COSA SIETE ANDATI A VEDERE NEL DESERTO?
ALLA RICERCA DI GIOVANI BATTISTA

Seminario invernale, Sestri Levante, 30/01 - 2/02/ 2003

L’introduzione di Elena Sala ci ha dato conto della vasta eco che la figura di Giovanni Battista ha suscitato nella Chiesa fin dai primi secoli dell'era cristiana. Eppure le fonti della nostra conoscenza storica di questo personaggio, come ha indicato Edmondo Lupieri, sono limitate. Cinque sono gli autori antichi che ci parlano di Giovanni Battista: Giuseppe Flavio e i quattro evangelisti. L'autore delle Antichità Giudaiche presenta il personaggio in un suo quadro ideologico: un predicatore innocente, vittima politica del potere degenerato di Erode Antipa. Il Nuovo Testamento presenta il personaggio in modo diverso Sono importanti alcuni dettagli relativi all'alimentazione e al modo di vestire di Giovanni: vestiva di peli di cammello, mangiava locuste e miele selvatico, particolari che riguardano problemi di osservanza. Il cammello era animale impuro per eccellenza e il miele selvatico, come le locuste, erano al limite del lecito. Giovanni è quindi personaggio scomodo, anche per il suo modo di vivere, non strettamente osservante delle regole di nessun gruppo giudaico contemporaneo. Lontano dagli Esseni che vestivano solo di fibre vegetali, più vicino forse ai Farisei.
Come ci prospettano gli evangelisti la figura del Battista? Matteo lo presenta come l'ultimo profeta ebreo, Luca  negli Atti usa la sua figura come quella di un proto-cristiano e Paolo ribattezza i dodici credenti di Efeso battezzati secondo il rito di Giovanni, perché rito di un cristianesimo imperfetto. Ci fu discepolato di Gesù nei confronti del Battista? La documentazione in nostro possesso permette l'ipotesi ma niente di più: il battesimo del Battista non ha questa valenza.
Il prof. Claudio Gianotto ha affermato che il battesimo d'acqua era praticato dai cristiani della Grande Chiesa, ma tra le testimonianze antiche, presso gli gnostici, abbiamo posizioni contro tale battesimo e contro lo stesso Battista, anche se non tutte le sette gnostiche assumono posizioni ugualí. Gianotto fa presente che lo gnosticismo è una forma di cristianesimo radicale elitario, centrato sulla esperienza conoscitiva. La redenzione non si può raggiungere attraverso mezzi sensibili e terreni, ma solo mediante la conoscenza. Lo gnostico sa che gli uomini sono di origine divina e essa è già il vero sigillo di salvezza. La rinuncia al mondo è la controproposta al battesimo formale, solo chi lascia dietro di sé le cose terrene conoscerà la parola del Figlio dell'Uomo. Gli gnostici sostanzialmente rifiutano il rito come un artificio sostenuto da chi vuole trattenere le anime su questa terra e impedire il loro ritorno al cielo.
Secondo il Prof. Mauro Pesce, Giovanni vive nel sistema dell'Israele del suo tempo, portando un suo contributo personale. Predica la purificazione dell'individuo e del suo corpo, aspetti diversificanti rispetto all'ortodossia del Tempio. Una posizione dialettica dunque rispetto a quella dei sacerdoti. Sappiamo della grande varietà dei sacrifici ebraici, nessuno di essi tuttavia poteva cancellare i peccati volontari. L'intero sistema espiatorio giudaico deve essere compreso in questo quadro: i crimini intenzionali, la sfida aperta al Signore, e quindi anche le ribellioni di Israele contro il suo Dio, sono peccati  non espiabili attraverso i sacrifici rituali. Esiste però un grande rito pre-rabbinico, lo Jom Kippur, il cui obiettivo primario è di purificare il Tempio. Un santuario impuro induceva Dio a ritirare la sua presenza dal centro del culto di Israele. Secondo altri interpreti però il rito non solo detergeva il Tempio dalle impurità, ma cancellava le trasgressioni dei figli di Israele, cioè i peccati volontari.
Dopo il 70 d.C. si accentua la purificazione del popolo rispetto alla purificazione del Santuario, tuttavia nessun rito di purificazione, come l'aspersione con il sangue delle vittime, veniva eseguito fisicamente sul popolo. Il testo più critico rispetto allo Yom Kippur è Isaia 58, 3-7: un richiamo forte del profeta all'interiorità del digiuno, che si esprime con atti positivi di giustizia e di misericordia. Il battesimo del Battista si proponeva lo stesso scopo dello Jom Kippur, cioè la remissione dei peccati volontari. Con ogni probabilità esso prevedeva i seguenti passaggi: riconoscimento dei peccati, confessione pubblica, riconferma della propria fedeltà alla Legge mosaica, atti di giustizia, immersione nel fiume. Giovanni con il suo battesimo sembra voler rispondere alla mancanza del rito purificatore sul corpo del popolo.
