Giovedì 31 gennaio. Partenza alle ore 9,30 da Intra con battellini privati per l’Eremo di S. Caterina del Sasso. Pranzo all’Isola Pescatori. Pomeriggio a Pallanza: visite guidate ai giardini di Villa S. Remigio e alla chiesa di Madonna di Campagna. Ritorno al Chiostro. Giovedì 31 gennaio
Venerdì 1° febbraio
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20,00 Cena
al Chiostro.
21,30 Luoghi e arte della Palestina romana, (con diapositive), LAURA NOVATI. Sabato 2 febbraio
Domenica 3 febbraio
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Letture consigliate
Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, tr. di G. Vitucci, Milano, Oscar Mondadori 1997; Id., In difesa degli ebrei: contro Apione, tr. di F. Calabi, Marsilio, Venezia 1993; Aa.Vv., Giudei fra pagani e cristiani nell’impero romano, tr.it. ECIG, Genova 1993; S.G.F. Brandon, Gesù e gli zeloti, tr.it. Rizzoli, Milano 1983; M. Goodman, Iudaea capta. Il ruolo dell’élite ebraica nella rivolta contro Roma (66-70 d.C.), tr.it. ECIG, Genova 1995; M. Hengel, Gli zeloti, tr.it. Paideia, Brescia 1996; A. Lewin (cur.), Gli ebrei nell’impero romano, tr.it. Giuntina, Firenze 2001 [*]; G. Rinaldi, La Bibbia dei pagani, 2 voll., Dehoniane, Bologna 1997-1998; P. Schäfer, Giudeofobia. L’antisemitismo nel mondo antico, tr.it. Carocci, Roma 1999; J.A. Soggin, Storia d’Israele. Dalle origini a Bar Kokhba, Paideia, Brescia 1984; P. Stefani, Dies irae. Immagini della fine, Il Mulino, Bologna 2001; G. Stemberger, Farisei, sadducei, esseni, tr.it. Paideia, Brescia 1993.
Note tecniche Descrizione del luogo. Dopo molti anni torniamo alla sede dei nostri seminari estivi del 1989, trovando “Il Chiostro Hotel” (via Fratelli Cervi 14, 28921 Verbania Intra, tel. 0323.404077), ampliato e completamente rinnovato, in grado di ospitare i primi centoventi partecipanti in belle camere con servizi e telefono (le camer singole sono, come al solito, poche). In questo suggestivo monastero del XVII secolo dove antico e moderno sono accostati, si svolgerà il convegno e saranno consumati pranzi e cene. Eventuali altri iscritti dormiranno e consumeranno la prima colazione nel vicino e confortevole “Intra Hotel” di categoria tre stelle superiore (corso Mameli 135, 28044 Verbania Intra, tel. 0323.581393), sito sulla passeggiata prospiciente il lago; in questo albergo non ci sono camere singole e gli ospiti consumeranno pranzi e cene presso il Chiostro. Le ben note bellezze del Lago Maggiore si fanno apprezzare anche nella stagione invernale in cui il clima resta mite. |
La prima relazione è stata tenuta dal prof. Soggin con la solita competenza e ironia. La Giudea cadde sotto il dominio di Roma nel 63 a. C. quando Pompeo, chiamato dalle autorità ebraiche, stanche della corruzione e dei soprusi della dinastia degli Asmonei, entrò in Gerusalemme e lasciò agli ebrei la libertà religiosa mentre si tenne la gestione politica. Roma governò dapprima attraverso dei re, il più famoso dei quali fu Erode il Grande; in seguito la Giudea fu governata direttamente con dei procuratori. Essi erano repressivi, autoritari, rapaci e sprezzanti del culto, tanto da porre una statua dell’imperatore e le insegne romane nel tempio di Gerusalemme. È nei primi anni della nostra era che, in seguito alla rivolta di Giuda di Galilea, apparvero gli Zeloti, armati di un pugnale detto ‘sica’, con cui colpivano fisicamente, a quel gruppo apparteneva anche Barabba. Le rivolte si succedettero nel corso degli anni finché nel 70 A.V. Gerusalemme fu distrutta con il suo tempio, e il paese fu ridotto a provincia romana. La situazione si sarebbe ulteriormente aggravata fino alla rivolta avvenuta all’epoca dell’Imperatore Adriano, che fu domata nel 134 con la distruzione totale di Gerusalemme. Come erano divisi gli ebrei fra di loro in quel tempo? Ce ne ha parlato il prof. Stemberger. Le fonti più antiche sono i testi del Nuovo Testamento, quelli di Flavio Giuseppe e i rotoli di Qumran. Da queste fonti sappiamo che c’erano tre grandi gruppi che si distinguevano in base alle dottrine specifiche attorno ai temi della provvidenza, della risurrezione, della tradizione orale e del canone biblico e in base alle posizioni comuni, ma interpretate in modo diverso sulla terra santa e il tempo sacro. Ne derivavano diversità nella pratica religiosa quotidiana: la santità del territorio divino, le leggi di purità, il pagamento delle decime, i limiti per i matrimoni permessi, la regolarità del tempo sacro. Queste differenze dividevano i farisei, dai sadducei, dagli esseni Le leggi di purità seguite rigorosamente dagli esseni e dai farisei potevano trasformarsi in una strategia di limitazione fra i gruppi. Ma a questo punto è possibile parlare di un ebraismo comune a tutti? Certamente la Torà era accettata da tutti anche se il popolo non aveva accesso ai testi scritti. Secondo il prof. Stemberger furono le leggi di purità e quelle alimentari che resero inevitabile la frattura tra gli ebrei e i cristiani dopo il 70, ma su questo punto il prof. Iossa ha osservato che la prima comunità di cristiani gerolosimitani, guidata da Giacomo si comportava secondo le regole religiose, fu