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I VANGELI GNOSTICI

              Montserrat, 14-18 giugno 2008

 

Seminario organizzato in collaborazione con

l’Università di Barcellona e con l’Abbazia di Montserrat.  A seguire, tre giorni di visita alla

Catalogna romanica.

 

«Gnosi » in greco significa conoscenza. Tuttavia non ogni sapere equivale a un altro; in effetti la parola, lungi dall’evocare idee chiare e distinte, riecheggia, invece, ambiti misteriosi, segreti, protetti. Con questo termine, e con quello affine di gnosticismo, ci si riferisce,  a partire  dal XVII sec., a un movimento spirituale tanto vasto quanto tuttora difficile da delimitare. La sua origine e i suoi confini restano ancora incerti. Questa situazione fa sì che nella sfera della ricerca si siano individuati, in modi sia scrupolosi sia fantasiosi, molti antenati e altrettanti discendenti. Le origini sono state rintracciate, via via, nell’ambito della filosofia ellenistica e dell’ermetismo, delle religioni orientali (egizia o buddhismo), del dualismo iranico, del giudaismo, dello stesso cristianesimo o in una più composita convergenza di fonti e di motivi diversi. Quanto alle metamorfosi della gnosi le si sono individuate nelle eresie medievali, nelle speculazioni teosofiche rinascimentali, in alcuni aspetti del romanticismo, in correnti contemporanee come la New Age e in altro ancora.

Le ragioni di questa varietà di interpretazioni è riconducibile, in parte, a fattori interni. Per quanto, specie in relazione al mondo antico, sia molto difficile circoscriverne le  dimensioni sociologiche, ci sono fondati motivi per sostenere che le correnti gnostiche sono sempre state di carattere elitario, se non dichiaratamente esoterico. Esse si pongono perciò agli antipodi della convinzione illuministica sull’uguaglianza tra tutti gli esseri umani. Al contrario, per lo gnosticismo esiste una gerarchia originaria (in termini filosofici si direbbe ontologica) che colloca le persone su tre piani ben distinti: ci sono gli ilici (legati alla materia), gli psichici (anima) e i pneumatici (spirito). Questi ultimi sono guidati dalla scintilla divina racchiusa in loro stessi (il Sé autentico); di contro i primi sono in preda al disordine legato al mondo materiale; gli psichici, dal loro canto, si collocano in una posizione intermedia. I pneumatici, pur vivendo nell’esilio di una dimensione materiale prodotta dall’opera di un demiurgo negativo, possono quindi ambire a ritornare al pleroma divino.  Per gli altri, sprovvisti di gnosi, questo reditus è precluso.

La convinzione ora esposta, da un lato, acuisce il senso di angoscia e di perdizione, mentre dall’altro dischiude ai perfetti la convinzione di essere salvi: il fuoco nel suo innalzarsi non è turbato dal grave che sta precipitando in basso. La comunità di coloro che, grazie al possesso della vera conoscenza, hanno raggiunto l’autentico Sé non ama gettare le perle ai porci. Perciò i ‘suini’, o chi per essi, possono attribuire agli gnostici le visioni più stravaganti e misteriose: quando si è fuori dal regno della verificabilità ogni ipotesi diviene plausibile e, ai nostri giorni, persino fonte di travolgenti successi editoriali.

Vi sono però anche ragioni esterne che hanno reso arduo circoscrivere il territorio della gnosi. Tra esse vi è il fatto che i movimenti gnostici sono sempre stati ostracizzati dall’ortodossia. Non a caso la loro conoscenza, per lungo tempo,  è dipesa da quanto di loro scrissero gli eresiologi, vale a dire coloro che nei loro confronti  davano corso a violente polemiche (trasformatesi in vere e proprie tragedie del caso delle riprese medievali, si pensi ai catari). Ci si può chiedere il perché di tanto accanimento.  Una risposta indiretta la si può trovare in una penetrante affermazione di Hans Blumenberg: la gnosi «ha accompagnato il cristianesimo ufficiale come la sua ombra, o come la sua controparte nascosta, ‘interdetta’, in quanto la visione gnostica mantenne un’importante forza di seduzione». A rendere la gnosi una minaccia per il cristianesimo ufficiale, è il fatto che la gnosi ha una visione opposta all’ortodossia eppure a essa anche misteriosamente apparentata, oltre che concorrente. In altri termini, è dotata del fascino tipico connesso alla radicalità.

