VERSO UN RILANCIO DI «BIBBIA E SCUOLA»

Il ministero dell'Istruzione boicotta la Bibbia nelle scuole?

Articolo apparso su Jesus, gennaio 2003, pp. 34-35

Il Protocollo d'Intesa vedi quanto a suo tempo riportato sul sito - n.d.w. ) per la formazione biblica nella scuola, stipulato dal Ministero della Pubblica Istruzione e Biblia (Associazione laica di cultura biblica), e firmato nel maggio 2001 dall'allora ministro Tullio De Mauro, è rimasto lettera morta. Di questa Intesa, che monsignor Gianfranco Ravasi ha definito un "evento storico", parliamo con Agnese Cini, presidente di Biblia.

- Che cosa prevedeva il Protocollo d'Intesa?
"Il progetto, condiviso dal ministro De Mauro e da esponenti del mondo cattolico, come monsignor Ravasi e il cardinale Piovanelli, prevede che la Bibbia sia presente trasversalmente nelle materie scolastiche - lettere, storia, filosofia, storia dell'arte - come fatto essenzialmente culturale, per capire quanta parte abbia avuto nell'evoluzione storica e letteraria del nostro Paese. Concretamente, il Protocollo prevede una Commissione didattica formata da esperti di Biblia, che risponde a un Comitato misto (tre esponenti del ministero e tre di Biblia). I moduli, approvati dal Comitato, sarebbero inviati in visione alle scuole, che potrebbero adottarli o meno, nel rispetto dell'autonomia scolastica. Nel caso di risposta positiva, gli istituti potrebbero richiedere a Biblia corsi di formazione per gli insegnanti. Purtroppo, per come stanno andando le cose, devo usare il condizionale".

- Perché il Protocollo è rimasto lettera morta?
"Abbiamo incontrato resistenze da parte del ministero. Inizialmente eravamo fiduciosi. Siamo stati ricevuti cordialmente dall'on. Moioli, che si è espressa molto positivamente sul progetto. Ma non c'è stato seguito alle parole. Non abbiamo mai avuto la possibilità di parlare con il ministro Moratti. Ci sono state altre visite a vuoto al ministero, fax, invio di documentazione, telefonate. Nessuna risposta. I tre anni dell'intesa scadranno presto. Forse è questo che si vuole".

- Per quale motivo?
"Credo ci sia un sostanziale fraintendimento sull'aggettivo ‘laica’ che compare nel nome della nostra Associazione. È possibile che venga inteso come ‘a-religiosa’, e che questo generi preoccupazioni su chi insegnerà cosa. Il clima sembra di sfiducia. Il pluralismo al nostro interno - cattolici, protestanti, ebrei, non credenti - può suscitare timori in ambienti conservatori".

- Ha provato a rivolgersi al mondo ecclesiastico?
"Ho parlato con monsignor Betori [segretario della CEI n.d.r.], che è un biblista, e gli ho presentato il Protocollo d'Intesa, ma ho avuto l'impressione che temesse uno svuotamento dell'ora di religione. Gli ho detto chiaramente che non abbiamo mai voluto nella maniera più assoluta toccare l'ora di religione, né pôrci come alternativa. Ma la Bibbia è anche cultura, e passando attraverso l'istruzione scolastica, potrà un giorno raggiungere gli italiani, e farsi riscoprire come tesoro nascosto della loro storia".

Lucia Pelagatti