l’affermazione della divinità di Gesù a separare le due fedi. Ma come si è giunti ad accusare gli ebrei dell’uccisione di Gesù ? Nei testi evangelici si devono distinguere tre momenti: la predicazione di Gesù verso l’anno 30, la missione di Paolo e la sua riflessione teologica negli anni 40-50 e la posizione interpretativa di Matteo e Luca. Roma e i romani sono praticamente assenti dalla predicazione di Gesù, che si presenta come un profeta che annuncia agli ebrei la venuta del Regno di Dio. Egli fu condotto davanti a Pilato con l’accusa di essere un pretendente messianico, e Pilato, per paura di essere accusato di non aver condannato un sovversivo, lo fa crocifiggere. Paolo ha una provenienza diversa, è un ebreo della diaspora, cittadino romano, egli predica in un ambiente ellenistico-romano. Nella lettera ai Romani afferma l’origine divina dell’autorità alla quale si deve ubbidire, ma essa è divina solo per l’origine, nella pratica è profana. I cristiani hanno la loro cittadinanza nei cieli (lettera ai Filippesi), perciò essi appartengono alla comunità celeste. Dopo il 70 Matteo e Luca esprimono una posizione più favorevole all’impero romano e cercano di attenuarne la responsabilità della morte di Gesù, attribuendola totalmente ai Giudei, mentre la distruzione di Gerusalemme è vista come la punizione di Dio inflitta per mezzo dei romani agli ebrei per la morte di Gesù. Il prof. Lacerenza ci ha spiegato come l’antiebraismo nel mondo antico ci è stato tramandato soprattutto dalle parole dei poeti, storiografi, apologisti,che lo hanno recepito negli ambienti colti della società ellenistico – romana. Egli però ha voluto presentarcelo attraverso esempi di iconografia antigiudaica, che ci fanno vedere gli ebrei come persone affette da difetti fisici evidenti e di forme sgraziate. La prof. Calabi ci ha presentato la controversa figura di Flavio Giuseppe, combattente contro Roma nella rivolta del 70 d.C., fatto prigioniero dei romani per finire nella casa dei Flavi come figlio adottivo. Visto come traditore dai connazionali, egli è interpretato da F. Calabi piuttosto come un esempio della difficoltà di sopravvivenza in un mondo ostile. Tutta la sua produzione letteraria dalla Guerra giudaica, alle Antichità giudaiche è un’autodifesa della propria posizione, che nella certezza della sconfitta di Israele cerca di trovare una via per mantenere viva la tradizione. Il prof. Rinaldi, nella sua relazione, ha saputo rendere efficace e brillante un tema che poteva risultare noioso, privilegiando la ricerca prosopografica, quella cioè delle persone normali come i prefetti d’Egitto Hierocle Sossiano autore di un trattato sulle contraddizioni della Bibbia e, Clodio Culcianus, che interrogava un vescovo cristiano, Fileo, per farlo apostatare. La lettura biblica comune tra pagani, gnostici, marcioniti e manichei ci fa conoscere quanto astiose siano state le accuse mosse ai cristiani nei primi tre secoli, quando ancora la fede in Gesù Kyrios era ricca di novità e fermenti. La lezione del prof. Stefani ha trattato del libro di Daniele e dell’Apocalisse di Giovanni. Nel libro di Daniele troviamo la spiegazione del sogno del re di Babilonia. La statua fatta di materiali dal più prezioso al più vile si rifà alla visione mitica greca di un’antica età dell’oro. La novità consiste nell’intervento esterno della pietra che distrugge la statua. È una rottura del tempo dal di fuori che ridisegna tutta la storia. La pietra staccata dal monte, per la tradizione cristiana è la persona di Gesù. Oltre alla statua, nel libro di Daniele si trova anche l’immagine della bestia nella quale è adombrato il re seleucide Antioco IV Epifane. Perciò la bestia è da un lato seducente, dall’altro martirizzante. Le bestie dell’Apocalisse sono state interpretate in modo anticristico, perché esprimono una capacità mimetica del male che le fa apparire buone le cose cattive. Dal punto di vista ebraico la Roma cristiana ha assunto le qualità negative della Roma pagana a causa delle persecuzioni contro gli ebrei. E così giungiamo all’ultima relazione, quella di Alberto Moshè Somekh, rabbino capo di Torino. Qui Roma è paragonata proprio ad un maiale, perché la sua cultura è avida ed ipocrita. Quando Pompeo conquista Gerusalemme entra con prepotenza nel Sancta Sanctorum compiendo un gesto blasfemo ancorché inutile visto che all’interno non c’era niente da rubare. Non sempre gli ebrei si comportarono bene tra di loro, in epoca seleucide responsabili delle persecuzioni furono anche i capi religiosi. La cultura greca, nonostante l’opposizione degli ortodossi intransigenti, compì comunque una trasformazione linguistica all’interno della società. La lingua greca si poteva parlare ma alcuni maestri proibivano lo studio della filosofia greca. Chi però raccomandava oltre alla conoscenza della Torà, anche di saper rispondere all’epicureo, sottintendeva la conoscenza della filosofia. Il seminario è stato coordinato e moderato dal prof. Capelli con intelligenza e fermezza. Numerosi gli interventi nel dibattito, in particolare quelli di Amos Luzzato hanno aggiunto approfondimenti preziosi alle relazioni. Maria Carolina Pellizzari |