A partire dal 1945 le cose sono mutate in modo significativo; a farlo sono stati il caso e la storia, non esoterici svelamenti. Infatti in quell’anno furono scoperti quarantacinque scritti  nella biblioteca copta di Nag-Hammadi nell’Alto Egitto. Questa  raccolta di testi ha gettato una luce importante sulla storia religiosa dei primi secoli cristiani. Molte di quelle opere forniscono, infatti, testimonianze di prima mano sullo gnosticismo specie di orientamento valentiniano.  Le  versioni copte  - IV sec. – sono traduzioni di originali greci risalenti al II e al III sec. (e,  forse, anche al I). Gli scritti non manifestano un orientamento omogeneo e non possono essere presi come espressione di una singola scuola. La raccolta nel suo insieme non ha potuto risolvere la controversa questione del rapporto tra gnosticismo e primo cristianesimo; tuttavia i suoi testi dimostrano in modo incontrovertibile l’esistenza, nei primi due secoli dell’e.v., di uno gnosticismo non cristiano. La scoperta ha inoltre reso indispensabile annoverare anche i coptologi tra gli specialisti di origini cristiane (a scanso di equivoci, assicuriamo che Dan Brown non può fregiarsi di entrare nell’eletto novero di questi studiosi).

Piero Stefani


UNIVERSITÀ DI BARCELLONA                                                               ABBAZIA DI  MONTSERRAT

 BIBLIA

Associazione laica di cultura biblica

 I VANGELI GNOSTICI 

E LA CATALOGNA ROMANICA

 

Montserrat, 14-21 giugno 2008

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- Vedi il PROGRAMMA delle Relazioni,

aggiornato al 5 Maggio 2008 -

 


 
 
ITINERARI  NELLA CATALOGNA ROMANICA

 

Giovedì 19 giugno

Visita guidata in pullman attraverso la Catalogna romanica meno nota: Vic (Museo, Duomo). S. Joan de les Abadesses, Ripoll (chiesa, chiostro, Museo). L’Estany (chiesa, chiostro). Cena a Manresa. Ritorno al Monastero.

 

Venerdì 20 giugno

Visita guidata in pullman a Girona (Duomo, museo della cattedrale, quartiere ebraico). Besalú (villaggio medioevale). Porqueres (chiesa romanica). Ritorno a Montserrat.

Aperitivo con il padre Abate del Monastero di Montserrat e “Pica-Pica” (cena a buffet).

 

Sabato 21 giugno

Partenza in pullman (con le valige): visita al chiostro romanico di S. Cugat. Aeroporto di Barcellona.

 

 


NOTIZIE UTILI

Descrizione del luogo

La montagna di Montserrat è stata dichiarata Parco Naturale nel 1987: con ciò si è voluto proteggere un massiccio montuoso unico al mondo per la sua spettacolarità e per le sue dimensioni.  Due funicolari partono dal monastero per addentrarsi nelle zone più alte e panoramiche del massiccio da cui si possono contemplare il paesaggio con la sua flora e la sua fauna e viste incantevoli della montagna e dei dintorni. Fin dall’888 esisteva sulla montagna di Montserrat un romitaggio. Fu trasformato in monastero benedettino nel 1025, e divenne indipendente nel 1410. Nel corso del XV secolo divenne famoso per i pellegrinaggi e per la ricchezza della sua biblioteca. Ebbe per abate il futuro papa Giulio II della Rovere, mecenate del Rinascimento, che lo arricchì di opere d'arte. Nel 1812 l'abbazia fu distrutta dall'esercito di Napolenone. Ricostruito fra il XIX e il XX secolo, l’imponente complesso ospita il santuario di Nostra Signora di Montserrat e il monastero, dove vivono attualmente circa ottanta monaci benedettini (fra cui il nostro socio e relatore padre Pius Ramon). La loro missione principale consiste nell’approfondire l’esperienza religiosa  e nel dedicarsi al lavoro e all’accoglienza. Il monastero è un luogo d’incontro, di preghiera, di dialogo e di cultura. La costruzione della basilica ebbe inizio nel XVI secolo. La facciata attuale risale al 1901, e l’interno è stato restaurato dopo la distruzione a opera delle truppe napoleoniche (1811); essa conserva un’immagine della Madonna, detta la Morenita, una bellissima scultura romanica in legno realizzata nel XII secolo: nel 1881 la Madonna di Montserrat fu proclamata patrona della Catalogna e perciò il Monastero ha anche un forte valore patriottico ed è stato per molti simbolo di resistenza durante gli anni oscuri della dittatura. Montserrat ospita inoltre uno dei più antichi cori di voci bianche d’Europa, l’Escolania. Ogni giorno, alle ore 13,00 i piccoli cantori intonano il Salve Regina e il Virolai, l’inno alla Vergine di Montserrat, e alle ore 19,10 il coro esegue il Salve di Montserrat. Il grande complesso dispone oggi di un albergo, di appartamenti dotati di servizi completi, di un grande ristorante, di vari bar e caffetterie, oltre che di numerosi negozi di alimentari e di souvenirs.