Ci furono rapporti tra il Battista e la comunità di Qumran? Il prof. Corrado Martone ha indagato con competenza sul tema che del confronto tra la letteratura di Qumran e la letteratura delle origini cristiane e il rapporto tra la setta qumranica e le figure di spicco del primo cristianesimo: Giovanni Battista, Gesù, Paolo. Al di là delle ricostruzioni romanzesche che sono state avanzate, emergono molte analogie ma anche molte differenze tra la figura del Battista e i Qumranici. Il deserto è il campo di azione di entrambe le testimonianze. Ambedue hanno come fondamento scritturistico Isaia 58, 3﷓7 "…nel deserto preparate le vie del Signore.... ". Il soggiorno del Battista nel deserto fu presso la comunità? La comunità di Qumran si separa da un mondo che ritiene maligno, mentre Giovanni si riferiva al popolo. Inoltre il Battista, con il suo rito battesimale, intende preparare la via del Signore nella purezza del corpo e nella conversione del cuore. I riti di immersione qumranici possono invece essere interpretati come riti di purificazione perciò devono essere ripetuti periodicamente, mentre per il Battista il rito dell'immersione è unico. Egli amministrava il battesimo ad ogni ebreo che gli si presentava, non si dice che tale rito non potesse essere ripetuto, ma il fatto che si sentisse vicina la fine e si aspettasse il giudizio, fa propendere per un rito definitivo. Anche le differenze relative al modo di vivere del Battista, al cibo e al vestiario, non sono insignificanti; esse sarebbero probabilmente state rifiutate dai Qumranici. Alla luce di tutte queste considerazioni pare dunque corretto considerare le poche analogie come nate da un ambiente culturale comune, piuttosto che da contatti diretti. Una spiegazione semplice che rende forse maggior giustizia ai testi e alla loro storia.
Il prof. Rinaldo Fabris si è posto la domanda di dove si ritrova l’alveo di Giovanni:  tra gli Esseni, i Qumranici, gli Zeloti? I sinottici pongono Giovanni il Battista nella tradizione cristiana, satellite del sistema Gesù, non così Paolo che lo ignora. Tale silenzio è imbarazzante anche se un poco alleviato dal racconto lucano riportato da Atti in cui i discepoli di Giovanni Battista vengono ribattezzati da Paolo perché non sanno nulla dello Spirito. Ma è Luca che racconta l’episodio. I discepoli storici di Giovanni non pare abbiano lasciato documenti: quello che possiamo dire di lui è solo ciò che ne riferiscono i discepoli di Gesù.
Il vangelo di Luca crea un dittico di figure parallele in contrapposizione in cui la figura emergente di Gesù esce in risalto rispetto a quella di Giovanni. Sempre Luca ci racconta l'incontro delle due madri: è Maria che scende a visitare Elisabetta, episodio che esalta la figura della madre di Gesù. Per Marco Gesù non è discepolo del Battista, è il più forte in assoluto che vince il demonio. Matteo e Luca insistono sulla subordinazione totale di Giovanni a Gesù. La prima comparsa di Gesù in pubblico coincide con il rito del battesimo che egli riceve da Giovanni nel Giordano. Matteo illustra il battesimo di Gesù con un breve dialogo, toglie l'espressione «remissione dei peccati» poiché nella comprensione cristiana del percorso di Gesù la remissione dei peccati avviene solo attraverso la sua morte. Nel quarto vangelo Giovanni indica Gesù come  colui che battezzerà con lo Spirito Santo e quindi sarà in grado di cancellare il peccato. Sempre nel quarto Vangelo ricompare il Battista (Gv 3, 22) che viene presentato in un'azione parallela a Gesù: ambedue battezzano.
Dopo il Battesimo Giovanni e Gesù non si incontrano più, Gesù inizia la sua attività pubblica in Galilea, Giovanni viene decapitato. Nel corso della sua missione Gesù si confronta con i discepoli di Giovanni e fa l'elogio del loro maestro, stabilendo un confronto tra la sua identità-missione e quella di Giovanni; però sono solo la predicazione di Gesù e la sua sequela a far fiorire nel mondo il regno di Dio. La morte violenta di Giovanni viene interpretata da Gesù e dai suoi discepoli come un segno premonitore della morte di Gesù a Gerusalemme. C'è distinzione tra i due, accentuata specialmente dal quarto Vangelo, ma c'è anche una commistione tra la morte del Battista e il destino di Gesù. Resta il silenzio di Paolo che aveva una concezione tutta diversa del battesimo.
