovesciamento della potenza assira, conquistando Ninive
insieme ai caldei nel 612 a.C.
Moabiti. Secondo Gen 19,30-38, Moab era figlio di Lot e della
sua figlia maggiore e fratellastro di Ammon. Popolo strettamente legato ai suoi
confinanti settentrionali, gli ammoniti. Sono noti l’episodio dell’asina di
Balaam, profeta assoldato
Mongoli. Tribù nomadi turche dell’Asia centrale, riunite nel
1206 sotto il dominio del loro grande imperatore Gengis Khan.
Nabatei. Antica popolazione semitica nordarabica. Nel II secolo
a.C. fondarono un regno che, sotto Aretas III (87-62 a.C.) si estendeva fino a
Damasco, e fiorì come vassallo dei romani finché Traiano ne annetté una parte
nel 106 d.C. I nabatei svilupparono un’arte sublime di derivazione ellenistica,
testimoniata soprattutto dalle tombe rupestri della loro capitale Petra. Le
invasioni islamiche del VII secolo posero fine a questa civiltà nabatea del
deserto.
Omayyadi. Prima dinastia di califfi dell’Islam (660-750
d.C.), così chiamata dal nome di Omayya,
prozio di Muhammad. Uno dei membri dei questa potente famiglia, Muawija,
governatore della Siria, si fece proclamare califfo e Damasco divenne la
capitale del nascente impero arabo sunnita. Subirono varie rivolte dalle
popolazioni sottomesse, ma anche da altre fazioni musulmane, soprattutto dagli
sciiti; tali ribellioni causarono la destabilizzazione del regime e la presa
del potere da parte dei loro nemici, gli abbasidi, nel 750.
Ottomani. Dinastia turcomanna, fondata alla fine del secolo XIII
da Othman, che si sostituì a quella selgiuchide nel controllo della penisola anatolica.
Alla fine del XVI secolo l’impero ottomano si estendeva dai Balcani al Tigri e
al nord Africa (1516-1918). L’impero si disgregò alla fine della I Guerra
mondiale mantenendo solo l’Asia Minore e parte della Tracia. Nel 1923 Kemal
Ataturk abolì il sultanato e creò la Repubblica di Turchia.
Parti. Popolo iranico proveniente dalla regione nordorientale
dell’Iran (Parthava). Soppiantarono i seleucidi e crearono un impero
indipendente retto dagli arsacidi (250 a.C. – 224 d.C.) esteso fino all’Eufrate,
che raggiunse
Popoli del Mare.
Sasanidi. Dinastia iranica fondata nel 224 a.C. che soppiantò
quella dei parti e fu distrutta dagli arabi nel 651 d.C.
Seleucidi. Dinastia ellenistica iniziata da Seleuco I Nicatore,
figlio di Antioco, generale
Selgiuchidi. Tribù turcomanna dell’Asia centrale che dall’XI secolo
d.C. iniziò spedizioni di conquista verso occidente stabilendo il suo controllo
in Iran, Mesopotamia, Siria, Palestina e Anatolia orientale. L’impero si
dissolse nel XIII secolo in piccoli principati, uno dei quali (il sultanato dei
Rum) sarà all’origine della futura espansione degli ottomani.
Semiti. Una delle stirpi di razza bianca, discendente da Sem
figlio di Noè, secondo la tradizione biblica. Comprendeva arabi, aramei,
assiri, babilonesi, cananei, ebrei e fenici.
Sumeri. Antica civiltà situata nella pianura alluvionale fra
il Tirgri e l’Eufrate. Insieme ad Accad, il suo vicino a nord, il paese fu
successivamente conosciuto come Babilonia. Le principali città di Sumer
comprendevano l’antica Ur (luogo natale di Abramo, Gen 11,26-32) e Uruk. Nel
2360 a.C. Sargon I di Accad riuscì a conquistare Sumer; circa 300 anni dopo il
paese si riprese, ma fu definitivamente conquistato da Hammurabi di Babilonia
nel 1750 a.C. Il loro contributo più importante alla civiltà è stato
l’invenzione
Tolomei. Dinastia ellenistica fondata da Tolomeo I Sotere dopo
la morte
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