 

Come arrivare a Montserrat

Ogni persona dovrà provvedere per proprio conto al viaggio da casa propria a Barcellona e ritorno. Il nostro consiglio è di prenotare personalmente il viaggio aereo tramite internet, oppure tramite la vostra Agenzia di viaggi. Vi segnaliamo due compagnie aeree low-cost:

Vueling, con partenze da Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Pisa e Venezia per Barcellona e ritorno (prezzo indicativo: € 120/150 A/R);

Ryanair, con partenze da Milano-Bergamo Orio, Roma Ciampino, Pisa, Treviso per Girona e ritorno (prezzo indicativo € 74 A/R, cui bisogna aggiungere circa € 40 per andare e tornare in autobus da Girona a Barcellona  stazione nord, poi un altro autobus fino al centro di Barcellona, e viceversa).

A Barcellona centro, piazza di Spagna (raggiungibile dall’aeroporto con una navetta – partenza ogni dieci minuti) ci sarà un nostro autobus che partirà per Montserrat alle ore 15,00. Chi arriverà più tardi, potrà prendere, sempre da piazza di Spagna, la scala mobile per il treno R5 diretto a Manresa, con fermata a Monistrol, da dove parte la cremagliera per Montserrat. Attenzione: la cremagliera chiude alle ore 20,00.

Un’altra proposta interessante arriva dal nostro tesoriere Sandro Badino: raggiungere Barcellona in auto con nave partendo da Genova e componendo gruppi di quattro persone. Chi fosse interessato a questa proposta può contattarci per avere i costi (ancora non noti) e le modalità di prenotazione.

 

Visite

Durante i giorni del seminario si potrà visitare il monastero e la montagna di Montserrat. Chi decide poi di fermarsi anche altri tre giorni, potrà partecipare alla visita guidata in autobus della Catalogna romanica, seguendo tre itinerari noti e meno noti,  tutti di grande interesse artistico e culturale, sapientemente e diligentemente preparati apposta per noi da padre Pius- Ramon Tragan che vogliamo ringraziare fin d’ora per averci proposto e preparato questo programma straordinario.

 

Costo e iscrizione

La partecipazione al seminario (quattro giorni di pensione completa, lezioni, cartella) costa € 300 a testa per i soci di Biblia e i giovani sotto ai 30 anni in camera doppia;  € 330 a testa per i non soci,  in camera doppia (€ 40 in più per quattro giorni di camera singola). La partecipazione all’escursione di tre giorni nella Catalogna romanica (tre giorni di pensione completa, autobus e guide per tre giorni, ingressi nei musei) costa € 300 per ciascuno in camera doppia (€ 30 in più per tre giorni di camera singola). Per iscriversi occorre inviare la scheda debitamente compilata entro il 21 marzo 2008, insieme al tagliando di versamento effettuato di € 100 a testa come anticipo, di cui restituiremo € 80 in caso di ritiro entro il 21 aprile 2008.