Una relazione particolare è stata riservata ai Mandei. L’ha tenuta il prof. Lupieri. Essi sono l'unico esempio di movimento religioso gnostico post-cristiano, divenuto religione di un gruppo etnico di lingua aramaica, probabilmente formatosi religiosamente nel corso del secondo secolo d. C.  Gli scritti mandaici si sono venuti costituendo durante molti secoli, soprattutto in epoca islamica e risentono di molti influssi esterni e di diverse posizioni teologiche. Oggi chi sono i Mandei? Tra i venti e i centomila, abitano nel sud dell'Iraq e in Iran presso il fiume detto anticamente Ulai. La loro caratteristica più evidente è quella dei battesimi.  Per secoli i Mandei sono stati illustri sconosciuti. Un dotto domenicano, Ricoldo da Montecroce, ci ha lasciato la più antica testimonianza su di loro. Egli li incontra, intorno al 1288, «nel deserto dalle parti di Bagdad». La riscoperta ufficiale del mandeismo avviene nel 1555 ad opera dei gesuiti portoghesi di Hormuz. Nella prima guerra del Golfo i Mandei subirono una repressione pesante e la modifica della canalizzazione delle acque promossa da Saddam ha reso molto difficile la loro vita che si svolge necessariamente presso i corsi d'acqua: il loro battesimo serve anche a togliere i peccati, ma i battesimi sono moltissimi e ripetuti e si effettuano con immersione poiché nell'acqua corrente c'è una parte di acqua spirituale a conferma del proprio legame col mondo celeste. Oggi essi desiderano che il mondo parli di loro.
Piero Stefani premette che l'indagine sul tema del battesimo d’acqua, di fuoco e di Spirito ci porta a molte incertezze e a poche certezze. Il detto di Giovanni Battista che preannuncia Gesù come colui che battezzerà in "Spirito (Mc.) e fuoco (Mt. e Lc.)" non trova riscontro diretto nella successiva narrazione evangelica.  Matteo mette in luce le due nuove qualifiche "più forte di me vi battezzerà in Spirito e fuoco". Questa introduzione del fuoco, rafforzata da una rappresentazione di tipo escatologico, non toglie l'ambiguità. Gesù nei sinottici non è descritto nell'atto di battezzare. L'accostamento di Gesù con lo Spirito si ha solo al momento del suo battesimo ed avviene attraverso l'immagine della colomba. Anche all'interno degli scritti canonici resta traccia di una visione "adozionistica" di Gesù da parte di Dio Padre. Di battesimo poi non si parla più nei sinottici, ma c'è il richiamo del battesimo che Gesù dovrà ancora subire con la passione. Nell'orizzonte sinottico-lucano il termine battesimo è dotato di grande plasticità ed è impiegato per indicare eventi diversi. Resta tuttavia una costante, si fa riferimento a qualcosa di unico, tutto può essere, salvo che purificazioni che si ripetono.
Particolarmente coinvolgente l'ultima relazione svolta dal prof. Paolo Ricca. È accertato che nel cristianesimo storico il battesimo ha rappresentato fin dall'inizio l’incorporazione nella comunità di Cristo. Il battesimo esisteva dovunque, nelle diverse configurazioni ecclesiali, pur con pluralità di modelli concreti. Non c'è cristianesimo senza battesimo. Nella Chiesa tuttavia il dono dello Spirito è stato poi svincolato dall'atto battesimale e dato con l'imposizione delle mani e questo crea una certa ambiguità. In Atti 2,38 si viene battezzati nel nome di Gesù Cristo, mentre nella tradizione cristiana si è imposto il battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Nelle chiese pentecostali si preferisce il battesimo nel nome di Gesù. La consapevolezza della unicità del battesimo ha avuto momenti di crisi nella storia della Chiesa. Nel XVI secolo gli anabattisti mettono in dubbio la validità del battesimo dei bambini. Là dove non c'è ancora fede, non può esistere il battesimo. Gli anabattisti furono duramente perseguitati da cattolici e protestanti, ma la loro idea non poté essere cancellata. Molte chiese evangeliche sono battiste. Nel XX secolo, con lo sviluppo dei movimenti pentecostali, è stata riproposta all'attenzione delle chiese la questione del battesimo dello Spirito o nello Spirito. La questione del rapporto tra battesimo d'acqua e quello di Spirito è tuttora aperta. Tutte le chiese affermano l’unicità del battesimo ma tale convinzione non è stata sufficiente nella storia per tenere unita la cristianità.  Nulla può essere più forte del vincolo battesimale e le varie dottrine rispetto a Dio sono ben poca cosa. Ciò che ci divide è perciò segno di una infedeltà radicale. Ora è il tempo di prendere coscienza di queste contraddizioni.
 Fernanda Ruggerini Volta


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