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PRIMA RELAZIONE

 

Acaba de volver a Madrid después de vivir una experiencia interesante en el monasterio de Montserrat, a unos 60 kilómetros de Barcelona, como sabe la mayoría de los lectores de ese blog. Lo imponente y majestuoso del lugar –la montaña como lugar de encuentro de lo sagrado, en muchas culturas- ayudó para que se celebrara el evento que a continuación describo.

Se trataba de la celebración de uno de los seminarios de estudio bíblico que “Biblia”, “Asociación laica (italiana) de cultura bíblica” organiza cada año. Éste, en concreto estaba dedicado al estudio específico de los Evangelios gnósticos, y ha durado tres día y medio. El resto del tiempo –dos días y medio más- se ha dedicado a actividades culturales: visita de la ciudad de Barcelona (una tarde) y dos días a una excursión por una parte de la Cataluña románica y medieval: Vic, San Juan de las Abadesas, Ripoll, Girona y Besalú.
Hay otros seminarios más a lo largo del año, que desde luego no se celebran en el extranjero (éste es como la salida anual de la Asociación), dedicados a otros temas específicos, organizados por la dirección de esta Asociación con la ayuda de un comité científico. Éste colabora en la selección de los temas y de los ponentes, el modo de la presentación de los temas ante el público, aparte de ayudar a ofrecer, si fuere necesario, una bibliografía pertinente. Este comité científico está formado por gente experta –del ámbito universitario y fuera de él- en judaísmo, cristianismo, más alguno de otras religiones.

 

¿Quienes componen de esta asociación?

Se trata estrictamente de laicos, hombres y mujeres interesados en adquirir o aumentar sus conocimientos bíblicos de Antiguo y Nuevo Testamento, o temas conexos en torno a la religión en general. Como es natural no hay asociados pertenecientes al clero, lo cual indica que existe una total y absoluta libertad a la hora de seleccionar e impostar los temas, desde cualquier perspectiva.

No pertenecen a esta Asociación sólo gentes con un fuerte interés religioso, ni mucho menos, sino aquellos que de algún modo piensan que tanto el fenómeno religioso como el mundo de la Biblia es de un interés notable dentro de nuestra cultura occidental. Esto significa que a ella pertenecen tanto gentes que se confiesan creyentes rigurosos, como agnósticos e incluso ateos.

La orientación por tanto de la Asociación y de sus seminarios es radicalmente histórico-filológica, literaria, de fenomenología religiosa en suma en todos sus aspectos. Todo lo que signifique “tema bíblico” tratado desde fuera de la estricta observancia de la religión es un posible objeto de estudio. El interés de los miembros es tal, que la asociación ofrece –además de los seminarios sobre temas específicos- cursos de iniciación al hebreo bíblico y al griego del Nuevo Testamento.

No sé con exactitud el número de miembros, pero ronda en torno a los trescientos, o un poco menos. Al seminario de Montserrat, en el extranjero para ellos, han asistido unos 80, lo cual es aproximadamente un tercio del número de miembros. Me parece una buena participación dado que se trata de viajar al extranjero.

 

La impostación del seminario de Montserrat sobre los gnósticos

El simple enunciado de los temas puede dar una idea del interés de esta Asociación y de lo que atrae a sus miembros. Hubo, en primer lugar, una introducción general a la gnosis y los evangelios gnósticos, con dos conferencias que versaron sobre el posible origen de la gnosis en el pensamiento judío marginal del siglo I a.C. y sobre el tránsito desde las tradiciones que se formaron en torno a Jesús tras su muerte hasta llegar a la formación de los Evangelios gnósticos.

Se ofreció, además, una conferencia complementaria sobre los lugares de descubrimiento de manuscritos importantes en los siglos XIX y XX (el Monasterio de Santa Catarina en el Monte Sinaí; la Genizá del Cairo –escritos judíos de todas clases y de muchas épocas, ocultos en un depósito de textos viejos-, el emplazamiento de Qumrán –manuscritos del Mar Muerto y Nag Hammadi –textos gnósticos- y qué consecuencias han tenido para nuestra comprensión del judaísmo y del cristianismo primitivo.

Un segundo grupo de conferencias se ocupó estrictamente de Evangelio gnósticos significativos: el importante “Evangelio de Tomás”, el bellísimo “Evangelio de la Verdad” y el discutido “Evangelio de Judas”.

Otro conjunto de conferencias se dedicó a la controvertida figura de María Magdalena: su presencia en los Evangelios canónicos, las tradiciones generadas en torno a ella y su relación con Jesús en los textos gnósticos (Evangelio de María, de Felipe, Pistis Sofía, Grandes Preguntas de María) y otra, en verdad muy interesante, sobre los desarrollos medievales de su figura –increíbles en su imaginación y variedad- desde san Gregorio Magno hasta nuestros días, pasando por Jacobo de Vorágine (Varazze) y otros autores medievales.

Finalmente, otro pequeño grupo de dos conferencias se consagró –una- al posible origen protognóstico del Cuarto Evangelio o cómo puede explicarse su diferencia respectos a los Sinópticos; la segunda a la historia y al espíritu de la confrontación entre los la formación de los Evangelios canónicos y el gnosticismo en el siglo II, y la última a la posible herencia del gnosis entre los cátaros. Realmente fue una visión completa de la problemática en tres días y medio. Todas ellas se publicarán en el Boletín interno de la Asociación que tiene más lectores que los miembros estrictos. Hubo tiempo además durante el Seminario –exprimiendo las horas del día- para otras actividades culturales/musicales en torno al Monasterio benedictino de Montserrat. ¡Un tiempo intenso e interesante!

El alma y directora de esta “Asociación laica de cultura bíblica” es Agnese Cini, una mujer menuda, casada, madre de cuatro hijos, de un ánimo, fortaleza y simpatía arrolladores, de emociones intensas, que ahora –treinta años después de que ella fundara y diera los primeros pasos para el funcionamiento de la Asociación- dedica prácticamente su vida entera a ella, pues sus hijos son ya mayores. En la actualidad está ayudada por una colaboradora excepcional, Marinella Perroni, que es como su alter ego en todo. La señora Cini, gracias a sus contactos con los medios y con diversos estamentos científicos es ahora una mujer muy conocida en Italia.

Confieso que me ha impresionado la actividad de la Asociación, el interés de los miembros, la asistencia masiva e intensa a las conferencias, las preguntas que han formulado, la convivencia entre los miembros de la Asociación y los ponentes, las sugerencias que se han ido precisando sobre futuros temas… y me he preguntado si se podría llevar a cabo una actividad semejante en el seno de los países de lengua hispana (¿existe alguna ya que no conozco?). En concreto –y como escribo desde España-, ¿podría fundarse en este país una Asociación semejante?

Creo que el material que se puede ofrecer en torno a la Biblia y al cristianismo, más la religión en general, puede ser apasionante. En verdad, por lo menos en el Nuevo Testamento y al cristianismo primitivo casi nada es como parece y nos ha enseñado la tradición. Hay muchísimo que descubrir sin las ataduras estrictas –o haciendo una abstención mental por el momento- de una confesión determinada. La Biblia ha influido tanto en nuestra historia, cultura, arte, etc., etc., ha sido de un impacto tal, que creo apasionante dedicar un tiempo de la vida a estos temas.

 

¿Alguien se anima?

Naturalmente puede hacerlo uno mismo… solo. Pero sin duda la vitalidad y el ímpetu que se comunican por medio de una Asociación ayuda mucho a ello: el grupo dispone una atmósfera propicia y proporciona los impulsos a veces necesarios para vencer la inercia y el desánimo de la soledad.

¡Quién sabe si a alguna de nuestras lectoras se le ocurre fundar una asociación semejante! Y he dicho conscientemente “lectoras” porque creo que el motor ideal para llevar a cabo esta tarea es una mujer que reúna las cualidades, más o menos, que se han unido en la fundadora de la Asociación italiana…, la cual ha trabajado durante años desinteresadamente, pero ahora recibe un sueldo de la organización misma, ya que el monto de la tarea es considerable.

La mujer española -¿me equivoco? ¿varón?- que tenga ánimos para emprender esta fundación ha de poseer tiempo, interés y gran temple. ¿Se anima alguien? ¡Sería magnífico!

Saludos cordiales de

Antonio Piñero.

 


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SECONDA RELAZIONE

 

Quest’anno il seminario estivo di Biblia si è svolto per la prima volta al di fuori dell’Italia. Prima per quattro giorni di studio sui vangeli gnostici, poi per tre di esplorazione della Catalogna romanica, Biblia è stata ospite dei Benedettini di Montserrat e le caratteristiche del luogo e il calore dell’accoglienza hanno aggiunto significato e dato profonda unità sia all’esperienza di studio sia al viaggio.  Come le rocce su cui è incastonato, assolutamente singolari e isolate nel paesaggio collinare che le circonda, ma visibili da lontano come una presenza famigliare, il monastero favorisce l’appartarsi riflessivo e insieme lo scambio, la curiosità per l’altro.

Il tema del seminario era impegnativo e richiedeva, al di là di suggestioni di facile attualità, il confronto con testi ardui, difficilmente accostabili senza il soccorso di competenze specialistiche.

Si sono sottolineati temi cruciali da cui si origina quello che si potrebbe definire un atteggiamento prima ancora che un movimento gnostico: a quale idea di divinità si può collegare la percezione di un male pervasivo e dominante? Come concepire una conoscenza di per sé salvifica? Quale il destino, ma soprattutto quale l’origine di chi è partecipe della conoscenza? Si è quindi preso in esame lo gnosticismo come preciso fenomeno religioso e laico che realizza storicamente, in un determinato arco di tempo, l’idea madre che gli preesiste e gli sopravvive. Si sono letti e commentati alcuni dei testi di nuova acquisizione, in particolare il Vangelo di Tommaso, il Vangelo della Verità e il tanto discusso Vangelo di Giuda,  che hanno permesso di accostare una linea di pensiero direttamente e non solo attraverso il filtro di chi riferiva idee e comportamenti già classificandoli come eretici. Si sono esaminati i rapporti tra vangeli canonici e gnostici, soffermandosi in particolare sul Vangelo di Giovanni. Si è inseguito, dalle eresie medioevali alla più recente letteratura, il persistere di elementi gnostici inseriti in un sistema organico oppure colti come suggestioni isolate dal contesto originario.

Non si è arrivati (ma non era questo lo scopo) a conclusioni definitive, si è avuto però il senso di una  problematica vasta, di interrogativi aperti, di una ricerca in fieri.

Se si eccettua l’intervento di Armando Puig e la discussione conclusiva, che si sono tenuti all’Università di Barcellona, tutti i lavori si sono svolti nell’ambito del monastero, con la presenza costante dei relatori (Piero Stefani, Paolo Sacchi, Gregorio del Olmo Lete, Edmondo Lupieri, Antonio Piñero, Pius-Ramon Tragan) e con la possibilità quindi di continui chiarimenti, approfondimenti, confronti nel segno di un luogo dove un’identità secolare si mette quotidianamente in gioco con tutta la multiformità del presente.

Il viaggio alla scoperta della Catalogna romanica ha preso avvio a Barcellona, al Museo nazionale di arte catalana, nella straordinaria sezione dedicata al romanico e soprattutto alla pittura parietale del periodo, semplice nelle forme, dai colori decisi e terragni, di potente realismo pur nella stilizzazione dei gesti e delle espressioni.  Poi Vic, Sant Joan de les Abadesses, Ripoll, Girona, Porqueres, Besalù, San Cugat. Piccole chiese e grandi cattedrali, monasteri e città murate, edifici solidi, severi ed eleganti insieme, ciascuno, in modo diverso ma analogo, centro di difesa e contemporaneamente di elaborazione religiosa e civile.

Gli elementi che sono di tutta l’arte romanica, l’articolarsi solenne delle forme architettoniche, l’intrecciarsi nei cicli decorativi di storia sacra e vita quotidiana, la contiguità tra umano e divino, che qui traspare dalle Madonne in trono o dalle dolenti Deposizioni dalla croce, hanno in questa realtà catalana qualcosa di ancor più forte e vitale, come si caricassero di tutta l’energia di una storia ai suoi inizi.

                                                                                                                                 Donella Giacotti


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Un denso contributo  di Giancarla Codrignani

apparso sul n. 8,  agosto 2008,  della rivista Koinonia, pp. 28-30.

 

 Sarà perché Biblia è un' associazione laica di cultura ebraica e non un centro teologico ecclesiastico, ma i suoi convegni rappresentano contributi culturali molto funzionali a credenti e non credenti desiderosi di capire. La presenza nel monastero di Montserrat di ottanta italiani disposti a seguire un seminario sui Vangeli gnostici - con i tempi che corrono - sembra davvero un evento d'eccezione.

D'altra parte, è pur vero che le importanti scoperte, nel secolo XX, di testi ebraici e cristiani (a Qumran e Nag Hammadi) hanno riaperto questioni importanti e affascinanti. Come cattolici soffriamo la schematicità della nostra formazione. Anche se ormai siamo emancipati dai divieti che impedirono per secoli la lettura libera della Bibbia, ancora oggi resta predominante il numero di quanti, appreso il catechismo della Prima Comunione, si accontentano delle letture domenicali e anche chi cerca di approfondire non esce dal Vangelo o, al più, dalla Bibbia.

Accade così che quasi tutti percepiamo semplificata la conoscenza del formarsi di un mondo cristiano delle origini: da un lato i pagani, con gli dei «falsi e bugiardi», dall'altro gli ebrei prima, i cristiani dopo; questi ultimi destinati a diventare via via nei secoli egemoni e a dividersi in cattolici, ortodossi, protestanti.

Le cose, invece, non sono state mai semplici e il secolo antecedente la venuta del Cristo e i primi successivi sono stati carichi di esperienze. Il Paganesimo - che conosciamo ancora dietro gli effetti della polemica antipagana degli antichi cristiani - stava esaurendo le risorse dei propri valori, messo alle corde sia dallo sviluppo diffuso delle scuole filosofiche e della cultura cosmopolita, sia dall' ideologizzazione politica della romanità. La cultura ellenistica agiva in un mondo allargato dall'India ai paesi del Mediterraneo su cui stava per passare il carro armato della potenza di Roma: se Paolo predica ad Atene la buona novella su un altare dedicato al «dio ignoto» (At 17,23), qualche riflessione bisognerà pur farla. La gnosis, parola che significa «conoscenza», già in Pitagora è la conoscenza del divino e varrà a indicare anche la rivelazione di cose segrete riservate agli eletti in particolare nell'alveo giudeo-cristiano.

Il filone della gnosi è un groviglio: la letteratura misterica, che non era una novità neppure per i Greci antichi, nei contatti con l'Oriente aveva sviluppato varianti inedite.  I miti, le tradizioni, i rituali più diversi si diffondevano in mezzo a nuove società dotate di esigenze spirituali inedite. Platone aveva teorizzato l'idea del divino e la contrapposizione dello spirito alla carne, ma il platonismo gli aveva attribuito altri significati, mentre altre concezioni, pur non negando in sé la divinità, la estraniavano materialisticamente dalla vita. La gente si poneva, come non si era mai posto, il problema della salvezza e di una vita futura e confidava in riti e miti nuovi e suggestivi.

I Vangeli canonici sono «la rivelazione»: diventarono «canonici» perché fossero elementi di certezza a cui riferirsi, in una pluralità di testimonianze che, anche nel contesto ebraico, rende più complesso il riferimento anche alla cultura veterotestamentaria, ai contributi rabbinici, ai circoli ermetici. Non a caso si può parlare di «apocrifi» anche per il giudaismo, per esempio, enochico (cfr. il Libro dei vigilanti e il Libro dei giubilei).

Ci si deve dunque domandare se ci sono discorsi di ‘rivelazione’ anteriori a Gesù; se il Vangelo di Giovanni è diverso dagli altri perché ha relazione con la gnosi; se è Giovanni che spiega il carattere della gnosi o è la gnosi che giustifica Giovanni. Ai nostri giorni sono tornati di moda, indirettamente e per operazioni  giornalistiche azzardate, sia il Vangelo di Giuda, sia quello di Maria di Magdala. Che sono testi della gnosi; il primo può essere interpretato come interno alla discussione sul valore del sacrificio e come riabilitazione di Giuda, figura del perfetto gnostico, il solo degli apostoli che ha eseguito la volontà del maestro.

Con Maria di Magdala le cose si complicano, perché non basta la correzione apportata al lezionario ufficiale che registra, senza commenti, che «non si tratta della prostituta» che aveva anticipato la morte del Signore. La domanda «allora, chi era?» resta e le risposte si aggrovigliano. Ormai potremmo essere pronti ad un'immagine sfaccettata della femminilità, occasione di maggior riflessione se le diverse identificazioni e il patrimonio delle leggende conducono alla verità delle tante donne a fianco di Gesù, nelle dispute di scuola e nella predicazione. La prostituta pentita o l'Egiziaca penitente nel deserto, la sorella di Lazzaro e di Marta che rivive nei racconti di Iacopo da Varazze e nella tradizione delle reliquie conservate nei luoghi maddalenici, contese da cluniacensi, benedettini e domenicani e autenticate da bolle pontificie; o anche colei che andò a Roma a chiedere conto a Tiberio della morte del suo maestro o quella onorata nelle chiese orientali nella festa delle «mirofore» la seconda domenica dopo Pasqua, ricordo di una che in Matteo, quando Gesù va a dormire a Betania, arriva con il vaso di nardo pistikòs (che significa «autentico», ma deriva pur sempre da pistis, la fede); in sintesi colei che per il Medioevo ascendeva al cielo sette volte al giorno (come le ore canoniche) da cui ritornava portata dagli angeli e non aveva bisogno di cibo?

Tra i testi della gnosi compare la Pistis Sophia, in cui una donna, di nome Maria e con le caratteristiche della Maddalena ma anche di Maria, dialoga con il Risorto che le rivela conoscenze segrete: è la «pienezza di ogni pienezza», la «perfezione di ogni perfezione». Il Vangelo di Tommaso e il Vangelo di Filippo indugiano sulla relazione affettiva fra Gesù e la Maddalena in termini gnostici: nell'incontro con il Cristo gli uomini sarebbero femmine («la perfezione dell'umanità») o bambini, disposti a spogliarsi della fisicità (propria del «campo degli arconti», i signori del mondo)  per ricostruire la «nudità» incorporea dell'Adamo spirituale. Solo così si entra nella «camera nuziale», che è il luogo degli incontri spirituali dove non entra Satana. Anche Epifanio si serve di metafore sessuali (la comunione spermatica) per raccontare pratiche ascetiche che non facilitano la lettura dei testi e lasciano  aperta la strada a tutta una serie di successivi percorsi storici complessi e fuorvianti, dal Graal di Giuseppe di Arimatea ai riti delle sette sataniche. Non a caso Ireneo chiama «bastardi» i testi gnostici, i quali procedono inesausti nelle loro certezze, con il pessimismo di chi è convinto che solo la gnosi è salvifica e, in polemica con chi non capisce il senso di ciò che il maestro ha detto e fatto nella sua vita terrena, sostiene  che, dopo la Croce, Gesù ha esaurito la missione e cede il campo al Cristo della verità, mentre il cosmo è destinato a crollare e perdersi, compreso il «regno» interpretato dalla Grande Chiesa: solo «i viventi», che hanno ricevuto la gnosi, si salveranno. Anche il Vangelo di verità, di area Valentiniana, conferma la caduta originaria come impazienza di attendere il tempo della volontà divina e «caduta» nella materia. Emanazione del divino nella triade, eoni, pleroma, la gnosi come libro vivente («chi mi ascolta avrà la vita eterna») ibridano il medioplatonismo e danno senso alla rivelazione misterica di una spiritualità ancora difficile da identificare.

E allora torna la domanda intrigante: perché Giovanni è così diverso nel lessico e nella teologia dagli altri tre Vangeli canonici? come lo leggevano i primi cristiani?  perché i padri antichi non lo citano particolarmente, mentre lo sopravvalutano montanisti e docetisti? I critici moderni dicono che, anche nelle lettere, sembra in qualche modo dipendente dal pensiero della gnosi, oppure ne fanno un simpatizzante ingenuo e, quindi, non eterodosso; ma pensano anche che fosse semplicemente un uomo problematico.

L' autorità ha stabilito il canone. Ma ci è stato tolto qualcosa?

                                                                                                                      Giancarla Codrignani

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